Visualizzazioni totali

mercoledì 16 settembre 2020

RINGRAZIAMENTI

 Desidero ringraziare, con tutto il cuore, tutti coloro, e sono stati tanti, che - via telefono, mail, social, di persona hanno voluto parteciparmi i loro auguri per il mio compleanno. Ho percepito in tutti sincerità, empatia, condivisione, stima. In momenti non facili come quelli che stiamo attraversando sono manifestazioni che fanno bene allo spirito ed al cuore. E desidero ringraziare dal mio profondo mia moglie Milena senza la cui presenza e la cui cura i miei compleanni si sarebbero interrotti già da tempo.

Grazie, grazie, grazie

What do you want to do ?
New mail

domenica 13 settembre 2020

C0MPLEANNI, BILANCI, RICORDI, RIMORSI, RIMPIANTI

Ritengo possa costituiree uno spunto di riflessione la ripubblicazione di questo poist scritto 6 mesi fa qdo la pandemia aveva già stravolto le nostre vite

 

 Tra pochissimo, martedì 15, compirò gli anni: 73. Tanti ne sono trascorsi da quel 15 Settembre 1947 in cui venni alla luce nella nostra grande casa di Ostra, grande perchè oltre alla parte abitativa per la nostra famiglia e per quella di mio zio, comprendeva gli spazi dove svolgeva la sua attività il lanificio fondato da mio nonno. Tempo di compleanno, tempo di bilanci, si suol dire. Vorrei però evitare di riempire questo spazio con una "fotografia"del mio personale bilancio "ad oggi"; in primis perchè alla mia età i bilanci si fanno ogni giorno e perchè questo blog è nato per parlare di economia e di politiche economiche e tale deve rimanere il suo impianto. Se in alcune occasioni ho parlato di me stesso, l'ho fatto perchè ritenevo potesse essere utile a chi mi leggeva, spesso compagni di infanzia e persone conosciute da tempo, ed utile anche a me, mettere in moto un confronto sulle problematiche di più largo interesse che accomunavano me e chi mi leggeva per vicinanza generazionale, esperienze e sensibilità comuni Se poi vogliamo  rimanere ai bilanci, in concomitanza con il mio settantesimo compleanno ho pubblicato in data 15 Settembre 2017 un post, che ripropongo a parte, con osservazioni e giudizi che sottoscriverei inalterati anche oggi e un ricco corredo di foto.

Invece vorrei prendere occasione dal mio compleanno per riprendere ed allargare osservazioni e giudizi che avevo iniziato a fare all'inizio della pandemia che ha riempito di sè tutto il pianeta in questo ultimo anno. In un post del 16 marzo,  che avevo titolato "Il coronavirus ed il senso della morte", post molto lungo al quale rimando per completezza, mi chiedevo.La pandemia (che aveva già evidenziato tutta la sua virulenza,) cambierà qualcosa nei rapporti di noi umani con la morte, con il senso della vita, porterà ad una riflessione sulle priorità e sulle gerarchie di importanza nei vari aspetti della vita? A distanza di qualche mese mi sembra siano stati confermate le prime sensazioni che avevo già riferito in quel post.

- la morte è stata completamente rimossa dall'immaginario collettivo. Per secoli  il pensiero della morte e del destino del "dopo" ha ossessionato tutti, qui in occidente, potenti e umili, poveri e ricchi. Da quando è cominciato il processo di secolarizzazione, invece, è un argomento che nessuno vuole affrontare, che riguarda sempre gli altri; anche nella vicenda del coronavirus i morti si sono limitati ad essere numeri, statistiche ma non è stata data alcuna attenzione alle individualitàa "come" si moriva, a come si affrontava un passaggio inaspettato nei tempi e che colpiva i piu del tutto  impreparati. Alcuni personaggi che occupano posizioni di  potere e di visibiltà a livello  internazionale hanno poi veicolato l'idea che il virus non poteva colpire i vincenti e questo ha rafforzato soprattuto nei giovani la convinzione che il problema non li riguardasse. Addirittura sono apparsi sulla scena i "negazionisti"; ora, posso capire la tesi di chi sostiene che il coronavirus è stato creato in laboratorio nel contesto di un programma di guerra batteriologica ma negarne l'esistenza mi sembra azzardato.

- Il concetto di "bene comune" e di interesse  comune è completamento estraneo a larghe fasce di popolazione, soprattutto giovanile per cui ogni misura di prevenzione è stata vista dai più come una ingiusta limitazione delle libertà personali.

La capacità di "fare sacrifici" in vista di un bene superiore è estremamente ridotta e la capacità di vedere lontano inesistente in una elevata percentuale di cittadini.

L'egoismo e gli egoismi sembrano essere i perincipali punti di riferimento

C'è una certa riluttanza a considerare che le nostre condizioni di vita possano peggiorare strutturalmente

Non c'è alcuna bussola di orientamento. Non rimpiango i tempi in ciui il pensiero mitico si imponeva ma è certo che è necessario individuare una "nuova morale" che guidi le scelte e regoli i rapporti.

In questo contesto vado a compiere 73 anni mentre il virus riprende vigore e riaprono le scuole, importante test di verifica della reale situazione in atto. Non è un gran momento, vedo poca serenità in giro, e mi resta difficile  pensare positivo. Ci provo

 

What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail

venerdì 28 agosto 2020

Alberto Pirani: PROVO A TORNAFE A SCRIVERE . IN MEMORIA DI ERMANNO...

Alberto Pirani: PROVO A TORNAFE A SCRIVERE . IN MEMORIA DI ERMANNO...: Nel momento in cui ho messo in piedi questo arzigogolato collegamento mi è venuto in mente, non so perché, il Dr.Ermanno Ravaglia e a lui v...

IL TENNIS, OSTRA, IL DR ERMANNO RAVAGLIA

 Mio fratello Carlo ha vinto, ad Ostra e dintorni lo sanno ormai tutti, il torneo di Sanremo del circuito "over"Non è il primo torneo che vince e non sarà certo l'ultimo La circostanza mi fa correre l'obbligo di ricordare una persona eccezionale che tanto ha contribuito alla formazione sportiva ed umana di noi che eravamo ragazzini e ragazzi negli anni '60. Il Dr Ermanno Ravaglia E lo voglio fare rivolgendomi direttamente a sua figlia Elsa e pubblicando nuovamente un articolo di anni fa.

Cara Elsa, tuo papà Ermanno, un uomo che abbiamo stimato moltissimo ed al quale abbiamo voluto e vogliamo molto bene, è stato, è e rimarrà sempre nel nostro ricordo e nel nostro cuore. A lui dobbiamo non solo di aver imparato a giocare a tennis nel bellissimo campo del Cesano ma di aver avuto davanti a noi negli anni della nostra formazione un modello di intelligenza,apertura mentale, generosità umanità che ha contrbuito non poco  alla formazione del nostro carattere e dei nostri valori.Carlo nel corso del tempo ha ottenuto, e li sta ancora ottenendo, i risultati migliori ma tutti gli dobbiamo molto. Chi scrive, Alberto Sgariglia, Mario Ruggini, Alfredo Mazzanti, Tarcisio Bedini e tanti altri E di questo lo ringraziamo con affetto che oserei chiamare filiale. E penso cxhe sarebbe buona cosa riprendere la tradizione del "Torneo Ravaglia" con l'unica condizione di non chiamarlo mai "Memorial"Un forte abbraccio a te, cara Elsa, e un forte abbraccio a te, carissimo Ermanno, medico in Ostra, dovunque tu sia

