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sabato 9 novembre 2019

QUALCHE ALTRA NOTAZIONE IN ORDINE ALLA VICENDA ILVA

Ieri  il Presidente del Consiglio Conte è andato a Taranto per incontrare la città. Non poteva non farlo, è lui il Presidente del Consiglio e a lui toccava farlo. E' stato detto e scritto da molti che "ci ha messo la faccia";anche questo gli toccava ma va sottolineato con forza che ci ha messo la faccia al posto di molti altri che hanno responsabilità precedenti alle sue. A Taranto Conte si è trovato di fronte una parte che chiede la bonifica del sito e la prosecuzione dell'attività produttiva e un'altraparte che chiede la chiusura dello stabilimento e la conseguente bonifica per gli eccessivi rischi per la salute dei tarantini. Il movimento 5 stelle in campagna elettorale si era schierato per questa opzione. Il Presidente del Consiglio, dopo aver premesso che una soluzione allo stato non ce l'ha(dichiarazione che gli fa merito, del resto Sacilor/Mittal si sono sfilati due/tre giorni fa), mi sembra orientato a cercare una soluzione che salvi ambiente e posti di lavoro. Perchè si fa presto a dire la salute innanzitutto (come si può non condividere) ma bisogna mai dimenticare che che senza fonti di reddito adeguate e continuative un cittadino non è un cittadino. La Costituzione inizia con un articolo che recita "l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro" ponendolo al vertice del nostro mondo valoriale. E il lavoro non si inventa(vedi reddito di cittadinanza), anzi è più facile perderlo che trovarlo.
Per capire meglio, rivediamo la storia dello stabilimento di Taranto, Costfruito dall'IRI nel 1961 nel contesto dei massicci investimenti del dopoguerra nell'industria pesante per creare posti di lavoro e un volano di posti di lavoro al Sud, occupa un'area di 15.450.000 metri quadrati confinante con il quartiere Tamburi che conta 18.000 abitanti e che risulta il più esposto ai danni ambientali più volte certificati,
Dal 1961 al 1995 è stato gestito direttamente dallo Stato(stabilimento Italsider); nel 1995 è stato rilevato dal Gruppo Riva. Nel 2012, dopo diciassette anni di gestione dei Riva, l'acciaieria si trova al centro di una inchiesta per disastro ambientale. Numerose perizie accertano emissioni abnormi di sostanze inquinanti, scattano arresti, sequestri e provvedimenti cautelativi.
Nel 2013 Taranto viene commissariata dal governo Letta che nell'Agosto di quell'anno emana un decreto per l'avvio dell'attività di bonifica
- nel 2015 si apre una nuova fase di commissariamento 
- nel 2016 viene pubblicato il bando per la vendita dell'Ilva
- nel 2018 il Ministro Calenda trova un accordo con la Jointventure ArcilorMittal per  la vendita di Ilva alla Jointventure. L'accordo è perfezionato dal ministro Di Majo. L'accordo prevedede un temporaneo "afitto" dell'acciaieria
- il parlamento nei giorni scorsi toglie lo scudo penale che era stato introdotto fin dal 2015 per tutelare i futuri acquirenti per responsabilità penali dei loro predecessori
- il 4 Novembre scorso ArcelorMittal comunica di recedere dall'acquisto dell'Ilva
Lo stabilimento occupa attualmente 8.200 di pendenti più 3.000/3.500 di indotto diretto.
Questa è l'attuale situazione dalla quale si evince che:
i problemi vengono da lontano e i gravi poroblemi di inquinamento sono tutti di responsabilità Italsider e , soprattutto, del Gruppo Riva
 - la popolazione ha tutto il diritto di pretendere una bonificarapida e totale
- Lo scudo penale, in un tale contesto non è nè anomalo nè scandaloso
- aver tolto lo scudo penale con un colpo di spugna  e con arroganza ha dato pretesto agli acquirenti di sfilarsi in un momento in cui i dazi di Trump e segnali recessivi in Europa fanno presagire un quadro  per il mercato dell'acciaio sfavorevole
Adesso bisognerà rimediare; come non lo so.Certo è che si ha sensazione che problematiche gravi e complesse vengano gestite da veri e propri dilettanti  allo sbaraglio, Non lo era di meno chi, come Silvio Berlusconi, adesso lancia accuse di inadeguatezza. E lui dove era?

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