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martedì 26 luglio 2016

I PRINCIPI DELL'89

Nell'ultimo post dallo stesso titolo scritto il 15 Luglio sostenevo, riprendendo i precedenti, che i fatti che stanno avvenendo debbono essere inquadrati in uno scontro di civiltà e che sarebbe un grosso errore imputare a "cani sciolti" con problemi di equilibrio psichico la responsabilità delle efferatezze cui giornalmente ormai assistiamo.
Sintetizzo quello che penso; è in atto uno scontro globale di civiltà che si alimenta:
- dell'obbiettivo che si sono posti alcuni Paesi arabi produttori di petrolio di un riequilibrio di potere nei confronti degli U.S.A. e dei maggiori paesi occidentali
- della contrapposizione economica tra i Paesi occidentali, in forte caduta di PIL e con larghe fasce di popolazione preoccupate ed impaurite per l'evidente calo del loro tenore di vita, ed i Paesi Islamici, soprattutto quelli del sud-est asiatico, nei quali si sono spostate parecchie produzioni industriali
- del rancore che tutto il cosiddetto terzo mondo nutre nei confronti dell'Occidente responsabile di una colonizzazione spesso spietata la cui fine è ancora troppo vicina nel tempo e non ancora metabolizzata
- della contrapposizione tra le due religioni monoteiste che si fronteggiano da secoli, entrambe fortemente integraliste. L'islam, al contrario del cristianesimo, ha conservato una forte capacità di condizionamento delle collettività islamiche e costituisce un forte elemento di coesione ideologica ed identitaria.
Ciò consente all'Islam di chiamare alla guerra  santa e trovare sempre adepti disposti ad immolarsi.
In questo contesto l'ISIS o altre organizzazioni similari possono colpire quando, come e dove vogliono anche perchè islamici di seconda e terza generazione sono presenti in tutti i Paesi occidentali e non è assolutamente facile individuare chi tra di loro può colpire.
E' evidente una strategia in atto che colpisce obbiettivi diversificati nello spazio e fortemente simbolici. Viene colpita la Francia, antesignana del laicismo, vengono colpite le chiese - contrapposte alle moschee - vengono colpite persone inermi nei loro spazi di aggregazione e di divertimento ad indicare che nessuno è al sicuro, molto spesso le vittime vengono "sgozzate" come agnelli sacrificali, gesto che concentra tutto il disprezzo, tutto il rancore, tutto l'odio nei confronti dell'Occidente. Personalmente prevedo che nel contesto di questa strategia, tra i prossimi obbiettivi ci sarà il nostro Paese e uno dei simboli più significativi - quale non so  - della nostra cultura e del nostro passato. Non so perché sto pensando all'avventato, parve allora, discorso che Benedetto XVI fece a Ratisbona nel Settembre 2006 ed è in quel contesto che sento delinearsi l'obbiettivo. San Petronio a Bologna? la città di Ratisbona?
E ALLORA CHE FARE
Premesso che per elaborare i princìpi dell'89 abbiamo impiegato secoli in mezzo a  mille ostacoli e con immani sacrifici da parte di molti, che non possiamo rinunciare a quello che hanno elaborato per noi Spinoza, Galileo, Voltaire, Kant, Marx e tanti altri, che abbiamo il diritto/dovere di difendere la nostra cultura ed i nostri princìpi, che sono i princìpi dell'89, che hanno integrato e superato quelli che ci venivano dalla tradizione cristiana, è tempo di cessare di aver timore di prendere posizioni decise e provvedimenti conseguenti. Con l'Islam non c'è dialogo possibile, la contrapposizione tra Islam moderato e Islam radicale non è reale e serve solo per acquietare le coscenze, è invece reale il rischio che la vecchia Europa soccomba di fronte a forze più fresche, più giovani, più motivate, più indottrinate.
COME?, MI DIRETE.
Cercherò di rispondere in un prossimo post. 

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