mercoledì 29 luglio 2020

I DATI DEL CONTAGIO IN PROVINCIA DI VARESE DALL'INIZIO DELLA PANDEMIA

Ho rintracciato su "Varese News", il giornale online del nostro territorio, i dati dei contagi rilevati dall'inizio della pandemia nel febbraio scorso ad oggi in Provincia di Varese. Ve li sottopongo integralmente. Si va dai 403 casi  di Busto Arsizio, dove vivo, ai 4 di Maccagno, Bardello, Buguggiate, Brissago Valtravaglia, Castello Cabiaglio, Solbiate Arno, piccoli comuni della zona del Lago Maggiore e dell'alto varesotto. Sono dati interessanti che, sinceramente, avrei molto apprezzato se mi fossero stati forniti giorno per giorno nel corso dei mesi da una autorità ufficiale,penso alla Prefettura, all'ente "Provincia", alla Protezione civile, e riportati con continuità e con la dovuta evidenza dai telegiornali regionali e dalle radio locali. Avrei ad esempio subito capito che la situazione a Busto era particolarmente grave ed avrei applicato con ancor maggiore attenzione ed il massimo rigore le misure di cautela e tutela della salute della mia famiglia, mia e di chi avesse interfacciato con me. Misure che, peraltro, mia moglie ed io abbiamo adottato con continuità, costanza e convinzione in quanto siamo da sempre convinti che il "bene comune" sia "centrale" in una società democraticamente organizzata. Invece, salvo carenze di informazione da parte mia, questo non è accaduto e qui a Busto le autorità locali hanno dato l'impressione di voler nascondere, minimizzare, negare. Un esempio per tutti: un focolaio grave e pericoloso in una casa di riposo per anziani è stato completamente "cancellato"; nessuno ne ha parlato eppure i deceduti sono stati parecchi. Mi rendo perfettamente contoche non è facile muoversi con equilibrio in problematiche complesse dove interagiscono aspetti economici, sociali, tutela della salute, ma vogliamo finirla di trattare i cittadini come "minori"? I cittadini sono adulti e se un adulto correttamente informato sbaglia deve essere sanzionato, Salvini non vuole mettere la mascherina? Deve essere multato come da disposizioni in vigore. I ragazzi della movida non hanno ancora capito? Li si costringa a stare a casa; non c'è alcuna lesione della libertà della persona.
Perchè il virus non è per niente sparito e non sarà per niente facile nè di breve periodo uscire da una "pandemia" come questa che assomiglia tanto alla "spagnola" di un secolo fa.
E ci vogliono maturità, equilibrio, approfondita riflessione nelle scelte  e il coraggio di affrontare l'impopolarità da parte delle autorità di governo e senso di responsabilità e del bene comune da parte dei cittadini se vogliamo aver ragione di
nemico subdolo e potente come il corona virus. Non abbassiamo la guardia e .............siamo seri




venerdì 24 luglio 2020

IL BLOG

Non sto scrivendo da tempo sul mio blog. I miei amici più stretti mi dicono sempre. Quando vediamo che non scrivi, sappiamo che non stai bene. In effetti non sto bene, in particolare ho dolori osteoarticolari che mi rendono penoso stare al computer, leggere per documentarmi, concentrarmi. Non sto bene, ma non è l'unico motivo. Il fatto è che il panorama che ci si presenta davanti agli occhi nei vari aspetti della vita
è talmente squallido e deprimente che passa la voglia anche di commentare.
Ma il blog è uno strumento importante, innanzitutto per me perchè mi aiuta a tenere contatti, a mantenere vigile l'attenzione su quello che accade nel mondo, a mantenere attivo il cervello. E penso possa essere in qualche modo utile a chi mi legge per la possibilità di confronto che esso offre.
E allora andiamo avanti, con tutti i limiti del caso.
Parlerò di MES e di Recovery Fund ma oggi voglio utilizzare il mio spazio per ricordare GIORGIO MAICH attore e personalità di spicco mancato nei giorni scorsi a Senigallia. La nostra generazione, siamo coetanei, sta arrivando al capolinea e sono tanti gli amici che non ci sono più. Quando ho appreso la notizia della scomparsa di Giorgio, leggendo "Vivere Senigallia", il pensiero mi è andato subito ad una giornata primaverile di un anno ormai lontanissimo degli anni '60 quando la staffetta 4 x 100 del Liceo Perticari (ROSA- PERICOLI-PIRANI(CHI SCRIVE)- MAICH) arrivò quinta in finale ai campionati provinciali delle scuole superiori della Provincia di Ancona. Stadio Dorico di Ancona. Se non arrivammo ultimi fu merito esclusivo di Giorgio. Io gli passai il testimone in settima posizione(ROSA, PERICOLI, PIRANI non erano granchè veloci e accumularono equamente il ritardo); lui si lanciò all'inseguimento, recuperò due posizioni e stava agganciando il quarto ma non fece in tempo a completare la rimonta.Sono passati oltre 50 anni da quel giorno. Sembra ieri. Con la scomparsa di Giorgio un altro pezzo di vita se ne va. PANTA REI ci insegnava in quegli anni la professoressa Giomini, un grazie e un ricordo anche a lei

mercoledì 3 giugno 2020

COME SI FACEVA IL MARE AI TEMPI IN CUI IL CORONAVIRUS NON C'ERA E AL MASSIMO CI SI POTEVA IMBATTERE NEL "VIBRIONE" DEL COlera

