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lunedì 27 ottobre 2014

LA CRISI

Ho rilevato con una certa sorpresa che nella giornata di ieri è stato letto da 23 persone un articolo del 25 Marzo 2009 "La crisi-gli aspetti finanziari" e 16 volte un post  del giorno successivo "La crisi industriale". Sono due degli articoli che ho riunito nel mio libro "Sulla crisi e dintorni" pubblicato presso "Il mio libro.it". Sono articoli molto lunghi per cui rimando ad essi chi fosse interessato a recuperali. la circostanza mi dà invece l'occasione per sottoporvi la prefazione scritta nel Gennaio 2011 che contiene a mio avviso elementi di attualità. Ve la propongo letteralmente.

Ho ritenuto opportuno riunire in un volume gli articoli che ho scritto sul mio blog dall'inizio del 2009 sulla crisi che ha colpito i mercati finanziari internazionali a partire dal default della Lehman Brothers nel Settembre 2008. Ad essi ho aggiunto altri articoli in materia economico finanziaria, in particolare sul debito pubblico e sulla sua gestione, che ho scritto nel periodo e che consentono, a mio avviso, di disegnare un quadro completo del mio pensiero. Di qui il titolo che ho voluto dare al lavoro "Sulla crisi e dintorni" per sottolineare le diverse angolature dalle quali ho osservato il quadro che si presentava all'attenzione di noi tutti.
      Non ho voluto correggere alcunché, affinché 
      fosse conservata la freschezza dello stato d'animo con cui facevo le mie valutazioni man mano che la situazione evolveva. Mi  sono limitato a correggere numerosi evidenti errori di battitura ed a eliminare i commenti dei miei lettori per un doveroso rispetto della loro privacy. Volutamente non ho numerato le pagine in quanto gli articoli sono stati inseriti in stretto ordine cronologico.
Sono convinto che l'attuale crisi finanziaria internazionale ,complessivamente in via di superamento, ma non per tutte le economie, e che non ha ancora sviluppato tutte le sue negatività, non sia affatto congiunturale per il nostro Paese. Il sistema Italia , non più concorrenziale nei prodotti manufatturieri ad alto utilizzo del fattore lavoro, e scarsamente presente nei settori tecnologicamente avanzati, si trova fortemente condizionato, nel contesto di una economia ormai irreversibilmente globalizzata, dai vincoli di un debito pubblico enorme, da un ritardo evidente nell'aggiornamento delle infrastrutture , da un'apparato pubblico, sia a livello centrale che periferico, farraginoso e pesante che ostacola oggettivamente l'attività d'impresa e, quindi, le possibilità di ripresa del ciclo.
Inoltre è evidente e chiara la difficoltà che l'apparato industriale del Centronord incontra sui mercati internazionali. Si accresce infine la frattura tra il centro nord ed il sud con il conseguente aggravarsi sia della " questione settentrionale" che di quella " meridionale". 
E' una crisi di riposizionamento dell'economia del nostro Paese nel panorama internazionale dalla quale l' Italia uscirà ridimensionata e lascerà il suo posto in prima fascia tra le economie del mondo a paesi ben più dinamici come Cina, India, Corea, Brasile. Ritengo anche che i conti dello Stato non siano per nulla in sicurezza e che è prevedibile un'attacco della speculazione internazionale contro il nostro debito sovrano nei prossimi mesi. Mi sto chiedendo, a questo riguardo, e non riesco a trovare risposta, perché in una situazione di tassi bassissimi (l'euribor a tre mesi è stato costantemente al di sotto dell' 1% nel più recente passato e solo da poche settimane ha sforato quella soglia) e in presenza di tagli indiscriminati della spesa dei ministeri e dei trasferimenti agli enti territoriali locali, il debito pubblico continui a salire costantemente e per cifre assolute elevate. La situazione politica, per concludere, è estremamente fluida ed è difficile prevedere quali saranno gli sbocchi della situazione. Io, in sintesi, rimango fortemente pessimista anche perchè ritengo la QUESTIONE MORALE centrale per il futuro del nostro paese; non mi pare, invece, che sia tra le priorità delle forze politiche presenti in Parlamento.

Gennaio 2011 

Questo scrivevo quasi quattro anni fa. Mi sembra possa costituire una base di riflessione anche per per il dibattito politico economico odierno

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