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domenica 29 luglio 2012

BANCA DELLE MARCHE

Su Banca delle Marche ho scritto in passato con un post del 21 Ottobre 2010 dedicato allo IOR ed ad alcune operazioni di dubbia natura appoggiate sulla banca marchigiana. In un altro del 27 Febbraio 2010, invece, commentavo con stupore preoccupato la circostanza che la "cricca" di Anemone e Balducci avesse il proprio centro di interessi bancari in una Filiale romana dell'Istituto. Inoltre ero intervenuto nella vicenda SE.BA, una società di servizi bancari posseduta da alcune banche marchigiane, (Banca delle Marche in primis), in quanto ritenevo eticamente riprovevole che non si trovasse una soluzione per salvare il posto di lavoro a 35 persone facilmente ricollocabili all'interno delle banche proprietarie.
Ora torno in argomento in quanto in settimana si è interrotto il rapporto tra l'Istituto e il Direttore Generale Massimo Bianconi. Il comunicato ufficiale parla di risoluzione "consensuale" del rapporto di lavoro "nell'imminenza del raggiungimento dei limiti per il collocamento a riposo del banchiere" (che ha 58 anni). La verità chiaramente è altrove anche se gli articoli che appaiono quotidianamente sul Corriere Adriatico tendono a presentare una realtà senza ombre Bianconi ha lasciato su sollecitazione pressante di Bankitalia che ha - come anche riportato dal Corriere della Sera - avanzato pesanti riserve su alcune operazioni immobiliari della famiglia Bianconi che evidenziavano una commistione tra ruolo pubblico e interessi privati. Visto come evolveva il quadro, Bianconi ha preferito lasciare anzitempo il campo mettendosi in tasca un consistente premio di uscita ( si parla di tre milioni di euro. con uno sconto concesso magnanimamente dal diretto interessato) prima che emergessero altri elementi.
Bianconi in particolare è stato messo in difficoltà da una operazione impostata con il Gruppo Casale - abbondantemente finanziato da Banca delle Marche  e poi andato in decozione- dal quale una società riconducibile alla moglie del direttore generale ha acquisito un immobile ai Parioli di Roma al prezzo di 7 milioni di euro con un consistente sconto di fronte ai prezzi di mercato. L'operazione è stata finanziata all'acquirente da Tercas (Cassa di Risparmio di Teramo) poi commissariata.
Un'altra operazione similare su Treviso. Del resto già in anni passati era stato impostato analogo schema con il Gruppo Ricucci..
Ora io non voglio fare il moralista ma osservo che in qualsiasi paese occidentale operazioni della specie vengono valutate in maniera pesante tanto è vero che nessuno le fa, in Germania, in Finlandia o in Olanda.
Quindi è evidente che le ombre dei rapporti con la "cricca" di Anemone e Balducci, operazioni "over line"come le citate, una condotta, come dire, spregiudicata, hanno indotto la vigilanza di Bankitalia - che si accorge delle cose sempre quando i buoi sono già scappati - ad intervenire.
Mi auguro soltanto che il bilancio di Banca delle Marche non nasconda sorprese. Talvolta capita.
Dalla spiaggia di velluto di Senigallia Domenica 29 Luglio 2012

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