La foto che ho postato due giorni fa  protagonisti la Rotonda a mare di Senigallia e la famiglia Pirani ha suscitato un certo interesse non solo tra gli ostrensi, i senigalliesi e limitrofi ma anche di molte altre persone che trovano interessante tutto ciò che attiene alle "radici", alla ricrca delle stesse e  al tener viva la memoria. Mi semra pertanto utile acxcompagnare la foto con alcune osservazioni, valutazioni, giudizi che aiutino a sottolineare il contesto e che possono offrire spunto  ai giovani della movida per rendersi conto che esistono altre ere geologiche e altri approcci per esempio nei rappporti con la natura ed il mare.
Sessantacinque anni fa (a Settempre ne faccio settantatre di anni, i conti sono giusti) mio padre gestiva insieme a suo fratello ad Ostra un lanificio di lana cardata(orrenda) che veniva utilizzata prevalentemente per confezionare capi d intimo  o per golf, gilet eccetera.
Nè mio padre nè mio zio sentivano l'esigenza di "andare al mare"in estate (il nostro mare di rferimento è la belissima spiaggia di Senigallia. A mia madre invece piaceva. La stagione era organizzata così. Nei mesi di giugno luglio e fino a Ferragosto si andava al mare a Senigallia, non tutti i giorni, dipendeva dal tempo meteoreologico, dalla voglia e da altre variabili. Diciamo due o tre volte la settimana. Come ci spostavamo. Mio padre "fermava"(in ostrense significaprenotava, riservava) una "macchina di piazza" - la parola TAXI non si era ancora affermata - che veniva a prenderci a casa. Vi salivano mia madre, una operaia a turno che dava una mano a gestire la giornata, io che sono nato nel '47 e mio fratello Carlo che è nato nel '50. Si partiva tardi , diciamo alle 10, si arrivava a Senigallia alle 10,30 (a quei tempi tutti andavano con calma) e lì ci attendevano le prime due tappe. La prima un ambulante di frutta e verdura dovew si compravano pesche, albicocche ed altra frutta) e il negozio di Mancinelli dove prendevamo pizza, crescia e magari un panino al prosciutto (il rischio di morire di fame nelle successive due/tere ore era elevato e bisognava prendere le opportune contromisure.Finalmente arrivavamo al mare. Noi andavamo al primo "bagno" della riviera di levante, il primo dopo il molo in direzione sud, dove o. A A. Aggi c'è il PAPETE. Non c'era ancora Uliassi. A proposito di Papete mom è che btrilliamo  in fantasia. Salvini va al Papete, a Seni gallia c''è il PAPETE e chissà in quale altra località. Eppure vi assicuro che Papete è uno dei posti più brutti che ho visto nella mia vita tanto è vero che quando decisi di fratturarmi cinque costole in Polinesia lo feci nell'atollo di Rangiroa che è tutta un'altra cosa.
Ora la giornata poteva cominciare, con tre problemi fondamentali da affrontar e risolver
- LA CREMA PROTETTIVA, IL COSTUME DA BAGNO, IL BAGNO.
LA CREMA PROTETTIVA
Ai tempi non si erano ancora affermati i prodotti con filtri solari pe cui si utilizzava la CREMA NIVEA, prodotto ottimo di per se ma ch,e non contenengo FILTRI amplificava le scottature che il sole a picco dell'ora e della stagione provocava
IL COSTUME DA BAGNO
I costumi da bagno erano in lana, pettinata e non cardata, di qualità di gran lunga superiore, lane che acquistavamo da lanifici piemontesi;: anche i colori erano accettabili . Ma c'era un problema: essendo fatti di lana si entrava in acqua con un peso, diiciamo, di 35 chili, ci si immergeva e quand si usciva dall'acqua il peso era salito a 43 con il rischio concreto che il costume da bagno, così appesantito, ..........si sfilasse IL BAGNO. C'era una regola ferrrea in tutto il mare adriatico: non si può fare il bagnp se non sono opassate almeno tre ore dalla colazione del matttino o dall'aissunzione di cibo Ora, se noinon riuscivamo a metterci in moto prima delle undici, poi era normale giocare con p secchielo.Quindi la pausa "rifocillarsi" poi dovevamo passare le tre oee canoniche verso l'una/una e mezzo tenta dovevamo ripartire(il pranzo lo si consumava a casa) il bagno, noi, quando lo facevamo? Risolsi con una proposta geniale. La frutta, la pizza, il panino si mangiavano dopo il bagno - il che aveva un senso (prima si bruciavano le energie e pooi si ricostituivano E, aggiungevo, così potevamo che evitare il pranzo. Proposta che non fu mai accettata. Saltare il pranzo ci avrebbe esposti ad un concreto rischio diDEPERIMENTO Questo il edele resoconto di una giornata tipo d'estate ai tempi nei quali il CORONAVIRUS non c'era . Il telwgiornale informava ogni tanto, in quegli anni, che erano stati individuati focolai di colera, soprattutto a Napoli. E devo riconoscere che U VIBRIONE è di gran lunga più simpatico deL coronavirus

giovedì 21 maggio 2020

AD INTEGRAZIONE DEL POST DI IERI DAL TITOLO "IL SENTIMENT DELLA VITA E DELLA MORTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Ho una grande stima di Vasco Rossi  il quale attraverso un percorso complesso è arrivato a rappresentare al meglio e come nessun altro le angosce, le speranze il sentiment  della mia hgenerazione alla quale a pieno titolo Vasco appartiene. Vi propongo - a riflessione due pezzi "un senso" e "Sally" Il testo di quest'ultima contiene una definizione della vita che trovo folgorante.
"La vita è un brivido che si fugge via, tutto un equilibrio sopra la follia"
Condivido senza riserve e senza se e senza ma il pensiero di Vasco nei pezzi musicali composti in questi ultimi anni.

mercoledì 20 maggio 2020

IL SENTIMENT DELLA VITA E DELLA MORTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

iNon sto scrivendo niente sulla pandemia, volutamente. In Marzo avevo postato alcuni articoli, ma poi mi ero chiesto: ogni giorno sull'argomento vengono pubbblicati migliaia di articoli, l'informazione è anche tropppo ricca, che senso ha aggiungerew la tua voce. Pertanto non scrivo ma alcune riflessioni gli accadimenti di questi mesi le suggeriscono. Nel post pubblicato il 16 Marzo con il titolo "Il coronavirus e il senso della morte"mi chiedevo se la pandemia avrebbe modificato in noi esseri umani la percezione della morte e del nostro destino individuale ad essa legato. L'esperienza di queste settimane ha rafforzato in me un convincimento ormai radicato. LA MORTE E STATA RIMOSSA DI FATTO NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO QUI IN OCCIDENTE.
Ma come, mi si obbietterà. Si parla in continuazione di malati, di guariti, di deceduti. Giornalmente vengono redatti bollettini con il numero dei deceduti ripartito per età, per zona geografica, per il concorso di altrew patologie. Come si può pensare che la morte sia stata rimossa.
Cercherò di spiegarmi: la morte per secoli e fino a pochi decenni fa, qui in occidente, è stato un evento che coinvolgeva la persona, la sua famiglia e la comunità in cui si viveva. Si moriva in genere in casa, circodati dalla presenza dei familiari che informavano in continuazione i vicini sull'evoluzione delle cose, la fase immediatamente precedente era chiamata "agonia" ed era spesso caratterizzata dalla presenza, nelle stanze attigue a quella dove il malato combatteva la sua battaglia, di donne che ne ricordavano le doti e pregavano per la salvezza della sua anima. Espresssione di tradizioni popolari che si perdevano nella notte dei tempi. In Sicilia le chiamavano "chiagnine" nel mondo clasiico Prefiche. Chi si accingeva a marire si rendeva perfettamente conto di  quello che stava accadendo ma il conforto della presenza della famiglia, il conforto della presenza(praticamente sempre) del sacerdote che assicurava la riconciliazione con il divino ed esorcizzava la paura delle pene eterne, aiutavano nella fase di passaggio. Anche perchè era consolidata la credenza che la morte aprisse  la via della vera vita, della quale la vita terrena era solo un prodromo. Se si riusciva ad evitare l'inferno( pentimento, indulgenze varie, perdono) il resto era una passeggiata. Tuttalpiù si doveva fare un periodo di quarantena in Purgatorio (sul Purgatorio consiglio il bellissimo saggio "La nasacita del Purgatorio" di Jacques Le Goff.)
E i legami del ricordo e dei rapporti tra le generazioni rimanevano saldi nel tempo anche dopo la morte.  La scarsa mobilità sul territorio assicurava che ogni persona avesse una schiera di discendenti e parenti che assicuravano visite costanti al defunto. Inoltre in ogni famiglia, e le famiglie erano costituite da tanti elementi, c'erano almeno un paio di "zitelle" che si occupavano di questo aspetto. le indulgenze servivano ad accorciare il periodo di quarantena ed il forte influsso della religione  manteneva una costante corrente di scambio tra mondo dei vivi e dei no.
Oggi invece che succede: che i muore spesso in strutture ospedaliere o in strutture  per anziani dove il personale non può certo assicurare partecipazione emotiva ai singoli pazienti che muoiono soli, senza il conforto di una carezza o di una mano che ti stringe nel momento del passaggio, spesso sedati ed inconsapevoli. La mobilitè sul territorio  e le strutture familiari  molto più ridotte numericamente, fanno sì che in tempi brevissimi nessunoi si ricordi più della persona, il tutto accentuato dalla pratica sempre più diffusa della cremazione che favorisce la "damnatio memoriae" Ma più di tutto incide il venir meno della presa della religione sulla società e sulle coscienze.. La religione dava "il senso" che ora non c'è più ed ora il senso ognuno deve cercarlo e darselo da solo. Mica facile tanto è vero che la maggior parte rinuncia a cercarlo e arriva  alla fine del suo percorso senza averci pensato, alla propria morte, che non esiste nè per lui nèper gli altri che l'hanno conosciuto.
Un brutto destino di nonsenso, di solitudine, di perdita immediata di memoria., di impotenza(a Canne in tanti morirono sbudellati, oggi si muore di un virus di cui si sa poco, non si sa da dove viene, come si manifesta. Sinceramente morire così svilisce ogni tentativo di dare alcuna importanza al proprio passaggio sul pianeta.
Non contiamo niente, non serviamo a niente, non abbiamo senso e muoriamo di virus che annulla ogni drammaticità della FINAL COURTAIN di ognuno di noi

