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martedì 26 maggio 2009

SILVIO BERLUSCONI ASCESA E TRAMONTO

La parabola politica di Silvio Berlusconi sembra aver iniziato la fase discendente, che si preannuncia rapida e rovinosa. Mille i segnali che ne danno la percezione. Il sempre maggior distacco di Fini, la frattura ormai irreversibile con la moglie, le difficoltà crescenti a gestire il caso Noemi, il nervosismo esasperato che caratterizza i comportamenti del premier, l'incapacità ormai di nascondere la gravità della crisi in atto, i conti dello stato fuori controllo, la presa di posizione di Lombardo in Sicilia e, soprattutto, la presa di distanza della gerarchia ecclesiatica che da alcuni giorni sta sferrando un attacco concentrico nei confronti del Presidente del Consiglio mettendone in discussione e censurando (era ora) i valori, diciamo così, che sono alla base del suo operato. La presa di posizione del Vaticano risponde ad una logica e a una strategia ben precisa; preso atto che SB è ormai indifendibile, lo si abbandona al suo destino dimenticando in un colpo i servigi che il predetto ha reso in questi 15 anni( soprattuto in termini di risorse finanziarie elargite). Non c'è istituzione al mondo più cinica della chiesa cattolica e le posizioni di questi giorni ne costituiscono l'ennesima riprova. Quando, nel nostro paese, la gerachia prende posizione , per il malcapitato che viene abbandonato non c'è speranza, come avveniva nei secoli scorsi a coloro che incappavano nelle maglie dei tribunali ecclesiastici e poi venivano consegnati al braccio secolare. Questa volta il braccio secolare non è il popolo sovrano, che ancora in gran numero lo segue come il pifferaio di Harlem, e che continuerà a sostenerlo nelle prossime consultazioni elettorali, ma i poteri forti per i quali il personaggio sta diventando ingombrante, pericoloso e incontrollabile. Confidustria (quelli che contano in Confindustria), Bankitalia, i vertici delle maggiori banche e assicurazioni, una parte dei mezzi di comunicazione, il mondo dei parlamentari cattolici e delle organizzazioni di area, in primis CL, i vecchi marpioni DC temporaneamente allocati in Forza Italia e ora nelPDL, la stessa massoneria lo lasceranno al suo destino e l'unto del Signore passerà i suoi ultimi anni circondato da pochi sodali ad Arcore, nella villa San Martino scippata tanti anni fa alla marchesina Casati Stampa con la complicità del senatore Bergamasco e della famiglia Previti, a rimuginare sul destino cinico e baro che gli avrà impedito di condurre il popolo italiano nella terra promessa, a mio avviso molto somigliante al paese dei balocchi di Pinocchio, che nella sua visione è la terra della libertà e dell'abbondanza, dell'ottimismo e del benessere,governata da un solo grande e magnanimo monarca assoluto, lui stesso, che tutto ha fatto per il bene del "popolo", così lui concepisce i "cittadini", al quale ha dedicato tutte le sue energie. Finirà così, ma ancora mi domando come tutto questo sia potuto accadere all'alba del terzo millennio

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