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giovedì 30 agosto 2012

TECNICI O POLITICI?

Nel corso dell'incontro Monti - Merkel la cancelliera tedesca avrebbe detto: "dopo di te chi verrà? ora ci preoccupa l'ondata  dei populismi"
Domanda semplice, al limite dell'ingenuità, ma che apre un dibattito di eccezionale importanza per il futuro dell'Europa nel suo insieme e dei singoli Paesi.
Ovvio che la risposta che viene immediata è senza alcun dubbio: "politici, ovviamente". Le moderne democrazie occidentali si sono formate negli ultimi due secoli/due secoli e mezzo sulla base di principi chiari che ci vengono dall'illuminismo: il popolo passa dal rango di suddito a quella di cittadino e sceglie chi dovrà governare. Principio raccolto nell'articolo uno della nostra Costituzione che recita:
"L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti  della Costituzione."
Non c'è alcun dubbio: perché ci sia democrazia la sovranità deve appartenere al popolo che la esercita nei limiti che si è posto dandosi una Costituzione. Ricordo che lo Statuto albertino era una Costituzione "octroyèe": era il re che la concedeva. La nostra Costituzione ce la siamo data sulla scorta delle dolorose esperienze del regime, della guerra, della guerra civile 
Ne derivano, in linea di principio, a mio avviso due conseguenze:
- che l'attuale legge elettorale, il cosiddetto "porcellum"priva di fatto il cittadino dalla sua "prerogativa"principale( la possibilità di scegliere chi lo rappresenta), ed è quindi  antidemocratica in sé e va di conseguenza abolita.
- che si deve tornare al più presto alle urne perché i cittadini scelgano chi li deve governare essendo un governo tecnico privo dell'altro requisito fondamentale: l'essere stato scelto dai cittadini. Lo hanno detto a chiare lettere nelle settimane e nei giorni scorsi Bersani, Berlusconi ed altri leader di partiti presenti nel nostro panorama politico.
Tutto questo è perfetto sul piano teorico ma richiede a mio avviso che venga preliminarmente  realizzato un presupposto: che il personale politico "formatosi" nei partiti, che sono il veicolo attraverso il quale (lo dice l'articolo 49 della Costituzione)  si esercita la democrazia                        sia di levatura morale, culturale, e di competenze "elevata". Soprattutto di levatura morale. Non dico che i governanti debbano essere solo gli "aristoi"ma che  non si possa più tollerare di vedere il Paese in mano a personaggi come quelli che ci è toccato sopportare in questi ultimi anni, questo mi sembra assolutamente necessario.
Quindi  completamente d'accordo sul ritorno a fine legislatura della "politica" al governo del Paese. Politica, che dovrebbe avere però la saggezza, mentre si rigenera moralmente e riflette su sé stessa , di lasciare ancora per qualche tempo il timone a persone che abbiano la stessa " autorevolezza" di Monti.
Io personalmente non vedrei per niente male il prof. Monti a capo del governo e il prof. Prodi alla Presidenza della Repubblica. Non è la prima volta che lo scrivo e non sarà l'ultima. 
Per governare un Paese in epoche come la nostra ci vogliono autorevolezza, competenze, visione lunga.
Ci facciamo governare dai Professori? Meglio loro che altri.
E si torni a dare a Ruby quel che è di Ruby e a Monti o chi per lui quello che è di Monti.
Mi si obbietterà ma, il programma? Rispondo che le persone del livello dei due citati, ma anche di altri sui quali il Paese fortunatamente può contare sanno bene quello che è il bene del Paese e, di conseguenza, dei suoi cittadini. La distinzione destra/sinistra secondo me non ha più alcun valore. La contrapposizione è tra competenze/moralità/autorevolezza e populismo/mancanza di regole morali/mediocrità..
L'argomento mi sembra interessante. Ci ritornerò.

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