mercoledì 13 maggio 2020

IL MIO ESAME DI ISTITUZIONI DI DIRITO ROMANO CON IL PROF.ENZO NARDI POST N. 2

Il presente post vuole essere un messaggio di contatto con la persona che in data 23 Marzo ha commentato il mio post sill'esame sostenuto oltre 50 ani fa con il Prof.Enzo Nardi, titolare della cattedra di Istituzioni di Diritto Romano a Bologna negli anni '60. Mi farebbe piacere scambiare due chiacchiere con questa persona che mi sembra essere mio coetaneo, che ha condiviso il trauma di un esame con l'eminente professore - il quale, va detto,quando "scoppiò il '68" si mise a dare 30 a tutti e non bocciò più nessuno - che ha  strappato lo stesso voto (il fatto che io abbia poi trovato il coraggio di chiedere il 23 altrimenti avrei perso il presalario e sarei stato costretto ad interrompere gli studi conferma lo stato di assoluta disperazione nel quale sostenni quell'esame e la follia di un personaggio al quale per molto tempo fu consentito "tuttto2 dalle autorità accademiche, dai colleghi e dagli studenti.
Le mie coordinate:
ALBERTO PIRANI
Via Fagnano 27 21052 Busto Arsizio
tel fisso 0331/635702
mobile:375514478a
mail: kalmi@libero.it

lunedì 11 maggio 2020

L ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ALDO MORO.


Due giorni fa, il 9 Maggio, ricorreva l'anniversario della morte dell'onorevole  Aldo Moro e del ritrovamento del suo corpo nel bagagliaio di una Renault rossa in via Caetani in pieno centro di Roma. La data del 9 Maggio è stata scelta da qualche anno come giornata del ricordo di tutte le vittime del terrorismo. Ora non si può dire che l'evento sia passato sotto silenzio, la RAI ha trasmesso testimonianze e documenti, gli altri media ne hanno parlato ma la sensazione complessiva è che su tutta la vicenda si voglia stendere da più parti un velo di silenzio e che non ci sia alcun interesse a fare chiarezza su una vicenda che presenta ancora molti lati  oscuri e punti non chiariti. Vicenda della quale dò questa chiave di lettura. Parto da Yalta cittadina ucraina sul  Mar Nero nella quale le potenze che stavano uscendo vincitrici dalla guerra si trovarono nel fEBBRAIO del 1945 per definire l'assettto delle varie aree. In quella sede fu stabilito che l'Italia sarebbe rimasta  nell'area di influenza degli Stati Uniti.  La fragile democrazia che si sviluppò dalla lotta partigiana e dagli accadimenti di fine Aprile '45 e che trovò nella Costituzione entrata in vigore il 1 Gennaio 1948 la sua base istituzionale, fu fin dagli inizi una democrazia a sovranità limitata,sotto tutela e se non scppiò la guerra civile dopo l'attentato a Togliatti dell'estate '48, non fu per la vittoria di Gino Bartali nella tappa del Tour de France ma perchè l'Unione sovietica si era impegnata a non alterare gli equilibri. Gli Stati Uniti esecitarono la "tutela" sul nostro Paese in varie forme e con vari mezzi. Innanzitutto con una forte attività di pressione e di intervento del proprio corpo diplomatico (basti pensare all'ambasciatrice a Roma  negli ani '50 signora Luce), a organizzazioni collaterali come NATO, GLADIO, MASSONERIA, a singoli uomini politici che divennero referenti diretti del'Amministrazione USA: Giulio Andreotti e Francesco Cossiga sugli altri. Una spondafu offerta dalla chiesa preconciliare di Pio XII. Nella seconda metà degli anni '60 l'Amministrazone USA ed in particolare il Segretario di Stato Henry Kissinger, fortemente preoccupati per le conseguenze che i moti e le manifestazioni di dissenso che avevano attraversato gli USA e tutta Europa avrebbero potuto determinare sugli equilibri di potere internazionali e sull'egemonia degli USA, individuarono nella "strategia della tensione" lo strumento per difendere i loro interessi. Strategy tension(l'espressione fu utilizzata la prima volta in un articolo      ) che consisteva nell'appoggio a regimi di estrema destra in varie parti del mondo (regine Pinochet in Cile,.regime dei colonnelli in Grecia, regime dei Generali in Argentina) e il non disdegnare il ricorso anche a attentati e stragi per determinare nelle opinioni pubbliche dei vari Paesei un sentiment di incertezza e di vera e propria paura con conseguenteorientamento favorevole a spostare a destra  l'asse politico dei loro Paesi. Piazza Fontana va letta  in questa ottica a mio avviso e anche l'affaire Moro va letto in quest'ottica. Aldo Moro era, agli occhi dell'Amministrazione Usa, l'uomo politico cheavrebbe aperto le porte del gocverno al PCI, e questo non poteva eesere tollerato. Quindi a mio avviso,parte operativa affidata alle Brigate Rosse, che probabilmente non si resero  conto di chi le strumentalizzava, regia Usa. Moro non poteva eesere salvato, perchè così era stato deciso ed i vertici della Democrazia Ceristiana del tempo non avevano la forza di opporsi al disegno Usa.  E' pienamente coerente con ciò il fatto che il partito del rigore fosse costituito in gran parte  da esponenti della democrazia cristiana. Da qualche tempo crescono in molti la nostalgia e il rimpianto per quella classe dirigente che, personalmente, disistimo in maasimo grado. Si trattava perlopiù di persone di scarsa qualità che venivano cooptate  non tanto per le loro qualità e competenze bensì per la loro appartenenza ed il rispetto assoluto, ossequioso e acritico delle indicazioni delle segreterie dei loro partiti. Come adesso, mi si dirà. Comcordo ma il Paese ha bisogno di un appoccio diverso nello affrontare i problemi. Ritornare al passato sarebbe del tutto inutile. Elio Petri nel suo film TODO MODO, tratto dal romanzo di Leomardo Sciascia, tratteggia in maniera magistrale i caratteri di quella classe dirigente

