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sabato 17 gennaio 2015

QUALE PRESIDENTE? DAL LIBRO CUORE - RACCONTO MENSILE - IL PARACULINO DI FIRENZE

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 N O T A dello scrivente. Avevo terminato di scrivere il post di cui al titolo. Lo stavo rileggendo prima di pubblicarlo. Non so cosa ho cliccato. E' rimasto solo il titolo. Adesso dovrò riscriverlo ma so già che non sarà lo stesso. Questa è una mia tragedia personale
Sono ad Abano dove farò un ciclo completo di fangoterapia, Cerco di riscrivere il "post perduto" che, mantenendo il titolo, proseguiva:


# astag del giorno: cammina, cammina che Massimino si avvicina
Da quando ho raggiunto l'età della ragione ho provato un crescente senso di nausea al pensiero del libro "Cuore" che la mia generazione si è vista propinare in tutte le salse. Questo socialismo dolciastro, questa ipocrisia buonista in forza della quale attraverso il piccolo borghese Enrico e il suo degno papà veniva veicolato un messaggio di rispetto formale per tutti, poveri, malati, esclusi ma nemmeno per un momento emergeva la possibilità di un seppur piccolo ascensore sociale. Cosicchè il destino di tutti era già segnato. Enrico, il protagonista, avrebbe fatto il funzionario statale o il medico, De Rossi, bello, ricco e intelligente avrebbe fatto l'industriale, sarebbe diventato ancora più ricco, avrebbe avuto solo Porche e Ferrari e avrebbe fatto una gran bella vita. Garrone, il difensore dei deboli, sarebbe rimasto Garrone, greande, grosso e un po' coglione. Franti avrebbe fatto forse il politico o l'imbonitore televisivo e comunque sarebbe rimasto uno stronzo come era. La maestrina dalla penna rossa sarebbe andata in pensione con "opzione donna", e sarebbe morta in solitudine davanti ad una tazza di latte all'ora di "Cento vetrine". E così via.
E poi questo De Amicis, socialista fuori casa e che in casa "menava" moglie e figli.
Ma quelli che mi piacevano di più erano i racconti mensili: "Dagli Appennini alle Ande", "Il tamburino sardo", "La piccola vedetta lombarda" - si chiamava Bossi e sarebbe morto anche lui come un fesso - Sangue romagnolo"... Insomma ce ne era uno per ogni regione importante(le Marche non erano previste) tranne la Toscana che ne aveva due. Del resto una regione che ha dato i natali a Dante, Boccaccio, Leonardo Michelangelo, Macchiavelli ecc.ecc. meritava questo ed altro. Uno, mi ricordo, era "Il piccolo scrivano fiorentino"e aveva come protagonista un bambino che per aiutare  la famiglia di notte scriveva, scriveva, faceva il copista. L'altro era il "Paraculino di Firenze" e narrava le gesta di un giovane brillante che dove passava.............tutti capivano che era meglio camminare rasente i muri. Il suo motto era "stai sereno", a Firenze lo chiamavano "Il bugia" ed era un "paraculino"veramente a modo che piaceva soprattutto ai "grulli". Sembrava un vinccente nato e aveva le idee chiarissime su cosa fare nel Gennaio 2015. Oltrettutto la mossa di un professore di Bologna che, avendo già sperimentato, si era chiamato fuori(facendo benissimo) per non creare tensioni nel partito, apparentemente gli aveva spalancato la strada così come la mossa di un altro, tal Cofferati, che si era incazzato di brutto per delle piccole insignificanti irregolarità registratesi in una regione in fondo piccola come la Liguria. Tutto sembrava favorire il suo disegno finale: Massimino al Quirinale.(cfr miei precedenti post) Come andò a finire io non lo so ma fra una decina di giorni lo sapremo tutti quanti.
Nota. Il primo era più bello ma lo spirito è rimasto

2 commenti:

  1. Patrizio, Luxembourg21 gennaio 2015 alle ore 12:06

    Caro Edmondo, bellissimo pezzo.
    Complimenti per la tua vena satirica ed ironica che migliora, come il vino, con l'età.
    Ci manca solo la maestrina dalla penna rossa, o no ?

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  2. C aro Patrizio Lussemburgo (già dal C aro Edmondo avevo c apito che erei tu) ti ringrazio per il complimenti. Ho tutto quello che serve alla mia età, proprio tutto, e sono completamente libero. Per questo, forse, sto migliorando con l'età

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