Il mio approccio - come ho in precedenza anticipato - cercherà di partire dal presente per risalire al passato. Ciò non toglie che è senz'altro utile, per una migliore comprensione, ora all'inizio, richiamare alla memoria i concetti forti elaborati nel corso dei secoli dalle filosofie e dalle religioni qui in occidente
Per farlo ricorrerò all'aiuto degli antichi egizi che hanno elaborato nel corso dei secoli concetti, visione del mondo e miti che hanno influenzato tutte le culture successive e che, per la luinghissima durata della loro civiltà, per l'enorme numero di reperti e di testimonianze che ci hanno lasciato, costituiscono la più conosciuta, la più interessante, la più complessa, delle antiche civiltà .
Oltretutto gli egiziani mi aiutano meglio di chiunque altro ad affrontare la prima deile riflessioni che intendo fare insieme a chi avrà interessse a leggermi.
Tutti i popoli antichi, in primis gli Egizi appunto, hanno dato grande importanza al rapporto con la morte, che è stata sempre fortemente presente nella sfera individuale e sociale di tutti; spesso individui e popoli hanno vissuto praticamente solo in funzione di quello che si voleva o si temeva sarebbe successo "dopo". I duemila anni di Cristianesimo che abbiamo alle spalle hanno proposto gli stessi schemi. La "certezza" di una vita ultreterrena, il timore di un giudizio finale e delle conseguenti "fiamme" dell'inferno hanno condizionato la vita di individui e popoli e costituito un efficacissimo "instrumentum regni" nelle mani delle classi dominanti. Solamente a partire dal 600 con Spinoza e dal 700 con l'illuminismo l'impalcatura ha cominciato a presentare le prime crepe e le prime brecce ma solamente negl ultimi decenni il fenomeno ha assunto dimensioni di massa
Qusto percorso è ricostruito in maniera chiara e con un linguaggio accessibile a tutti in un bel libro di Philippe Ariès dal titolo "l'uomo e la morte dal medioevo ad oggi" che io ho nell'edizione Oscar MOndadori e che consiglio a tutti.
Mi fermo qui; ho sperimentato in passato che se i post sono troppo lunghi subentra un calo d'attenzione
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