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giovedì 18 luglio 2013

HANNO ARRESTATO I LIGRESTI IN BLOCCO

Avevo completamente dimenticato i Ligresti. Pensavo fossero tutti in galera da tempo; invece ci sono andati ora. Un'altra cronaca di morte annunciata.
L'ingegner Ligresti, originario di Paternò, salì a Milano tanto tempo fa e si mise a fare il costruttore. Siccome a Milano comandavano i socialisti e le mazzette le prendevano i socialisti, si proclamò socialista. Oltre alla benevolenza di Craxi e dei suoi, l'ingegner Salvatore poté contare sull'appoggio di Enrico Cuccia, siciliano anche lui. E questa è l'ennesima ombra sulla figura  di chi è stato ritenuto il miglior banchiere italiano di tutti i tempi e che invece, secondo me, ha rallentato la crescita dell'economia italiana ingessandola e subordinandola agli interessi del "salotto buono". Già venti anni fa l'ingegnere aveva fatto "crac"coinvolto pesantemente nelle vicende di tangentopoli. L'aveva salvato Mediobanca( ma no) organizzando un piano di ristrutturazione del debito del Gruppo al tasso del 3% quando i tassi erano al 12. Il sacrificio fu accollato ai soci delle banche che parteciparono al salvataggio. Chi scrive gestì a partire dal '93 la complessa posizione debitoria del Gruppo per la parte relativa all'Istituto per il quale lavorava e ne è quindi testimone diretto In cambio Mediobanca pretese ed ottenne fedeltà assoluta ed obbedienza assoluta e il Gruppo fu utilizzato in varie operazioni di riequilibrio di poteri all'interno del salotto buono. In questo contesto Salvatore Ligresti non poteva che ottenere stima e considerazione da parte di Cesare Geronzi che del capitalismo di relazione è stato teorico assoluto e principale protagonista nel panorama finanziario degli ultimi trenta anni.
Negli ultimi anni  la famiglia( l'ingegner Salvatore e i suoi tre figli) ha dedicato le sue attenzioni prevalentemente al comparto assicurativo dove controllava l'importante compagnia FONSAI che la famiglia ha letteralmente "spolpato" nel corso degli anni nel silenzio assoluto degli organi di controllo (CONSOB e COVIP in primis) confondendo con allegra "nonchalance"il patrimonio della compagnia con quello privato. Oltretutto, trattandosi di "managers" di indubbio livello si sono sempre dati "stipendi" e "fringe benefit" adeguati al loro standing. La solidarietà prontamente manifestata dalla signora Santanché ne è conferma al di là di ogni ragionevole dubbio.
Ora salta fuori che in FONSAI c'è un "buco enorme" (così titolavano oggi i principali organi di informazione) e li hanno arrestati (tutti tranne Paolo che risiede in Svizzera e che là rimane) unitamente ad alcuni top manager del Gruppo.
Ma cosa volete che sia!!! Questa è l'Italia di inizio millennio. Intanto il Paese è angosciato di fronte al dilemma: Alfano si deve dimettere o no? That is the question. Alfano che è cresciuto politicamente, insieme a Totò Cuffaro, alla scuola di Calogero Mannino
Ma mi faccia il piacere, avrebbe detto il Principe De Curtis, ma mi faccia il piacere.

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