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venerdì 8 giugno 2018

IL CONTRATTO POST N. 16 FACCIAMO IL PUNTO SECONDA PARTE

E veniamo ai più recenti sviluppi. Lo scenario che si presentava al cittadino elettore il 4 Marzo scorso era in sintesi questo: tre opzioni in campo tra le quali scegliere
a) una coalizione di centro destra dove la LEGA di Matteo Salvini, che i sondaggi davano in forte crescita, si presentava alleata di FORZA iTALIA, partito personale di Silvio Berlusconi che i sondaggi davano in forte calo e di Flli d'Italia  - ben guidata da Giorgia Meloni - in crescita
ma comunque dal consenso elettorale limitato
b) il Partito Democratico  sempre più in mano a Matteo Renzi e sempre più lontano dai princìpi ideali che ne avevano ispirato la costituzione. Un partito Democratico dove l'attività principale era una feroce guerra tra Renzi e i suoi avversari interni, dove si affermavano personaggi mediocri e discutibili che supportavano acriticamente il capo nella opera di demolizione e annientamento degli avversari. Dove Renzi vinceva all'interno costringendo alla uscita una componente importante che avrebbe dato vita a "Liberi e Uniti" e riducendo praticamente al silenzio la componente che aveva deciso di proseguire dentro il Partito la sua battaglia contro la deriva renziana e che si riconosceva intorno alla figura dell'Onorevole Orlando. Anche il governatore delle Puglie, Emiliano, aveva deciso di "restare".
Dove Renzi continuava a perseguire con determinazione il disegno politico del Partito della Nazione, che sarebbe ben visto - a mio avviso - anche in campo internazionale,  -  un partito centrista che nei suoi disegni sarebbe ovviamente guidato da lui, che dovrebbe mettere insieme l'area di elettorato che finora ha affidato al cavaliere, ex ora riabilitato ma comunque al capolinea,il mandato di rappresentarlo e l'area renziana del PD
Un partito Democrtico che prendeva una batosta elettorale dietro l'altra perchè chi aveva creduto nel progetto non poteva tollerare il suo snaturamento ed essere complice del suo fallimento, ma che dalle batoste non traeva alcun insegnamento
c) un Movimento 5 stelle che si presentava come forza giovane, anche anagraficamente, consapevole che le politiche degli ultimi anni avevano distrutto le speranze e le prospettive delle generazioni più giovani che si proponeva di rappresentare, convinta che il livello di corruzione nella pubblica aministrazione rappresentava ormai un peso enorme che schiacciava ogni possibilità di riscatto del Paese. Un movimento costituito da persone inesperte, con idee probabilmente non chiare in ordine alle problematiche economiche e macroeconomiche di un Paese come l'Italia, ma che era l'unica forza piena di energie allo stato nascente in grado di fermare il declino economico e morale del Paese e in grado di far saltare il blocco di interessi che paralizzava la nostra società.
Personalmente avevo deciso di non andare a votare - e questo per la prima volta - alle elezioni politiche del 4 Marzo. Hai settanta anni, mi dicevo: lascia che i più giovani decidano da soli il loro destino. Inoltre, avendo una visione piuttosto pessimista del futuro dell'Italia non vedevo nessuno in grado di fermare i processi degenerativi in corso. Poi aveva prevalso il diritto dovere di non rinunciare alle mie prerogative di cittadino ed ero andato a votare. Ed avevo votato 5 stelle pur nutrendo parecchi dubbi sul programma e sui vertici del movimento.
Non potevo infatti votare per la coalizione di centro destra "per la contraddizion che nol consente" e perchè mi è impensabile pensare di ritrovarmi sulla stessa sponda del fiume con SB. Non potevo votare Liberi e Uguali sia perchè li ritengo ancorati a vecchi schemi ormai superati e perché mi sarei trovato in compagnia di D'Alema che ritengo il maggior responsabile del fallimento della sinistra nel nostro Paese. E in compagnia di Bersani che lascio volentieri a smacchiare il giaguaro, e di Grasso che come idea portante ha avanzato la proposta di "Università gratis per tutti" Non potevo votare per IL pd dal quale ero uscito per le motivazioni che ho precedentemente illustrato e che nel corso del tempo non solo non aveva fatto la minima autocritica al proprio operato ma aveva accentuato la distanza da quello che avrebbe potuto e dovuto essere.
Ho votato 5 stelle convintamente, pur con le riserve che ho illustrato, anche perchè ritengo che nei passaggi cruciali della storia si debba avere il coraggio di rischiare e di mettersi in gioco.
