Visualizzazioni totali

mercoledì 3 agosto 2016

IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO,( MARCIO COME UNA TRIREME.....................................)

Sono passati pochissimi giorni dal momento in cui sono stati resi noti i risultati degli "stress test" ai quali sono state sottoposte le principali banche europee. Quattro banche italiane su cinque promosse(della quinta, il Montepaschi, si sapeva che stava attraversando il passaggio più delicato della sua storia pluricentenaria per cui nessuno si aspettava niente) avevano indotto il premier Renzi e il ministro Padoan ad affermare perentoriamente ed incautamente in più sedi ed in variegati contesti che il sistema bancario del nostro Paese è solido e che non c'è malcun timore circa la sua tenuta. Non ci crede nessuno, chi scrive meno che mai (basta leggere quello che ho scritto in passato). La realtà è che i sistemi bancari di tutta Europa, nessuno escluso, sono in forte difficoltà riconducibili in linea di massima a tre ordini di cause:
a) l'economia europea ha perso in questi ultimi anni, in particolare nell'ultimo ventennio, capacità produttiva, capacità competitiva, fatturati - e quindi pil - in moltissimi settori. Effetto della globalizzazione, dell'affermarsi della Cina come primo produttore manufatturiero mondiale, dell'esplosione dell'economia coreana, dello spostamento della produzione di prodotti poveri oltrechè in Cina in tutto il sudest asiatico. Economia europea debole, banche deboli con il problema "sofferenze" sempre più accentuato.
Alcuni esempi:
- nell'elettronica di consumo SAMSUNG e LG (coreane) hanno letteralmente spazzato via la concorrenza. Marchi come MOTOROLA e NOKIA sono spariti nel settore SMARTPHONE. Ridimensionato a posizioni marginali il marchio SONY nei televisori. SAMSUNG e LG la fanno da padroni anche nel settore impianti di condizionamento dell'aria, di raffreddamento (frigoriferi) lavastoviglie ed elettrodomestici bianchi in genere.
L'industria automobilistica europea ha perso l'Italia e la Gran Bretagna (il marchio FIAT non è più un marchio italiano, l'industria automobilistica inglese non esiste più da tempo.) Anche Germania e Francia soffrono; non dimentichiamo che il marchio FORD e il marchio OPEL sono statunitensi, non dimentichiamo che il marchio MERCEDES è la pallida immagine di quello di trenta anni fa e che le case francesi dopo aver recuperato bene negli anni '80 e '90 hanno ricominciato a soffrire. La fanno da padrone STATI UNITI e GIAPPONE. TOYOTA vende quasi 11 milioni di pezzi per non parlare dell'industria motociclistica dove HONDA vende 16,5 milioni di pezzi e YAMAHA 6,5
potrei continuare per molti altri settori.
b) le banche, praticamente tutte, hanno pericolosamente aumentato le attività finanziarie con derivati e similari aumentando a dismisura i rischi e nel contempo hanno ridotto tempo e attenzione per l'attività tradizionale di intermediazione tra risparmiatori e imprese
c) sono venuti meno tutti i princìpi etici da parte dei vertici bancari  che si sono autocooptati con la colpevole condiscendenza, per quello che ci riguarda, della Banca d'Italia e dei governi. Hanno avuto libero campo i banchieri del cosiddetto capitalismo di relazione (Geronzi e Bazoli in primis) seguiti da tutto un novero di "banchieri" (si fa per dire) di provincia che hanno portato la "relazione" al banale "io ti do i fidi, tu mi dai i soldi"- percentuale o altre utilità). Bianconi di Bancamarche, De Bustis di Banca 121/Montepaschi, Zonin di Popolare di Vicenza, De Carlo di Banca della Provinci di Teramo, Berneschi di Carige, Consoli di Veneto banca arrestato ieri, alcuni dei protagonisti di questa stagione. Questa è la situazione e sarebbe tempo che Presidente del Consiglio e Ministro dell'economia smettessero di raccontare balle sostenendo che tutto va bene madama la marchesa. Capisco che si vuole evitare di seminare panico ma c'è modo e modo.
Termino qui questo post. Nel prossimo parlerò di Montepaschi e del quadro generale.
 Intanto una notizia che riguarda i rimborsi per i clienti delle quattro banche fallite. Un decreto del 3 Luglio fissa in sei mesi il tempo entro il quale chiedere il rimborso; c'è tempo fino al 3 Gennaio 2017. Per il 2016 loro non vedranno un euro e il governo non dovrà preoccuparsi del problema, con i tanti che ha. COME VOLEVASI DIMOSTRARE
 

1 commento:

  1. Analisi lucida, come sempre, che condivido. D'altra parte non ne abbiamo parlato una volta sola. Operatori tecnicamente dilettanti, senza controlli tecnici e politici, anzi. Speriamo che reggano finché le economie di altri Paesi, in qualche modo, riusciranno a curare la grave malattia.

    RispondiElimina