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venerdì 14 settembre 2012

CONSIGLIO COMUNALE APERTO DEL 13 SETTEMBRE

Ieri sera si è tenuto nella nostra città un importante Consiglio Comunale. Un Consiglio Comunale "aperto" che aveva ad  oggetto la scelta che Busto deve fare in relazione alla ristrutturazione dell'assetto delle Province come delineato dal decreto Legge sulla "spending rewiew"convertito in Legge ad Agosto. Una seconda serata è prevista per Martedì 18 Settembre ai Molini Marzoli e vedrà la partecipazione di esponenti del mondo del lavoro (imprese e sindacati) e dell'Università. In poche parole la provincia di Varese "sparirà" non avendo i requisiti minimi previsti dalla legge per cui il territorio verrà ricompreso in una "superprovincia" che raggrupperebbe tutte quelle del nord Lombardia (Varese, Como, Lecco, Sondrio) Ho usato il condizionale perchè questa è l'ipotesi più accreditata, ma potrebbe anche darsi che Sondrio si aggreghi alla limitrofa provincia di Brescia.
Comunque per Busto si aprono due possibilità: aggregarsi alla Città metropolitana di Milano (la legge prevede la istituzione di 10 città metropolitane) o alla ipotizzata mega provincia che per facilità di comprensione potremmo chiamare "Insubria."
Consiglio Comunale aperto, ho detto, perchè era aperto a esponenti della società civile che hanno avuto la possibilità di illustrare in interventi della durata di 10 minuti ciascuno la loro posizione in merito alla scelta. Scelta che influenzerà in modo determinante il futuro della città. Gli interventi sono stati 7.
Non mi soffermerò sugli interventi di due noti avvocati amministrativisti, il primo in verità del tutto incolore, nè su quello di un altrettanto conosciuto esponente locale dei "verdi" sul quale da parte mia stendo, come già in altre occasioni, un velo di che natura lascio immaginare. Nè su quelli dell'archietto Magini nè su quello dell'esperto di mobilità  Arnaldo Baroffio nè su quello del direttore dell'emittente televisiva RETE 55 Matteo Inzaghi, peraltro di ottimo livello, che paventa i rischi di "periferizzazione" della cittù con l'aggregazione a Milano. Voglio solamente riferire dell'intervento di Gilberto Squizzato, autore e regista televisivo, il quale con passione civile, capacità di coinvolgimento frutto di doti oratorie non comuni, e, soprattutto, estrema lucidità di pensiero, ha volato alto, molto alto, forse troppo per lo standard della città.
Squizzato non si è limitato ad illustrare la sua posizione, favorevole alla scelta di confluire nella "Città metropolitana", ma ha posto la città di fronte a se stessa, l'ha "costretta" ad interrogarsi sul proprio futuro, a riflettere su quale tipo di sviluppo economico vorrà concentrare le proprie energie (i tempi in cui Busto era chiamata la Manchester italiana sono lontanissimi). Ed ha individuato le linee portanti delle scelte economiche da fare nei settori delle nuove tecnologie, dell'industria culturale (sì la cultura è anche "industria") della tutela dell'ambiente e della ottimale gestione delle risorse, in primis delle fonti energetiche, nello "sfruttamento" delle conoscenze e del sapere che la città ha accumulato nel corso dei decenni e che corrono il rischio di disperdersi completamente con la deindustralizzazione in atto, Ed ha detto una cosa giustissima che condivido pienamente. Negli ultimi decenni si è data molta enfasi alla vitalità dei distretti, al dinamismo ed alla elasticità delle piccole e medie aziende, al concetto che "piccolo è bello (è anche l'impostazione del CENSIS e del Prof. De Rita che lo guidava ed il programma economico della Lega, qui da noi in passato fortissima; quello che sarà il risultato delle elezioni politiche del 2013 è tutto da scoprire) dimenticando o volendo dimenticare che solo le imprese di grandi e grandissime dimensioni possono avere le risorse per fare ricerca, per sviluppare nuove tecnologie e nuovi prodotti e rimanere competitive sui mercati globali. Quindi piccolo è bello sì ma solamente se inserito in un contesto in cui sia forte la presenza trainante di gruppi di notevoli dimensioni e "global players". Chiamiamole pure "multinazionali"; io personalmente non ho alcuna remora a chiamarle tali.
Due esempi per tutti (li faccio io a titolo esemplificativo). La FIAT che è stata per decenni il motore trainante della nostra economia, non avendo avuto la forza o la volontà di investire per crescere e competere ha di fatto consegnato il mercato automobilistico e quello dei mezzi di trasporto ad uso industriale o collettivo alle grosse case automolistiche  straniere. Entro breve tutto il mercato automobilistico sarà in mano ai 4/5 Gruppi globali che hanno la leadership nel settore ed anche tutto l'indotto Fiat evaporerà completamente. Il declino della OLIVETTI ha di fatto ridotto a zero la nostra presenza in un settore avanzato e strategico come quello elettronico. E si potrebbe continuare riflettendo sul fatto che siamo completamente assenti nel settore farmaceutico, della chimica fine, delle apparecchiature elettroniche e così via.
Bisogna riflettere su tutto ciò: Squizzato l'ha fatto con "visione lunga" e "chiarezza di idee"ed ha invitato a "progettare" il futuro, a guardare avanti e lontano.
Ed è stato demoralizzante dover registrare che un brevisssimo intervento del noto parlamentare  Francesco Speroni, capogruppo della Lega in Consiglio e persona potenzialmente intelligente, in contraddittorio con Squizzato ha ricondotto il dibattito al livello standard degli interventi del Carroccio.
Io credo che Busto dovrebbe ringraziare Squizzato  e non la Lega che ha avuto in Busto una posizione di assoluta forza e che è stata  il centro e l'asse portante del cosiddetto "cerchio magico". Ora il cerchio si è rotto e penso che entro breve l'amministratore delegato di AGESP, la signora Paola Reguzzoni, sorella del signor Marco - ex capogruppo della Lega a Montecitorio - a sua volta genero del sig. Speroni, verrà avvicendata nel ruolo. Il primo cittadino oltre ad essere un convincentissimo oratore ed un uomo di cultura è anche un gran "furbacchione" - lo dico in senso buono e "absit inuiria verbis"- ed ha in mente una strategia chiara: rimanere come Luigi XIV al centro della scena quale monarca più o meno assoluto. I tempi però son cambiati e se è vero che Luigi XV ha regnato lungamente deliziato dalla presenza di Mme de Pompadour, il suo successore Luigi XVI ha avuto un exit leggermente più traumatico.  Così almeno la pensa - ovviamente metaforicamente - l'avvocato Crespi, uno dei tre assessori ai quali il sindaco ha ritirato in settimana la delega e che in una intervista piuttosto risentita ha accusato il primo cittadino di essere "un uomo solo al comando".
Seguirò gli sviluppi di queste problematiche e ne parlerò e scriverò ancora: l'argomento è di estrema importanza e credo che la funzione di un "blog" come il mio sia quella di sottoporre all'attenzione di chi mi legge, con onestà intellettuale, i problemi che man mano vengono in evidenza.
Come dice giustamente il mio amico Alessandro Berteotti che da qualche tempo alimenta troppo raramente il suo, di blog: "Non ho verità da regalare, solo un pensiero libero che liberamente lascio al vostro commento"

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