giovedì 19 marzo 2020

IL CORONAVIRUS E LE STRINGENTI DISPOSIZIONI A NON USCIRE DI CASA

L'epidemia si sta diffondendo con sempre maggior virulenxa ed è evidente la preoccupazione sempre più forte dei governi e delle autorità preposte non solo qui da noi ma anche in Germania, in Francia, in Spagna, in Gran Bretagna, dove il primo ministro ha fatto una svolta ad U rispetto alle posizioni assunte nella prima fase, per gli scarsi risultati finora ottenuti con la strategia della "chiusura" e della riduzione al minimo possibile dei contatti sociali. Attendiamo qualche giorno per verificare con freddezza se ci sarà stata una inversione di tendenza come molti esperti hanno previsto e prevedono(gli effeti positivi dei provvedimenti presi si manifestano non immediatamente) ma certo è che si perpisce nella gente un sentimento di fortissima preoccupazione, spesso di vera e propria paura e in qualche caso di panico, di  fronte ad un nemico di cui si sa poco, invisibile e dotato di armi potenti.E' vomitevole, in questo contesto,  l'atteggiamento del leader della Lega Salvini che continua ad accusare il governo, ma tutti i governi sono in difficoltà, di tutte le nefandezze in un momento in cui occorrerebbe raccogliersi e unirsi a difesa dei popoli, dei cittadini, delle persone che stanno correndo un serio e concreto rischio di andare incontro ad un dramma di massa.
Per quanto attiene a noi "italiani" abbiamo purtroppo confermato anche in questo frangente alcuni caratteri nazionali. La tendenza a sottovalutare se non ad ignorare le disposizioni che in certi contesti vengono viste addirittura come "lesive" delle libertà e dei diritti dei cittadini per cui è quasi "doveroso" non rispettarle.
Erano state date precise disposizioni, forse lo si sarebbe potuto fare con maggior decisione e sottolineando la assoluta necessità che fossero scrupolosamente osservate, di uscire di casa soltanto in caso di assoluta necessità per ridurre i rischi di contagio e abbiamo assistito a c0mportamenti allucinanti. I luoghi della movida più affollati che mai, gruppi numerosi a far jogging, contatti sociali non ridotti, tabaccherie aperte non si sa perchè, gente che si è spostata e si sposta sul territorio favorendo la diffusione del virus. in sintesi,  molti, troppi atteggiamenti anarchici nei quali si percepisce una assoluta mancanza di senso dello Stato, di senso  di comunità, e del tutto privi di una benchè minima  valutazione del bene comune che giustificano, almeno in parte, la cattiva fama di cui godiamo all'estero.
D'altronde si fa presto a dire "non uscite di casa". Io ho la fortuna di abitare in uno spazioso appartamento al settimo piano senza nessuno sopra di me, con un grande terrazza ed uno splendido panorama sull'arco alpino. Non per tutti è così e si deve comprendere come per molti non sia facile attenersi strettamente alle disposizion Ma questa volta lo si deve fare, tutti indistintamente. La situazione è estremamente pesante e o si esce da questa esperienza con il concorso di tutti addirittura rafforzati o affonderemo tutti nel deserto dell'egoismo e della incapacità di comprendere. Spero solo che questa fase di assoluta emergenza si esaurisca in tempi ragionevoli  per la tutela del beness
ere non solo fisico ma anche mentale di noi tutti.



martedì 17 marzo 2020

IL CORONAVIRUS. L'INFINITO, L'ETERNO

La terza cantica della Commedia di Dante termina con la terzina:
"ma già volgeva il mio desio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,
l'amor che move  il sole e l'altre stelle"
E con questa immagine e queste parole si chiude l'intero Poema
Da brivido; l'Universo infinito mosso, regolato da una forza che è AMORE ASSOLUTO che tutto permea e tutto penetra. Per un uomo del tardo medioevo come Dante il concetto di un DIOAMOREASSOLUTO è un salto vertiginoso in avanti nello spazio e nel tempo
Io lo sento, l'Universo come un flusso continuo e silenzioso, ma con una musica interna che percepisco come armonia ed equilibrio, di luce e materia fluida:  un ENDLESS RIVER e trovo nell'omonimo lavoro musicale di qualche anno fa dei Pink Floyd il tema musicale che meglioesprime queste sensazioni.
 Ora i versi di Dante e la musica dei PinkFloyd sono bellezza assoluta,
E allora mi chiedo: il "coronavirus" costringe la maggior parte di noi a non uscir di casa. E allora perchè non volgere in positivo questa forzata limitazione per recuperare il rapporto con ciò che di significativo l'umanità ha prodotto nel corso della storia,e non cerchiamo di ridare giusta gerarchia alle cose, agli avvenimenti, alle persone aprendoci al confronto e al dialogo su temi di maggior peso rispetto a quelli proposti da Barbara d'Urso e similari'

lunedì 16 marzo 2020

IL CORONAVIRUS E IL SENSO DELLA MORTE

Pubblico nuovamente questo post scritto e pubblicato il 16 marz
o con le  mie valutazioni in ordiee agli effett idella  pandemia, che in quella fase era particolarmente virulenta, sui nostri comportamenti, sulle nostre paure, sul nostro rapporto con la morte e con il dolore

