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martedì 14 gennaio 2014

IL DR WHY IL CALORE LA COMPASSIONE

Rompo per un attimo il silenzio.
Mi hanno riferito che venerdì sera al "Capolinea live" di Marnate ad un certo punto della serata il conduttore Enrico ha sottolineato la mia assenza augurandomi un pronto rientro e ritorno. Di questo ringrazio Enrico.
Mi hanno anche riferito che la sollecitazione di Enrico è stata accolta da un lungo e corale applauso che io, nel momento in cui mi è stato riferito, ho percepito come "caloroso" e "compassionevole". I due aggettivi non sono stati scelti a caso:
- "caloroso" esprime bene la sensazione di benessere che si prova sedendosi ad occhi chiusi con il viso rivolto al sole. Sensazione stupenda in montagna magari oltre i duemila metri dopo una lunga sciata, altrettanto gratificante al mare ma che conserva le sue positività anche in città.
- "compassionevole" ha un significato più complesso.
Oggi da noi in Occidente l'aggettivo ha assunto una connotazione sostanzialmente negativa. "Compassionevole" uguale colui o ciò che desta "compassione". Non è questa.
- nel Corano l'aggettivo connota addirittura Allah "il misericordioso" o "il compassionevole". Non è nemmeno questa. Non sento il bisogno di qualcuno che abbia "compassione" o "misericordia" di me.
- mi piace invece e mi riconosco nel significato che i nostri antenati davano al termine  ("cum" "patire"), cioè condividere le sorti dell'altro, "partecipare" alle sorti dell'altro. In definitiva l'accezione più nobile della parola"pietas"(come ringrazio di aver fatto il classico al Perticari di Senigallia). E mi piace il significato che l'aggettivo ha nelle filosofie orientali. Nella filosofia buddista, in estrema sintesi, è "il desiderio del bene nei confronti di ogni essere senziente". Ci ritrovo il "Deus sive natura" di Spinoza
Ci tengo a ringraziare gli "amici-avversari", in genere parecchio più giovani di me, per "il calore" e la "compassione" che mi hanno trasmesso; e mi piace farlo attraverso questo blog che, so, alcuni di loro hanno iniziato ad "aprire" con frequenza. Blog che avrà pure mille difetti, sono il primo a riconoscerlo, ma che ha sicuramente il pregio, ve lo assicuro, della sincerità, talvolta, a dire il vero, addirittura eccessiva.
E accompagno le mie parole con un pezzo musicale che, spero, vi piaccia.

3 commenti:

  1. alberto ti sono vicino, e spero che ritrovi la tua tempra in quel di cunardo. a breve riceverai una mia chiamata....sei grande! maurizio

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  2. Bellissimo post Alberto e spiegazione del significato della parola compassionevole veramente corretta e adeguata! Ti auguro una pronta guarigione e un rapido ritorno a casa! Ti aspettiamo con affetto Luca Rossetti

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  3. Ringrazio entrambi.
    @ per Maurizio: io mi sono laureato in giurisprudenza il 17 Novembre 1970 (23 anni, due mesi, due giorni). A quando la tua, di laurea?
    @ per Luca: vedi che ti ha fatto bene essere stato allievo, seppur per breve tempo, di Milena? Svizzero-tedesca nel metodo di insegnamento, sicula e solare per il grande amore che ha sempre avuto per i suoi allievi, tutti, nessuno escluso

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