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mercoledì 8 luglio 2015

LA TELEVISIONE DEGLI ESORDI E QUELLA DI OGGI

I vari canali televisivi, specie in estate, riempiono i palinsesti notturni riproponendo trasmissioni degli anni cinquanta e sessanta(la televisione nel nostra Paese ha una storia di 60 anni) che costituiscono un interessante terreno di confronto con la televisione di oggi. Ogni tanto li guardo, non spesso perchè i protagonisti di allora sono quasi tutti morti e questo mi dà angoscia.
L'impressione è che la televisione di allora "facesse schifo" come per altri versi quella di oggi.
I cosiddetti comici. Rivedere i siparietti con Panelli e con la moglie Bice Valori fà tenerezza per l'ingenuità dei testi e delle situazioni proposte. Lo stesso Alighiero Noschese, che godeva di unanime apprezzamento, visto ora sembra un fucile scarico. Ma anche i vari Tognazzi, Vianello, Walter Chiari graffiano poco; è evidente l'intervento della "censura" - allora in mano alla Democrazia Cristiana - per evitare ogni argomento scabroso, ogni scalfittura al pensiero unico dominante. 
L'informazione politica: ai primordi completamente orientata dalla DC, poi diventa lottizzzata in rigida applicazione del mnuale Cencelli. Nell'uno e nell'altro caso manipolata e falsa.
Trasmissioni di intrattenimento: Studio Uno, Canzonissima ecc. : buon livello complessivo, visibili anche anche oggi.
I romanzi sceneggiati: sono stati un apprezzabile tentativo di far conoscere ad un popolo di semianalfabeti i capolavori della letteratura mondiale. Il tentativo apprezzabile ma...............possibile che dovessero essere così "pesanti", con ritmi lentissimi, così tristi? Il mulino del Po, Canne al vento, Vita col Padre, La cittadella, il top "L'idiota" di Dostojewski con Albertazzi. Roba da suicidio collettivo.
Nel complesso la sensazione che ci fosse un preciso disegno per continuare a trattare gli italiani come bambini che non si voleva far crescere. Un esempio per tutti: vi allego il video del telegiornale del '58 nel quale Ugo Zatterin dà notizia (sic) dell'entrata in vigore della legge Merlin che disponeva la chiusura delle case chiuse. 
La televisione di oggi è lontana anni luce da quella degli esordi ma nel complesso, mutati i tempi, non è certo migliore di quella degli esordi. I pomeriggi sono dedicati a fare processi in diretta televisiva su fatti di cronaca nera che vengono enfatizzati con il solo scopo di autoalimentare l'interesse mediatico. Di Padre Graziano io personalmente non ne posso più. L'informazione politica è in gran parte gridata, i "reality" imperversano, le trasmissioni di traino alla prima serata sono affidate a personaggi improponibili come Amadeus, non rimane molto a parte la Gabanelli e Alberto Angela. Teatro, musi ca, melodramma sono praticamente scomparsi dalla programmazione delle reti del servizio pubblico, le reti sono tantissime ma tendono a fare tutte le stesse cose. In questo ultimo periodo, ad esempio, vanno di moda le trasmissioni di culinaria. Interessanti ma se ve le trovate ad ogni cambio di canale diventano stucchevoli. Conseguenza di tutto ciò è che guardo poco la televisione ed in genere mi sintonizzo sulla "7".
Ma c'è un altro motivo per cui è consigliabile stare poco davanti alla televisione: il telespettatore nel rapporto con il mezzo è completamente passivo, non può obbiettare, non può manifestare la propria opinione, non può contraddire. Perciò la  ricetta - la mia ovviamente - è: meno televisione e più confronto, più discussione, più dialogo, più libri, più sport - praticato e non solo guardato attraverso................la TV.
Nota Bene: questo breve scritto ha il solo intento di sollecitare qualche riflessione, niente di più. 

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