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sabato 22 maggio 2010

EUGENIO SCALFARI - PER L'ALTO MARE APERTO

Ho letto in questi giorni l'ultimo libro di Eugenio Scalfari. Scalfari è una delle persone che più stimo per l'impegno civile profuso a partire dal dopoguerra a difesa dei valori democratici che hanno fatto parecchia fatica ad affermarsi nel nostro Paese e che, a mio avviso, sono oggi a rischio per effetto della politica dell'attuale governo. Sono un attento lettore di REPUBBLICA fin dal primo numero e di Repubblica condivido pienamente la linea editoriale. Ritengo il quotidiano espressione di quella cultura razional/illuminista nella quale mi riconosco
Ebbene, debbo dire che il libro mi ha deluso.
Scalfari ha 86 anni, ha problemi di salute e pensavo, anche alla luce delle parole con le quali aveva voluto presentarlo(cfr quarta di copertina), che il libro avrebbe avuto le caratteristiche di una specie di "testamento spirituale", di " un bilancio di vita", di un "lascito"alle future generazioni. Non voglio essere male interpretato: io auguro a Scalfari lunga vita ma avevo avuto l'impressione che con questo libro l'autore avesse voluto porre fine alla sua attività di scrittore.
Al contrario delle mie attese, il libro si è rivelato un dotto excursus nella cultura degli ultimi quattro secoli, un richiamo degli autori e dei movimenti che hanno "caratterizzato"la formazione del pensiero moderno, partendo da Montaigne ed arrivando ai nostri giorni. Scalfari è un uomo colto e padroneggia pienamente i "collegamenti" ed il libro è comunque interessante; ma è senz'anima e una specie di divertissement intellettuale dell'autore. Mi aspettavo qualcosa di diverso

3 commenti:

  1. Non sono d'accordo con il giudizio di Pirani. A me il libro è piaciuto moltissimo, mi ha coinvolto e,soprattutto, appassionato.
    Direi che c'è, tra le sue pagine, un livello di "passionalità" perfino sorprendente (tenendo conto del fatto che Scalfari è un illuminista dei nostri giorni e...da un illuminista dovremmo aspettarci -almeno in teoria- una maggiore sobrietà di passioni!).
    Insegno letteratura italiana in una scuola superiore e ho percorso talvolta, nelle mie lezioni, segmenti di questo affascinante itinerario nella modernità.
    Il libro mi ha creato nuovi stimoli, indicato ulteriori diramazioni. Ho appena acquistato Il nipote di Rameau che non avevo mai letto. Ora è sul comodino che mi aspetta.
    Un grazie a Eugenio Scalfari, ovviamente anche per i suoi articoli su La Repubblica.
    Marco D'Ercole

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  2. Ringrazio innanzitutto D'Ercole per l'attenzione che ha dedicato al mio blog e vorrei chiarire:
    a)la mia stima per Scalfari è assoluta e ne apprezzo da sempre la sobrietà passionale dei suoi scritti( per parafrasare)
    b)reputo Repubblica un faro di civiltà nel nostro Paese e Repubblica è creazione esclusiva di Scalfari
    c) mi riconosco perfettamente nei valori nei quali Scalfari si riconosce
    Ciò premesso ho trovato il libro pieno di stimoli, di spunti, di collegamenti ma mi apettavo qualcosa di diverso, non so nemmeno bene cosa; non aveva nessun bisogno, Scalfari, di dimostrare a se stesso e ai suoi lettori niente. Invece ho trovato un intelligentissimo esercizio intellettuale ma non il "testamento" civile che mi aspettavo. E l'ho trovato "freddo": un mio limite, evidentemente

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  3. Grazie ad Alberto Pirani per la risposta. E anche per i suoi tanti articoli sul mondo della scuola e in difesa della scuola pubblica. Articoli che ho sempre letto con interesse e con piacere.
    Concordo sul fatto che Repubblica sia stato e sia, oggi più che mai,un faro di civiltà nel nostro Paese.

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