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domenica 5 febbraio 2012

MIRACOLO ALLA ESSELUNGA

Esselunga è il nostro supermercato di riferimento. E' vicino casa,  c'è un buon rapporto qualità/prezzo, è ben organizzata, ha un vasto assortimento di prodotti.
Spesso acquisto da Esselunga anche i quotidiani, Repubblica, Il Corriere, Il Sole/24 ore.
Stamattina, "tirando su" la copia di Repubblica, sono rimasto allibito. Accanto c'erano alcune copie de "Il fatto quotidiano".Mai sucesso. Inaudito considerato quello che pensa  il fondatore e proprietario di Esselunga, Bernardo Caprotti, dellla sinistra in generale e delle COOP in particolare. Ricordiamo tutti le dichiarazioni: "non venderò mai alle COOP, al limite meglio VAL-MART".  E ricordiamo tutti il libro "Falce e Carrello"distribuito da anni dalla catena di supermercati (ricavi in beneficenza) che è costato a Caprotti una sentenza di condanna nel settembre scorso per concorrenza sleale proprio nei confronti delle COOP; sentenza in questo momento sotto sospensiva a seguito della sentenza della Corte d'Appello di Milano del Dicembre u.s.
Alcune ipotesi:
a) Caprotti, che ha 86 anni, ha fatto un passo indietro, questo lo sappiamo, e non è più al vertice operativo di Esseliunga. Può darsi che il nuovo Presidente, l'avvocato Mariconda, abbia diverso sentire oppure, più banalmente, che consideri Il fatto un prodotto come gli altri.(lo escludo; Caprotti è sempre il dominus)
b) Caprotti è impazzito
c) Caprotti ha cambiato idea (lo escludo)
d) Caprotti ha venduto alle COOP privilegiando l'italianità( impossibile)
e) Caprotti lo ha fatto in espiazione delle sue colpe per aver trattato con il pugno di ferro i suoi /le sue dipendenti. che avevano problemi anche a poter andare in bagno durante l'orario di lavoro.
f) c'è un'altra ipotesi che non riesco ad intravedere.
Comunque sia il tema è da approfondire: COOP e ESSELUNGA sono in pratica le sole due catene di  distribuzione di rilevanza nazionale rimaste in mani italiane e non è indifferente il fatto che ci rimangano. E' notizia  proprio di questi giorni che il grande supermercato ex Standa poi diventato  BILLA (gruppo tedesco) di Castellanza chiude i battenti lasciando nella palta circa 100 persone, quasi tutte di Castellanza. Un altro pezzo di Italia che scompare nel gorgo delle vittime della economia globalizzata.
C'è bisogno di un nuovo patto sociale e mi auguro che gli incontri serrati di questi giorni tra il Ministro Fornero e i vertici sindacali e di Confindustria per definire le nuove normative in materia di lavoro producano buoni frutti. La consapevolezza dell'emergenza finalmente sembra esserci: ma non basta. Alla consapevolezza debbono seguire urgentemente misure concrete che guardino avanti e abbiano sufficientemente chiari i possibili scenari. Non è compito facile per nessuno.

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