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giovedì 1 ottobre 2015

LETTERA APERTA A PIETRO INGRAO

Caro Pietro Ingrao, 
                       (non ho trovato una formula migliore per rivolgermi a Lei), sono Milena Mauceri, nipote di Amerigo Finocchi che con suo cognato Pio fu presente a Livorno a quel famoso congresso. Da piccola il nonno mi diceva di averla conosciuta, di aver discusso a lungo con Lei insieme allo zio Pio, veramente più lo zio Pio, sul futuro dell'Italia, sul modello di società che vi sembrava migliore, su quello che si poteva fare per avere una società più equa ed equilibrata. E attraverso questo confronto tra persone intelligenti ed intellettualmente oneste - mi diceva il nonno - lei stesso individuò i termini di quello che ebbe a definire "un giovanile errore"/l'adesione al movimento universitario fascista.
Memore di quello che mi aveva detto mio nonno da bambina, l'ho sempre seguita, ho sempre apprezzato la sua coerenza, la sua probità, la nobiltà dei suoi principi e anche la capacità di riconoscere i propri errori.
Il più grande la condanna della rivoluzione ungherese del 1956, Ed ho in massimo grado apprezzato il  rigore con il quale ha messo la questione morale al centro di tutto e la passione civile che ha animato tutto il suo percorso politico. Passione disinteressata ed autenticamente vicina alle classi sociali e alle persone più deboli e svantaggiate.
Ed ho sempre pensato che si dovesse essere indulgenti con il suo "caratteraccio"perché tipico degli uomini di carattere.
Che altro dirle; ho aspettato a scriverle perché in mezzo alla concitazione di questi giorni, probabilmente non avrebbe avuto la possibilità di notare il mio scritto. Ora che c'è più calma, spero che abbia la possibilità di farlo.
Grazie, caro Pietro Ingrao augurandomi di poterla incontrare ancora in qualche parte dell'universo.
Milena Mauceri

4 commenti:

  1. Patrizio, Luxembourg4 ottobre 2015 alle ore 11:53

    Alby, la giornata è uggiosa, piove e non posso neanche andare a funghi, e allora movimentiamola un po' mettendo in conto anche qualche insulto di ritorno.
    Lette le belle parole di Milena, che le fanno onore anche grazie ai ricordi familiari, vorrei provare, e ne sono sicuro, a farla arrabbiare, anche se mi dispiace, e anche te (ma te forse un po' meno ... o mi sbaglio ?).
    Io penso che Ingrao sia stato un trinariciuto guareschiano come pochi altri, e non ne sentiremo affatto la mancanza.
    E ora forza, ho uno scudo di titanio pronto a parare qualsiasi missile.
    Vi voglio bene, any way

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  2. Premesso - e questa è la cosa piùimportante - che vi vogliamo bene anche noi, preso atto che la giornata è uggiosa anche qui, non hai bisogno di alcuno scudo di titanio nè tantomenohai da temere insulti. Siamo anche noi convinti che Ingrao è rimasto ampiamente superato dalla storia e che era in errore anche quando le tesi che sosteneva sembrava avessero l'avvenire nel loro sole. Io poi non sono mai stato "comunista". Ho sempre avuto una posizionelab/lib(Ricordati che faccio riferimento all'illuminismo) e se c'è un uomo politico contemporaneo cui mi sento affine questo può essere Cesare Damiano, che si definisce ed io concordo, keynesiano. Ho sempre pensato che una società sufficientemente equilibrata sia quella in cui si vive meglio, con meno tensioni.Ma una caratteristica quella classe politica "di sinistra"l'aveva::credeva fermamente nelleproprie idee, era moralmente onesta ed ha sopportato pesanti sacrifici personali per difendere ciò in cui credeva.. Non mi sembra che l'ultima classe dirigente del PC PDS DS PD abbiale stesse caratteristiche. Da LENIN a VERDINI: non mi sembra un gran percorso.
    CURA UT VALEAS MON CHER AMI

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  3. Caro Patrizio, similibus similia curantur. Vale

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