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lunedì 20 maggio 2019

L EUROPA CHE VERRA'

Le elezioni del nuovo Parlamento Europeo del prossimo 26 Maggio si svolgono in un contesto che vede il contrapporsi tra una visione che crede convintamente al progetto  europeo pur nella necessità di correttivi, e una visione che reputa il progetto fallito e, conseguentemente, sostiene la necessità di smantellare le strutture europee e tornare agli Stati Nazionali.
L'idea d'Europa fu portata avanti, lo scorso secolo, da una variegata schiera di politici e intellettuali  che sentirono come impegno morale prima ancora che politico la necessità di creare le condizioni per evitare in futuro tragedie come i conflitti mondiali che avevano insanguinato il pianeta nella prima metà del secolo.
La pace era l'obbiettivo che perseguivano quegli uomini e quelle donne di cui è necessario ricordare volti e nomi.
Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli, il tedesco Adenauer, il francese Monnet, il belga Spaak, il francotedesco Schuman, il lussemburghese Bech, l'inglese Churchill, la francese Nicole Fontaine, la francese Simone Veil, prima presidente donna del Parlamento Europeo, la tedesca Ursula Hirschman, e tanti altri che credettero con convinzione che il nostro continente potesse vivere pacificato dopo  secoli di guerre che avevano portato lutti e distruzioni immani. Val la pena di ricordare la guerra dei 100 anni(1338-1455) che contrappose per oltre un secolo francesi e inglesi, la guerra dei trenta anni(1618-1648) che coinvolse tutto il continente e che si calcola abbia "fatto" 8 milioni di morti tra deceduti sui campi di battaglia e vittime di carestie, di epidemie, le guerre napoleoniche, il conflitto franco tedesco del 1870/71 con 650.00 morti, i vari conflitti che avevano contrapposto  in precedenza  francesi e tedeschi, la prima guerra mondiale, la seconda. Non può essere dimenticato che la seconda guerra mondiale ha lasciato dietro di sè 55 milioni di morti, che la Battaglia della Somme durante la prima guerra mondiale (una serie di offensive tra il luglio e il novembre 1916 delle forze anglofrancesi contro le truppe tedesche) lasciò sul terreno oltre 20.000 morti soltanto il primo giorno. E il "consuntivo" fu di 95.675 morti  britannici, 50.729 morti francesi e 164.055 morti tedeschi. 
Sono cifre ed episodi che non possono essere dimenticati e alla luce dei quali non possiamo disconoscere che l'obbiettivo di una europa pacificata è stato raggiunto, si spera per sempre. Dalla fine della seconda guerra mondiale sono passati 75 anni e l'unico conflitto armato è stata la guerra serbobosniaca al momento della dissoluzione della repubblica yugoslava. Ed è stata la pace a favorire uno sviluppo economico e sociale quale i paesi europei non avevano mai registrato
Ma l'obbiettivo della pace non è il solo a costituire la "mission" della Unione Europea, nata con il trattato di Maastricht entrato in vigore il primo Novembre 1993 ed evoluzione della CEE, costituita  con i trattati di Roma del 1957 e divenuta operativa il 1 Gennaio 1958.  La UE uscita da Maastricht si configura come una organizzazione internazionale di Stati Sovrani (28 attualmente) che garantisce libera circolazione di persone, merci, capitali all'interno del suo territorio, una cittadinanza comune, una politica monetaria comune con una moneta unica, l'euro, adottata da 19 dei 28 membri, una Banca Centrale con sede a Francoforte ed una serie di organi di governo comune(parlamento, Commissione, Consiglio, Corte di Giustizia). Questa l'Unione Europea oggi
L'EURO: l'euro è stato criticato da più parti perchè ha tolto sovranità monetaria agli Stati e ha vincolato le politiche economiche dei singoli Paesi. 
Sono d'accordo che rivedere i parametri di Masstricht dopo alcuni anni di sperimentazione non è un "tabou", che la rigida applicazione dei 3 parametri pricipali(deficit annuale entro il 3% del PIL, rapporto debito/PIL entro il 60%, inflazione "omogenea" nei vari Stati) possa essere resa più flessibile, ma dobbiamo avere chiaro in mente che:
- le difficoltà che in tutta Europa si registrano a raggiungere obbiettivi di crescita soddisfacenti trovano la loro causa principale nella "globalizzazione" che ha portato a competere sul mercato globale nuovi Paesi e nuove economie che hanno potuto produrre con costi del lavoro sensibilmente inferiori a quelli europei, 
- l'euro si è affermato come valuta stabile  con tassi bassi che ha consentito ai Paesi con maggiori necessità di ricorrere al finanziamento esterno, in primis il nostro, di farlo a tassi comunque contenuti rispetto a quelli che il nostro Paese, ad esempio, pagava sulla lira, e se lo spread sale è responsabilità nostra che alimenta tentazioni di mera speculazione finanziaria, 
- la Banca Centrale Europea ha svolto egregiamente il suo compito di regolatore e con il "quantitative easing", la misura  di maggior rilievo, ha consentito ai Paesi con maggiori difficoltà sul fronte del debito di superare una fase difficile che non è ancora alle spalle.
Certo il processo è in corso, richiederà ancora parecchio tempo, e i prossimi steps dovranno essere diretti a rafforzare un soggetto che si presenti sempre più forte ed autonomo sotto il profilo economico e politico.  Un governo centrale europeo che rappresenti tutti gli aderenti, una politica fiscale comune, un esercito comune - con mere finalità di salvaguardia della pace - una politica economica comune. E' il solo modo perchè le economie dei singoli Paesi non restino schiacciate tra i Paesi emergenti che si sono affermati come "industrie manufatturiere" globali e la leadership degli Stati Uniti nelle tecnologie avanzate(messa in discussione, peraltro, dai continui progressi e successi della Cina (è di questi giorni la diatriba USA-HUAWEI).
L'obbiettivo finale, gli Stati Uniti d'Europa, uno stato federale con forti autonomie dei singoli Stati
I difetti e i limiti di quello che l' EUROPA è stata finora, sono evidenti. Ma tornare indietro sarebbe un errore colossale. Per questo voterò per l'Europa il 26 e lo farò dando la mia preferenza chi non ha mai messo in discussione la validità del progetto.

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