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giovedì 30 luglio 2015

LA CULTURA DEL PENTIMENTO E DELLA RICHIESTA DI PERDONO

I media ci sottopongono giornalmene episodi di efferata violenza che spesso si concludono con l'uccisione della vittima. Violenza che si scatena altrettanto spesso per motivi futili.
Da qualche tempo però c'è una novità: l'assassino o gli assassini, immediatamente dopo essere stati scoperti, si dichiarano pentiti e chiedono il perdono dei familiari della vittima. E' accaduto anche nei giorni scorsi nelle Marche dove due albanesi (ma potevano essere anche due veneti o due romagnoli) hanno "sgozzato" un diciassettenne per motivi ancora non del tutto chiari ma comunque del tutto futili. La stampa ha sottolineato che la mamma del ragazzo non perdona (ci mancherebbe) e ha riportato la notizia quasi con rammariico. Ora, io trovo aberrante che qualcuno osi chiedere perdono ai familiari più stretti a funerali non ancora avvenuti, ma penso anche che nessuno abbia titolo per concedere il perdono in delitti di sangue come quello citato, nè un'ora dopo nè mai.
L'unico legittimato a concedere il perdono è la vittima, che non può farlo. Tutti gli altri, compresi ll coniuge, i genitori. i figli, non sono legittimati e quindi il loro perdono non ha valore.
Troppo duro? A me non sembra; riflettiamoci. 

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