Il corona virus ci sta costringendo ad un radicale cambiamento delle nostre abitudini, è in pratica l'unico oggetto di conversazione all'interno delle famiglie e tra amici, assorbe gran parte delle attività dei media.  è l'argomento più discusso sui socials. In continuazione vengono aggiornati i dati sui nuovi casi, i ricoverati in strutture ospedaliere, le persone in via di guarigione, i guariti, i deceduti. Quanto a questi ultimi si tende a sottolineare che i deceduti sono prevalentemente persone anziane, affette in genere da altre gravi patologie (SENECTUS IPSA MORBUS, sosteneva Cicerone) che sono decedute non a causa del "coronavirus"  ma "con il "coronavirus"quasi ad esorcizzare con questa sottolineatura le molteplici paure che caratterizzano la situazione, in particolare la paura della morte.
Ora mi chiedo: la drammaticità dell'esplosione della epidemia in queste ultime settimane ha in qualche misura cambiato in noi essere umani la percezione della morte e del nostro destino individuale ad essa legato?
Cercherò di dire - innanzitutto - quello che sento io. Gnotsi Sauton ammoniva un altro autorevole personaggio del mondo antico, ammonimento sempre valido.
Dunque, vediamo. Ho settantadue anni, il fisico per un lungo periodo non mi ha mai tradito, poi sembra abbia voluto farmi scontare con abbondanti interessi e in tempi concentrati il presunto credito che avevo maturato nei confronti della vita. Nel 2004 ho fatto una brutta caduta da fermo sugli sci che ha provocato una fastidiosa e mai risolta tendinopatia alla cuffia dei rotatori con consegiuenti problemi di postura e conseguenti dolori osteoarticolari. l'anno successivo risalendo dall'acqua sul catamarano dopo aver fatto il bagno in mare nel più bel atollo del mondo, a Rangiroa in Polinesia, sono scivolato sul fondo della imbarcazione fratturandomi cinque costole. Contestualmente sono comparsi i primi sintomi di una grave malattia neurologica che all'inizio del 2007 è stata diagnosticata come "malattia di Parkinson complicata da fluttuazioni motorie" (Io mi sarei accontentato anche di una sindrome semplice ma tant'è)  che mi costringe a convivere con una "macchinetta"- chiamiamola così - che eroga levodopa direttamente nel  duodeno e che costa al SErvizio Sanitario circa 40.000 euro l'anno. Per non farmi mancare niente nel 2017 sono stato operato per un basalioma sulla spalla sinistra (rivelatosi benigno,  comunque ha dovuto essere asportato) e nel 2018 di un melanoma sempre alla schiena anche questo - sembra - preso in tempo. Due mesi fa è stata cambiata la "macchinetta" di cui sopra (VA CAMBIATA OGNI DUE ANNI) il che ha comportato un intervento in anestesia locale che è durato due ore. Tralascio acciacchi minori.
Ho riferito nei dettagli quanto sopra non per farmi compiangere (ho conosciuto persone che hanno dovuto sopportare ben di peggio) quanto per definire il quadro generale che mi servirà a far cogliere il senso di quanto andrò a dire.
Dal quadro emerge che nell'attuale contesto sono un soggetto a forte rischio e che se si dovesse mai arrivare a dover scegliere tra più persone a chi erogare assistenza medica e ospedaliera e a chi negarla, io sarei senz'altro il prescelto ......a soccombere e, sinceramente, non avrei obbiezioni da fare. 
                       °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Premesso quanto sopra,io come sto, cosa penso, cosa provo?
Ho paura? Sinceramente no. Ho una forte preoccupazione per la situazione generale, per il futuro dei miei cari, per il futuro del Paese che rischia di arretrare sotto il profilo economico e sociale a condizioni anteguerra, so che ogn giorno potrebbe essere l'ultimo, so bene che la maggior parte del percorso è alle spalle, ma non sento "vicina" la final courtain 
Ho il massimo rispetto per chi ha come riferimento valori religiosi ma non sono credente. Non credo esista un ente superiore che ha creato tutto quello che vediamo, non credo ad una sopravvivenza individuale e con coscienza di sè dopo la morte, non credo che saremo chiamati ad un giudizio nè individuale nè universale, non credo al Paradiso nè all'inferno comeluoghi nei quali si espiano le colpe commesse in vita o vengono riconosciute e premiate le cose buone fatte in vita (sul Purgatorio ha  già detto tutto Jacques Le Goff nel suo "La nascita del Purgatorio" ) Credo invece che saremo tutti quanti ricondotti a immergerci nel flusso eterno dell'Universo dove saremo anche noi parte e partecipi "dell'amor che move il sole e le altre stelle" Io il divino lo concepisco così: un flusso perenne di luce e di colore E penso che quando sarò nell'imminenza  mi troverò ad essere  abbastanza sereno senza eccessivi timori. Rimpianti e rimorsi sì, timori credo di no(ANIMULA VAGULA BLANDULA, HOSPES COMESQUE CORPORIS QUAE NUNC ADIBIS IN LOCA PALLIDULA, RIGIDA, NUDULA NEC, UT SOLES DABIS IOCOS) fa dire la Yourcenar all'imperatore Adriano. Io credo di essere più avanti, di avere maggiori certezze (ho un vantaggio di quASI 2.000 anni sul grande imperatore di origine spagnola) ma sempre conservando come pietra angolare il dubbio metodico.
E tempo di andare- dice Socrate ai suoi discepoli il giorno della cicuta - io a morire, Voi a vivere, quale delle due sorti sia la migliore solo il Dio lo può sapere.
 Dunque per me non è ancora tempo - così sento - di uscir di scena. Non  può essere lontano, il commiato, ma non lo sento imminente. Per una serie di ragioni:
- primo perchè non sono pronto. Veramente credo che nessuno si possa mai sentire pronto; io non lo sono Un esempio per tutti. Non ho ancora letto "Guerra e Pace." Ce l'ho ben in evidenza in libreria nella edizione in cinque volumi della Einaudi, ci passo davanti tutti i giorni ma è ancora lì. Mi si può obbiettare che si può anche non aver letto questo caposaldo della letteratura mondiale. Vero ma se si aggiunge che ho iniziato 26 volte i Fratelli Karamazov e non sono mai andato avanti
 ....................c'è da fare qualche riflessione
Secondo perchè sono di forte fibra. Sono sopravvissuto, dall'aver indossato da piccolo e da adolescente capi di abbigliamento (golf, magliette intime, mutande) fatti con la famosa lana prodotta dall'altrettanto famoso "Lanificio Giuseppe Pirani e figli snc." Da adulto ho avuto modo in vari modi, tempi e forme, di sperimentare "l'insostenibile pesantezza dell'essere" e di salita ne ho pedalata tanta
Terzo perchè le energie non sono interamente esaurite e in fondo ancora mi diverto
Quarto perchè se manco chi ve lo scrive un articolo come questo? 
Ma la ragione vera è che io amo  profondamente - a modo mio, con tanti difetti e limiti - lo riconosco - i miei familiari più stretti e vorrei goderne la presenza il più a lungo possibil.
Dunque per me non dovrebbe essere ancora tempo ma certe riflessioni le faccio da tempo. I giorni vche stiamo vivendo, il periicolo reale e concreto che stiamo correndo a livello planetario, avrebero dovuto, secondo me, sollecitare analoghe riflessioni in tutti, specialmente nei meno giovani ma anche nei giovani. Invece mi sembra che di questo aspetto non importi niente a nessuno e che siano prevalenti le preoccupazioni per la mancata movida del sabato, per il dover restare in casa, per lo stravolgimento delle nostre abitudini. Meno immediate mi sembrano le preoccupazioni economiche, almeno in larghe fasce di popolazione,che a mio avviso saranno invece drammatiche. Abbiamo passato secoli e secoli a preoccuparci del destino delle nostre anime, la vita è stata concepita per lunghissimo tempo come "un passaggio" verso la "vera" vita e in pochi decenni tutta questa sovrastruttura è crollata. Di questo dovrebbe occuparsi e preocccuparsi, più che del matrimonio del clero, papa Francesco. Che la battaglia mi sembra averla già persa come l'hanno persa tutti coloro che cercano di vedere un po'più in là e di interrogarsi.
Questa mi sembra lo stato delle cose ai tempi del "coronavirus"; debbo dire che il quadro mi sembra sconfortante ma spero che ci sia sempre qualcuno che tenga in mano la fiaccola per illuminare il percorso alle nuove generazioni.

What do you want todo ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail
What do you want to do ?
New mail

domenica 15 marzo 2020

LA VITA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

la "peste nera" arivò in Europa.
Nel 1985 fu dato alle stampe un bel romanzo di Gabriel Garcia Marquez,già insignito nel 1982 del premio Nobel per la letterratura. Il romanzo aveva titolo "l'amore ai tempi del colera" e mi è venuto in mente spesso in questi giorni mentre mi aggiornavo sulla evoluzione della epidemia  da "coronavirus" sulla quale mi limito a fare alcune osservazioni da uomo della strada senza alcuna pretesa di indicare cause e rimedi
La prima osservazione che si può fare è che l'infezione da coronavirus è la seconda pandemia della storia del nostro pianeta; pandemia nel senso di epidemia che interessa e colpisce in un breve lasso di tempo l'intero pianeta.
La peste(probabilmenfurono febbri tifoidee) che colpì Atene nel 430 a.c durante la guerra del Peloponneso segnò profondamente la città stato  e il territorio circostante ma non fu avvertita altrove. Secondo Tucidite l'epidemia aveva avuto origine in Etiopia, era poi passata in Egitto,in Libia per arrivare infine in Attica  La peste del 1350 che diede spunto al Boccaccio per il Decamerome ebbe origine nel nord della Cina e arrivò in occidente veicolata dai ratti imbarcati sulle navi commerciali genovesi  che collegavano continuamente i'Oriente e l'Europa. Costantinopoli, Cipro, Alessandria d'Egittto la rotta verso Occidente, fu Messina il porto attraverso il quale la "peste nera" arrivò in Europa nel 1347. In poco tempo l'infezione si allargò a tutta l'Europa secondo una direttrice sud/nord. e nel 1353 momento di maggiore espansione erano infettate l'intera europa, compresi i Paesi scadinavi, la Russia fino al Caucaso, la Turchia. La peste nera fece 20/25 milioni di morti in tutta Europa(1/3 della popolazione); cifre da prendere con beneficio di inventario indicano che a Venezia morì il 60% della popolazione, il 70% a Roma a Firenze il 90% La Peste Nera devastò quasi tutto il mondo allora conosciuto ma non coinvolse il continente americano, l'Australia, toccò marginalmente l'Africa. Quanto alla peste del 1630 descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi, colpì tra il 1629 e il 1633 l'Italia ettentrionale fino al Granducato di Toscana, la Svizzera fece oltre un milione  di morti ma fu sostanzialmente limitata. Caratteristiche di Pandemia ebbe invece a "spagnola" di un secolo fa. Si manifestò inizialmente negli USA (Kansas) ma si difuse rapidamente in tutto il mondo. Tra il 1918 e il 1920 fece 50 milioni di morti tra i quali il diciassettenne fratello di mio padre. Fu estremamente virulenta e colpì non solo persone  di età avanzata ma anche e soprattutto soggetti giovani.
Il "coronavirus"sembra aver assunto rapidamente le caratteristiche di PANDEMIA come riconosciuto in settimana dalla OMS.E' ancora in piena evoluzione ma ha già raggiunto tutti i continenti con alta velocità di propagazione, non è particolarmente virulento ma presenta notevoli difficoltà ad essere contenuto perchè - è questo l'aspetto nuovo, è effetto e diretta conseguenza della "globalizzazione". Dovremmo riflettere tutti quanti di più - soprattutto i governanti - sui cambiamenti che la globalizzazione ha determinato e sulle loro conseguenze.
Negli ultimi decenni il nostro pianeta si è trsformato in uno spazio unico dove persone, animali e merci si spostano in continuazione da una parte all'altra con mezzi diversi e velocità crescenti e dove miliardi di persone sono costantemente interconnesse.  Ciò comporta che i cambiamenti avvengono molto più velocemente di prima e che le conseguenze dei nostri comportamenti si riflettono ineluttabilmente sugli altri, che siano vicini di casa, concittadini, compatrioti. o cittadini di altre nazioni.
Per salvarci, per salvare il pianeta e il futuro delle nuove generazioni, è assolutamente necessario prendere piena coscienza di ciò e cambiare completamente l'approccio. E' triste vedere giovani che, intervistati, mostrano incapacità ad uscire da schemi di piccolo e meschino egoismo, che hanno poca dimestichezza con i concetti di bene comune, solidarietà e solidarietà intergenerazionale, e che sembrano incapaci di rinunciare, anche temporaneamente, a ciò che a loro sembra esserglidovuto in presenza della necesssitàù di salvaguardare un bene superiore. La mia generazione è quasi al capolinea e credeva che certi princìpi fossero consolidati. Evidentemente non siamo stati capaci di trasmetterli adeguatamente questi princìpi e questi valori il che dimostra una volta di più che di consolidato non c'è niente e che il compito di trasmettere "la memoria" alle nuove generazioni è tra i più impegnativi e ineludibili di ognuno di noi.

