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mercoledì 1 ottobre 2014

TUTTO SBAGLIATO TUTTO DA RIFARE - IL SISTEMA SCOLASTICO E LA FORMAZIONE DELLE NUOIVE GENERAZIONI(OTTAVO POST)

Riprendiamo a parlare delle problematiche relative al "Che fare?" che ho etichettato come da titolo.
Ho parlato di due "prerequisiti", cioè di due condizioni che debbono essere state adempiute prima ancora si cominci a impostare qualsiasi tipo di discorso:
a) il sistema formativo delle nuove generazioni
b) la questione morale
         LA FORMAZIONE DELLE NUOVE GENERAZIONI 
Inizio da qui perchè anche se da domani mattina si adottasse il migliore sistema formativo, gli effetti positivi si vedrebbero tra venti anni almeno e quindi non incide oggi sul futuro del Paese. Ma è altresì vero che gli errori degli ultimi decenni li stiamo scontando,e pesantemente, ora.
Premesso che non sono un esperto di queste problematiche, proverò a sintetizzare quali sono le mie idee al riguardo ed introduco le mie valutazioni con una affermazione, qualche tempo fa, del Prof. Romano Prodi: "Un Paese non può essere ricco e stupido per più di una generazione"
E questo è sempre più valido oggi e probabilmente sarà sempre più vero in futuro. Quindi la formazione dei giovani deve essere fatta con metodiche  diverse, con mezzi diversi ma con un obbiettivo che rimane sempre lo stesso, in un sistema democratico: l'obbiettivo di fare di ciascuno una persona in grado di "pensare" con la propria testa, una persona con una sua personalità ben definita  e con livello di scolarità elevata: il tutto si traduce in una maggior autonomia, in una attitudine a guardare avanti, ad essere più creativi ed elastici. Fatta questa premessa, sintetizzo gli obbiettivi:
a) il sistema formativo deve avere come obbiettivo nei suoi primi anni quello di dotare "l'alunno"degli strumenti per affrontare le sfide della vita. Bisogna costruire innanzitutto "il motore" che deve essere potente ed elastico. Potente perchè deve essere in ogni momento pronto per viaggi lunghi e faticosi. Il motore deve  provvedere a dare sicurezza di percorso ed elasticità di utilizzo.
Il motore potente. Vi cito un verso della "Commedia" "Non fa scienza senza lo ritener lo avere  inteso" dice Dante. Fuor di metafora: è inutile qualsiasi intervento formativo se il soggetto "non ritiene". Chiaramente mi sto limitando all'aspetto "tecnico", la formazione di un individuo è qualcosa di molto più complesso.
E come si fa per imparare bene a  parlare, scrivere e a far di conto e imparare a ritenere?
Io credo che ci siano due cose che vengono dal passato e che sono tuttora, secondo me, validissime.
A) le tabelline 
B) imparare a memoria testi anche lunghi
L'altra sera  in televisione, in una di quelle trasmissioni demenziali che precedono il telegiornale delle 20, c'erano due studenti universitari, un ragazzo e una ragazza: alla ragazza venivano chieste "le tabelline", al ragazzo di dire il congiuntivo corrispondente all'indicativo che il conduttore pronunciava. Entrambi hanno palesato evidenti difficoltà inconcepibili se si considera che si trattava di persone sopra i venti anni e alla fine di un lungo percorso formativo. Chiaramente quando parlo di tabelline e di testi da imparare a memoria porto il discorso al limite, però ..... se ci pensate.
A e B)  vanno integrate, a mio avviso, con:
C) un utilizzo precoce ed intensivo delle nuove tecnologie che servirà anche ad assimilare velocemente le nuove e le vecchie conoscenze e che consentono agli intellettualmente curiosi di soddisfare in tempi brevissimi le loro curiosità. E' finito il tempo della TRECCANI e della UTET, che - tra l'altro - erano strumenti di classe; oggi è il tempo di GOOGLE e di Wikipedia, del WEB2, domani si vedrà
D) Un efficace e precoce apprendimento della lingua inglese. Oggi l'inglese, si voglia o non si voglia, è la lingua del pianeta e deve esserci nel bagaglio culturale di tutti. Purtroppo i risultati, oggi, ci collocano agli ultimi posti nelle classifiche internazionali; la mancata padronanza della lingua(secondo me l'inglese è padroneggiato veramente da meno del 5% degli italiani ed io non sono tra quelli) ci impedisce di cogliere molte opportunità e di stare al passo con i Paesi più avanzati.
Tutto questo in un contesto di partecipazione attiva degli studenti( un esempio per tutti, lasciar loro la scelta delle poesie o dei testi da imparare a memoria), in un clima di sana competizione ed emulazione e di sempre viva curiosità. Perchè le conoscenze hanno un ritmo di aggiornamento molto più veloce che in passato e solamente un atteggiamento di curiosità ed apertura può consentire di tenere il passo.
Ero giunto a questo punto del post quando ha citofonato una persona che aspettavamo per cui ho interrotto. Parlando del più e del meno e avendola informata dell'oggetto del post che state leggendo mi ha detto: immagino che avrà letto la lettera che Umberto Eco ha scritto al suo nipotino e che L'espresso ha pubblicato qualche mese fa. Non l'ho letta, mi è sfuggita. Siamo andati al P.C. ho aperto, l'ho letta. Cosa volete che vi dica: UBI MAIOR MINOR CESSAT. Eco aveva detto prima di me e molto meglio di me le stesse cose che stavo scrivendo io. Sono rimasto lusingato, lo confesso, dal comune riferimento allo studiare a memoria. Consegentemente faccio un passo indietro e lascio parlare lui.
Umberto Eco ha tanti meriti, uno dei quali, e certamente non il minore, quello di aver curato la pubblicazione di una bellissima opera che il Gruppo Repubblica/L'Espresso ha fatto uscire qualche tempo fa e che consiglio (visto l'argomento di cui stiamo trattando) a chiunque abbia a cuore la formazione di un figlio, di un nipote, di chiunque si voglia aiutare a crescere: 14 volumi dedicati al mondo antico 12 al medioevo e 22 all'età moderna. E' un'opera bellissima, scritta in stile chiaro e comprensibile da tutti, interdisciplinare e corredata di tantissime illustrazioni che la rendono interessante, coinvolgente e "facile da ritenere"
Ecco la lettera:  
Caro nipote studia a memoria 

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