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sabato 13 agosto 2016

IL DEBITO PUBBLICO E LO STATO DELL'ECONOMIA

Come non era difficile prevedere, dall'economia vengono segnali preoccupanti che le opposizioni stanno cavalcando per indebolire il governo Renzi, dimenticando che i problemi vengono da lontano e che i ritardi accumulati dal sistema Italia negli ultimi venticinque anni hanno come responsabile principale il cav. Silvio e il "suo" partito. Non ho alcuna particolare simpatia per Matteo Renzi, che anzi giudico pericoloso, e lo sto scrivendo da tempo, ma attribuirgli tutte le colpe è operazione di bassa macelleria politica. Certo è che se la sua "ministra" Boschi esce con le affermazioni di un paio di giorni fa sull'essenza della democrazia, il buon Matteo un po' se le cerca.
Stesse valutazioni possono eseere fatte nel giudicare l'operato del neo sindaco di Roma e del movimento 5 stelle. Debbono far chiarezza in fretta intorno all'assessore ai trasporti della giunta capitolina perchè se vengono percepiti essere "della stessa pasta" degli altri partiti che hanno governato in precedenza la città la loro esperienza politica può dirsi già conclusa.
Apro una parentesi: i media sono pieni di neologismi come "sindaca","sindachessa", "ministra", "assessora" ecc. che sono cacofonici e orribili ad udirsi. Le donne hanno pari dignità, ci mancherebbe, ma non hanno bisogno che siano femminilizzati ruoli che la lingua ha codificato al maschile per affermare la propria identità, almeno fino a quando i neologismi saranno  percepiti come sgradevoli all'udito. Almeno a me. Per quanto attiene poi alla vecchia diatriba "le donne sono ancora penalizzate nella copertura dei ruoli apicali" vorrei ricordare che Presidente della Camera è una donna, che donne sono i "sindaci" di Roma, Torino ed altre importanti città, che Presidente della RAI è una signora, che - infine - ministro che ha in mano le "riforme", cioè il futuro del Paese, è l'ineffabile Maria Elena Boschi, dalle idee piuttosto confuse, e questo è grave visto il ruolo ricoperto, in merito ai princìpi che regolano le moderne democrazie.
Torniamo a parlare di economia. 
IL DEBITO PUBBLICO
Il debito pubblico a fine giugno ha toccato un altro record assoluto: 2.248 miliardi con un incremento di ben 77,2 mld da inizio anno. Ho scritto in parecchie occasioni, ultima nel  post dello scorso 24 Luglio, che non riesco a ricostruire nei dettagli i meccanismi che portano mese dopo mese al continuo allargamento del debito.(Mi auguro che in Bankitalia o al Ministero dell'economia ci sia quacuno che ci riesca) So solamente che la crescita è continua e sostenuta (77.2 miliardi equivalgono ad oltre 149.000 miliardi di lire, detta così è ben altro l'impatto) e lo è malgrado il taglio dei trasferimenti agli enti locali e il forte alleggerimento degli interessi sul debito pregresso che si è verificato negli ultimi anni.E benedetto sia l'euro per questo.
E allora se il debito cresce e la spesa per interessi cala, vuol dire che l'avanzo primario cala e bisognerebbe approfondire in dettaglio se sul calo incide di più una carenza di entrate o un eccesso di uscite. Bisogna scendere nelle pieghe del bilancio dello Stato e non è facile. A partire da Settembre mi riprometto di fare un lavoro sistematico e approfondito di raccolta ed interpretazione di dati. In questa sede, per pronta comprensione, comincio ad  allegare alcuni dati che riguardano il più recente passato-
Rimando all'interessante articolo di Maurizio Sgroi sul Sole24Ore del 27 giugno scorso per alcuni dati macroeconomici di rilievo.
http://www.econopoly.ilsole24ore.com/2016/06/27/i-tassi-bassi-della-bce-e-levoluzione-delle-finanza-pubblica-italiana/ 
Concentriamoci sulla tavola 11:
nel 2015 il bilancio dello Stato ha fatto registrare entrate per 784 miliardi (47,9% del PIL) e spese esclusi gli interessi per 758 miliardi. Per differenza l'avanzo primario è stato di 26,1 miliardi pari all'1,5% del Pil. Ma avendo avuto un onere per pagamento di interessi di 68,4 miliardi il bilancio ha chiuso "in rosso" per 42,3 miliardi pari al 2,6% del PIL
Se si guardano gli ultimi  anni vediamo che l'onere per pagamento interessi è sceso  dagli 83,6 del 2012 ai 68,4 del 2015 - risparmio di 15,2 miliardi 2015 su 2012 - il saldo primario è sceso dal 2,2 all'1,6 (da 36 a 26,1 mld) malgrado un aumento delle entrate da 771,7 a 784. Perchè? Perchè le spese correnti del 2015 (758 miliardi) sono state superiori di 22,6 mld rispetto al 2012. In poche parole se siamo riusciti bene o male a tenerci a galla e nei parametri lo dobbiamo soltanto alla minor spesa per interessi e quindi alla politica della BCE cheha tenuto bassi i tassi tutto il periodo e bassi li terrà anche per il futuro.
Questo un aspetto, a grandi linee, del quadro macroeconomico entro il quale si colloca l'azione del governo. Ma il problema più grave è la mancata crescita che ormai dura da anni. Effetto combinato  della riduzione del PIL e dell'aumento del debito, il rapporto deficit/pil si è portato a fine 2015 al132,7. Rammento che per i parametri di Maastricht questo rapporto deve essere contenuto entro il 60%

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