domenica 9 febbraio 2020

CHI SIAMO DA DOVE VENIAMO DOVE ANDIAMO - POST N 10

I popoli che elaborarono  culti solari, dovendo darsi spiegazione del movimento apparente del sole nel corso della giornata, credevano che il cielo fosse attraversato ogni giorno da una barca solare o da un carro guidati dal Sole.  Esempi:
- la divinità indu Surya guidava un carro solare con sette cavalli
 - la divinità Savitr, anch'essa hindu (rappresentata sullo sfondo del disco solare) guidava un carro solare
 - Apollo  era rappresentato dalla mitologia greca alla guida di un carro solare
 - nel mondo latino la festa più importante dell'anno era quella del SOL INVICTUS, rappresentato come nocchiere di una quadriga, in concomitanza con il solstizio d'inverno. E' accertato che il 25 Dicembre fu "scelto" come giorno natale del Cristo che, come il SOL INVICTUS, cacciava le tenebre e portava la luce della salvezza, e nei primi secoli della nostra era cristiana, il Cristo veniva spessissimo rappresentato come FEBO/APOLLO.
Nella mitologia azteca dio del sole era Tonatiuth, considerato il capo del cielo sulla cui figura furono costruiti miti complessi e al quale venivano fatti sacrifici umani I Maya elaborarono un calendario solare accuratissimo. E va sottolineato che le varie divinità con le quali i popoli antichi identificarono il Sole non necessariamente erano divinità maschili anzi più spesso erano viste come divinità femminili conferendo al culto carattere universale. L'antinomia sole maschio luna femmina non ha caraterizzato tutti i popoli e tutte le epoche.  
Se il culto solare ha caratterizzato popoli diversi a latitudini diverse e in epoche diverse, furono senza dubbio gli egizi ad elaborare il rapporto più complesso  tra la nostra stella e l'umanità. Numerose furono le divinità che nei primi secoli della civiltà egizia furono associate al sole. Sekhmet, Hator, Nut, Bat ma nel corso dei secoli due di esse si affermarono sopra le altre, Horus e Ra. Inoltre credevano che il cielo fosse attraversato da uno scarabeo che spingeva in avanti il disco solare esatttamente come lo scarabeo stercorario spinge in avanti nelle sabbie del deserto la pallina di materiale organico che gli è necessaria. Altrettanto numerose furono le divinità che vennero "solarizzate"(il loro culto  si fuse con quello del sole:Amon divenne Amon-Ra, Min..........Min-Ra, Hnum...........Hnum-Ra).  Ma il punto più alto fu raggiunto con il faraone Amenofi IV della diciottesima dinastia (siamo intorno al 1.350 a.c.) che tentò di imporre il sole nella sua forma di disco solare (ATON) come divinità unica. Solo esempio di religione monoteista oltre allo Yahweh degli ebrei. Il tentativo di Amenofi IV, che aveva cambiato il suo nome in Akhenaton, fallì per le resistenze delle classi sacerdotali che si erano fino ad allora occupate del culto di numerose divinità e che vedevano minacciato il loro potere ma è evidente che Akhenaton rappresentò un tentativo di rottura di schemi consolidati di notevole portata.
In estrema sintesi trovo corretto affermare che davanti aile domande fondamentali che l'umanità si è sempre posta fin dall'inizio della civiltà le risposte sono state date prevalentemente ricorrendo alla categoria del  mito(la coppia primordiale, i mille miti sulle origini per quanto attiene al "da dove  veniamo", una vasta gamma di divinità ctonie e complessi rituali per il "dopo morte" per quanto attiene al "dove andiamo". Solo in una seconda fase e progressivamente nel corso dei secoli si sono cercate le risposte con un approccio che definirei razional-filosofico.  Approccio che non ha ancora dato risposte chiare e definitive malgrado l'enorme mole di nuove conoscenze acquisite nel corso del più recente passato ed il cui limite trovo perfettamente riconosciuto da Socrate, il primo a utilizzare questo approccio, nelle parole con le quali si accomiata dai suoi amici e discepoli e che ci vengono riferite da Platone nell'Apologia e morte di Socrate.
"Ma  è giunta ormai l'ora di andare, io a morire voi a vivere. Chi di di noi vada a miglior sorte solo il Dio lo può sapere."
Il mito non dà più risposte da tempo, l'approccio razional filosofico dà risposte parziali e allora cambiamo prospettiva. Partiamo dalle più aggiornate conoscenze i merito al funzionamento del cervello,  a ciò che è la mente e cosa intendiamo oggi per anima e vediamo cosa ne viene fuori
"


