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domenica 6 dicembre 2009

IL COMPUTER, INTERNET, LA POSTA ELETTRONICA

Ho avuto per tre giorni entrambi i computer fuori uso:
- sul portatile il programma ONDA CONNECTION non veniva letto dal computer per cui non era possibile collegarsi ad Internet ed inoltre c'erano altri problemi(ho su VISTA che,notoriamente, non è il massimo). L'ho fatto formattare ed ora funziona perfetta
mente
- sul fisso il modem wireless non leggeva la chiavetta che si era deteriorata. Sono andato alla UNIEURO di Olgiate dove avevo acquistato il router, della Belkin, dove mi hanno sostituito gratuitamente l'intero router. Evidentemente alla Belkin conviene sostituire il tutto piuttosto che farlo riparare a dimostrazione che si tratta di circuiti stampati in genere di produzione cinese che costano all'origine pochi euro(ma in commercio il router costa 59,90). Tutto perfetto se non fosse che, malgrado gli sforzi miei e di persona a me cara, non siamo riusciti a configurare il nuovo modem. Ad un certo punto ci siamo arresi; bisogna far decantare le cose, ed il nervosismo, e riprovare a mente fresca, non c'è altra soluzione. Lo farò ma, allo stato, il collegamento Internet sul fisso non c'è malgrado il modem e la chiavetta siano stati correttamente, almeno così sembra, istallati.
MORALE DELLA FAVOLA: per tre giorni ho avuto la sensazione di essere cieco e sordo e fuori dalla comunicazione con il resto del mondo. E la cosa mi ha meravigliato e fatto riflettere; perchè io appartengo ad una generazione che ha visto l'avvento via via degli elettrodomestici bianchi di base(frigorifero, lavatrice, lavastoviglie), della televisione, che è entrata in casa mia nel '58, quando avevo già undici anni, lo stesso telefono era uno strumento che solo in pochi avevamo. Poi negli ultimi anni sono arrivati, tumultuosamente, i telefonini (chi potrebbe oggi fare a meno del suo cellulare?), Internet, la posta elettronica, gli MP3, gli MP4, gli IPOD, gli IPHONE, le videocamere digitali, le macchine fotografiche digitali, il NAVIGATORE(ma come ha fatto Giulio Cesare a conquistare la Gallia senza TOM TOM?.) , prima il CD e poi il DVD (ma che nostalgia dei vecchi dischi in vinile) e chissà quante cose ho dimenticato.
SECONDA MORALE DELLA FAVOLA: è meglio adesso che prima, noi non ci rendiamo conto di quanto la tecnologia abbia migliorato la nostra vita, le nostre capacità di comunicazione e informazione. Avevo infatti dimenticato, volutmente:
GOOGLE: io davanti a Google e agli altri motori di ricerca( ma di fatto uso solo GOOGLE) rimango stupefatto(odio la parola basito che è diventata di moda ultimamente) e mi inchino. Ma ce lo ricordiamo quando per fare una ricerca o trovare una informazione dovevamo cercare non si sapeva dove e perdere un sacco di tempo? Con Google in un nanosecondo trovi tutto.
WIKIPEDIA: un altro strumento che uso moltissimo e al quale attingo per biografie, curiosità, dubbi che mi vengono, informazioni varie. Una enciclopedia non perfetta ( è una WEB2) ma utilissima.
Infine FACEBOOK che consente di avere contatti, discutere, con persone ubicate in tutto il mondo, sentirsi parte di un network planetario, essere partecipi attivi di ciò che accade.
Non amo invece SKIPE, preferisco il normale telefono anche perchè ho una tariffa flat che mi ha tolto il pensiero del tempo.
TERZA MORALE DELLA FAVOLA: tutto questo è meraviglioso ma non è niente se non conserviamo, ciascuno di noi, la capacità di ragionare con la nostra propria testa, la volontà di formarci opinioni documentate, l'attitudine al confronto civile con gli altri, il senso della democrazia intesa come sentirsi definitivamente CITTADINI, CIVES, CITOYENS e mai sudditi, la consapevolezza dell'importanza dell'avere la schiena dritta e lo sguardo alto sull'orizzonte(non dimentichiamo mai quale conquista è stata la STAZIONE ERETTA per questo mammifero cordato che chiamiamo UOMO). Ed infine non dimentichiamo mai due terzine della Commedia:
_ Considerate la vostra semenza:
Fatti non foste a viver come bruti,
Ma per seguir virtute e canoscenza
(Inferno XXVI)
_ Ditene dove la montagna giace,
Si che possibil sia l'andare in suso
Chè perder tempo a chi più sa più spiace
(Purgatorio III)

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