La crisi di governo è stata lunga, quasi tre mesi, tortuosa e non avrei mai pensato che si sarebbe conclusa con una alleanza/contratto tra 5stelle e Lega. Il PD ha perduto un'altra occasione di tornare in gioco con un'alleanza con i 5 stelle che sarebbe comunque stata meno anomala rispetto a quella del contratto
Il Presidente Mattarella ha pilotato i vari passaggi con modi talvolta ambigui e discutibili. Ma c'era la necessità di formare un governo e il governo c'è. Notevoli erano state le difficoltà a individuare il ministro dell'economia e il ministro è stato individuato, proposto e nominato. Osservo però che mi sembra singolare che il Prof Paolo Savona fosse non proponibile come Ministro dell'Economia per le riserve espresse su alcuni passaggi  della costituzione dell'Unione Europea e vada invece bene come ministro per le politiche comunitarie. C'erano state difficoltà ad individuare il Presidente del Consiglio dopo che i due leaders sottoscrittori avevano fatto entrambi un passo indietro, sollecitato e richiesto senza alcun dubbio, e il Presidente del consiglio è stato individuato, proposto, nominato.
Ora il governo c'è ed ha il diritto dovere di governare; non sarà facile vista la situazione generale ed il fatto che le due forze sono per certi versi antitetiche ed hanno elaborato un programma di governo pieno di contraddizioni. Tutti i protagonisti hanno molto da imparare. Speriamo che lo facciano in fretta e senza far pagare prezzi troppo alti al Paese. I primi passi non sono stati esaltanti:
- il Ministro degli Interni Salvini, ad esempio, dovrebbe rendersi conto che l'espressione "è finita la pacchia per gli immigrati" può al limite essere pronunciata in una sezione della Lega  della provincia comasca o varesotta ma è inadatta sulla bocca di un ministro degli interni. Il ministro ha accanto a sè una compagna gradevole e abituata a trattare situazioni e contesti diversi; ci auguriamo che, parlandone pacatamente a cena, glielo faccia capire.
- il Presidente del Consiglio Conte, che a me non dispiace, deve convincersi che deve dare l'impressione di non essere eterodiretto e deve prendere in mano la situazione con piglio  e con forte autonoma personalità. Dovrebbe inoltre prendere l'abitudine di "ripassare" ogni 15 giorni le biografie delle massime cariche istituzionali, dei leader politici suoi avversari e di quelli suoi alleati. Lo scivolone su Piersanti Mattarella è "sgradevole" ma vorrei ricordare agli esponenti della ex democrazia cristiana che sono giustamente intervenuti in difesa di Piersanti Mattarella e di suo fratello attuale Capo dello Stato che sarebbe anche opportuno ricordare che negli stessi anni nei quali la Mafia uccideva Piersanti Mattarella un altro democristiano doc e dop, Giulio Andreotti, con la Mafia aveva rapporti stretti e continuativi attraverso il suo proconsole in Sicilia, l'onorevole Salvo Lima, e il braccio finanziario dei cugini Ignazio e Nino Salvo, esattori di Salemi. E i rapporti erano talmente stretti e consolidati che quando cosa nostra decise che l'onorevole Andreotti era ormai inaffidabile e non più utile in quanto tutte le promesse di annullamento della sentenza del maxiprocesso erano state disattese, glielo fecero capire con messaggi forti e chiari. Totò Riina aveva una sua logica semplice e coerente
- il 12 Marzo 1992  fu assassinato Salvo LIma mentre si recava ad un convegno a Palermo al quale era atteso anche Giulio Andreotti
- il 23 Maggio 1992 fu assassinato Giovani Falcone. L'assassinio servì anche a fermare la corsa al Quirinale del Divo Giulio
- il 19 Luglio 1992 fu assassinato Paolo Borsellino
- il 17 Settembre 1992 fu assassinato Ignazio Salvo ( il cugino Nino, per sua fortuna, era morto nel 1986). Del Gruppo di fuoco che eseguì la sentenza di Totò Riina facevano parte Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e Antonino Gioè (il gotha dei Corleonesi)
Con poche semplici mosse ra stata eliminata la corrente andreottiana colpevole di non aver mantenuto le promesse di annullamento della sentenza del maxiprocesso e di alleggerimento del 41-bis e venivano eliminati i due magistrati che avevano memoria diretta dei rapporti e degli intrecci mafia/politica. La prima Repubblica era al suo epilogo. Ci si preparava alla discesa in campo.
La fine della seconda Repubblica avviene in un clima fortunatamente diverso ma non meno insidioso. A coloro che guidano e guideranno il Paese si chiede senso dello Stato, saggezza, equilibrio, capacità di vedere anche dentro e dietro le righe, competenze tecniche e forte tempra morale.
Siamo il Paese che ha dato i natali a Virgiiio, a Seneca, a Dante, a Leonardo, a Michelangelo, a Leopardi, a Enrico Fermi e a tante altre figure eccellenti. Ricordiamocelo e cerchiamo di volare alto

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