mercoledì 5 febbraio 2020

IL FESTIVAL DI SANREMO IN DIRETTA

Da qualche anno ho ripreso a seguire il Festival di Sanremo che per un lunghissimo periodo avevo disertato. Il perchè di questa ripresa di interesse è presto detto: perchè il festival mi dà emozioni e la serata di ieri me lo ha confermato.
Vedi Rita Pavone ripresentarsi in gara dopo moltissimo tempo, giovanile e gradevole come non era a venti anni e, come trasportato dalla macchina del tempo, ti ritrovi agli inizi degli anni sessanta con davanti agli occhi le copertine dei dischi in vinile di allora: CUORE MATTO, LA PARTITA DI PALLONE, IL BALLO DEL MATTONE. E rivai con la memoria ad una mitica trasmissione televisiva del tempo: si chiamava PER VOI GIOVANI e Rita ne cosituiva l'asse portante insieme ai suoi "collettoni", ballerini bravissimi tra i quali il nostro amico DODI , Ostrense e Romano a metà, del quale eravamo orgogliosi. Ascolti Marco Masini e i versi della sua bellissima canzone trasformano l'emozione quasi in nudo spavento. Tiziano Ferro interpreta la  più bella canzone del repertorio di Mia Martini, ALMENO TU NELL'UNIVERSO, e dalla memoria esce netto il volto di mio suocero PIPPO MAUCERI, dirigente del Ministero di Grazia e Giustizia, amico e frequentatore di Peppino Bertè, padre di Mia, professore di latino e greco che per anni ha fatto il dirigente scolastico in provincia di Varese. Pippo Mauceri da Siracusa, Pepppino Bertè da Bagnara Calabra, Peppino Solerte, provveditore agli studi  di Varese proveniente da Avola, tre uomini del sud trapiantati in Padania Superiore. 
Anche l'intervento di Al Bano e delle due Romine è stato gradevole e meno stucchevole di altre volte.
In questo contesto appaiono "piccole" le performnce di Achille Lauro  o di Anastasio, rappers del nulla che non possono non pensare di nascondere il nulla dietro  la provocazione.
Nel complesso  una bella serata, con un preciso taglio, quello della denuncia della violenza contro le donne cui la bravissima giornalista Rula Jebreal ha dato voce con passione ed emozione.
Nel complesso una bella serata. Complimenti ad Amadeus che non facevo capace di sostenere una articolazione così complessa e una sensibilità così ricca. Stasera si replica.

domenica 2 febbraio 2020

BANCA POPOLARE DI BARI

Confesso che sto cominciando a montarmi la testa e comincio a credere  che abbia un qualche fondamento il giudizio che dei miei scritti dette (o diede, la prof che ho in casa dice che sono corrette entrambe) "Cronache Maceratesi"nella fase più acuta della crisi di Banca delle Marche. Mi definirono "dotato di facoltà profetiche".........Naturalmente scherzo ma è pur vero che anche su Banca Popolare di Bari avevo acceso i riflettori con largo anticipo.(Cfr etichette Banca  Popolare di Bari)
Adesso la vicenda della Banca pugliese, la più importante banca commerciale del mezzogiorno con circa 3.000 dipendenti e una rete capillare di sportelli nella regione, ha registrato una ulteriore, prevedibile visto il contesto, evoluzione. Sono stati arrestati (agli arresti domiciliari) l'ex Presidente Marco Jacobini, il figlio Gianluca, ex condirettore generale, che in concomitanza con il commissariamento della banca lo scorso 13 Dicembre, avevano trasferito più di cinque milioni di euro su conti cointestati con le mogli presso Banca Sella, e il responsabile del risk management Antonio  Zullo. L'ex amministratore delegato Vincenzo De Bustis è stato invece sanzionato con l'interdizione per un anno a coprire ruoli dirigenziali bancari.
Si è ripetuto il solito schema: per anni un gruppo di potere fa il bello ed il cattivo  tempo all'interno di un istituto di credito senza che nessuno si accorga di niente(si fa per dire) o dica niente. Banca d'Italia vigila, ammonisce, indirizza  ma si trincera dietro il fatto che le nomine dei vertici bancari sono competenza dei Consigli di amministrazione e che il settore del credito rientra nelle competenze del Ministero dell'economia per cui il suo ruolo  si riduce a segnalare al Ministero, e alla Procura della Repubblica se emergono ipotesi di reato, le anomalie, le carenze, le irregolarità che emergono  nel corso delle ispezioni  cui l'Istituto  di Via Nazionale sottopone periodicamente tutti gli Istituti di credito. Quando poi la situazione si fa insostenibile e scoppia l'ennesimo caso, il governo deve intervenire per salvare la banca e lo fa con soldi pubblici quasi sempre (nel caso Popolare di Bari è previsto l'intervento del Mediocredito Centrale e del fondo intebancario di garanzia) e i posti di lavoro. I vertici aziendali vengono indagati ma anche nella peggiore delle ipotesi per loro (invio agli arresti domiciliari), visto che in genere risiedono in case confortevoli non si trovano a  stare poi così male. E considerato che i tempi per una condanna definitiva sono dilatati il rischio di finire incarcere è basso e lontano nel tempo. Anche sotto il profilo civile il rischio di sequestri di denaro o di beni è limitato e comunque i responsabili hanno in genere tutto il tempo per occultare gli oggetti di reato.  Quanto all'interdizione dalle cariche, il tempo passa in fretta, gli interdetti sono persone di larghe relazioni per cui sono già pronti al momento dell'interdizione ad andare a coprire ruoli  di vertice da qualche altra parte trascorso il periodo di "stand-by"
Un altro giro di giostra............finchè la barca va.

lunedì 13 gennaio 2020

CHI SIAMO DA DOVE VENIAMPO DOVE ANDIAMO - POST N 9

Con il presente post termina la fase introduttiva  della analisi che ho in mente: quella di verificare, partendo dalle teorie e dagli studi più recenti sul cervello, sul suo funzionamento, sulla memoria, su ciò che oggi si intende per anima, pensiero, mente cosa resta di valido del pensiero antico, di ciò che l'umanità ha saputo elaborare in qualche migliaio di anni nel suo tentativo di dare un senso a quella grande avventura individuale e collettiva che è la vita e di trovare spiegazioni alle domande di sempre che io ho sintetizato nel titolo che ho dato ai post. In questa fase introduttiva ho ritenuto utile riportare all'attenzione mia e di chi ha la bontà di leggermi, alcuni dei concetti, teorie, credenze di fondo elaborati nel tempo dai vari popoli che hanno lasciato tracce abbondanti e comprensibili del loro passaggio su questo pianeta. Ho preso la civiltà degli antichi egizi come base di queste riflessioni perchè quella egizia è la civiltà che è durata più a lungo, quella che ha lasciato come nessuna altra  un copiosissimo patrimonio di documenti, monumenti e reperti e quella che ha dedicato più di ogni altra tempo e attenzione ad interrogarsi su se stessa, sulle proprie origini e sul proprio destino. Certamente un excursus a volo d'uccello, superficiale,parziale, ma che ha permesso di ricordare innanzitutto a me stesso alcuni punti fermi ai quali quella civiltà era giunta. Questo ultimo post  lo dedicherò all'importanza che la stella intorno alla quale ruotiamo, il SOLE, ha avuto per tutte le civiltà antiche e all'influenza che essa ha avuto nell'elaborazione dell'intera struttura di pensiero di quei popoli.
Il sole è talmente presente all'attenzione della nostra specie con il continuo alternarsi di albe e tramonti, con l'evidente funzione di essere fonte di luce e calore e quindi sorgente di vita, con l'influenza diretta ed evidente sulla crescita dei frutti della terra, con le eclissi, che ogni antica civiltà ha elaborato una sua teoria. Alcuni popoli più di altri: i Maya in America Centrale, i QUECHA in America meridionale le popolazioni indu dell'Oriente asiatico, gli stessi greci nei cui miti Apollo occupava un posto di rilievo, ma sono gli antichi egizi ad aver elaborato un complesso sistema di pensiero che colloca il Sole in posizione di netta preminenza  pur nel contesto di un ricco e variegato "olimpo" di divinità. 
Spezzo il post in due parti memore del fatto che una eccessiva  lunghezza è  in genere accompagnata da una caduta di attenzione.