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giovedì 4 novembre 2010

IL GIORNALISTA GIANNI MAROTTA, IL SINDACO DI VITTORIA GIUSEPPE NICOSIA, IL GIORNALE DI SICILIA , LA LIBERTA' DI STAMPA E DI ESPRESSIONE DEL PROPRIO PENSIERO

Voglio segnalare a chi mi segue un episodio che dimostra come la tentazione di imbavagliare la libertà di espressione del proprio pensiero e la libertà di stampa sia forte un pò dovunque, nel nostro Paese, ed anche in persone che, in virtù della loro collocazione politica, dovrebbe essere immuni da tentazioni del genere.
Le persone ed i fatti
Le persone:
- Giuseppe Nicosia sindaco di Vittoria, importante centro di economia agricola in provincia di Ragusa, Sicilia Orientale, eletto come rappresentante del Partito Democratico e che guida una giunta di coalizione PD e liste locali
- Gianni Marotta, giornalista professionista nato a Vittoria ed ivi residente, giornalista di Class  CNBC (Gruppo Panerai) e quindi con attività principale a Milano ma con stretti legami con la città di origine e collaboratore free lance del Giornale di Sicilia ed altre testate locali
- Giovanni Pepi, direttore del Giornale di Sicilia
I fatti:
Il sindaco Nicosia, non tollerando le critiche alla sua persona e alla sua amministrazione, critiche apparse su un post di facebook e non in un articolo di stampa - si noti bene - ha scritto una lettera di lagnanze al direttore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi il quale, senza alcun indugio, ha colpito il soggetto più debole, il giornalista, riconoscendo senza alcuna verifica le ragioni del più forte, il politico, ed ha sospeso al giornalista la collaborazione al giornale.
Sottolineo ancora che i giudizi critici nei confronti del sindaco Nicosia sono stati espressi nel contesto di un intervento sul sito FACEBOOK " Quelli che non vogliono Peppe Nicosia sindaco di Vittoria" e non in un articolo sul Giornale di Sicilia, e quindi rientrano pienamente nel diritto riconosciuto a ciascuno di noi dall'art.21 della nostra Costituzione ad esprimere liberamente il proprio pensiero Quindi il sindaco avrebbe dovuto, semmai, rispondere alle critiche sul sito Facebook in questione, o tutelare eventualmente la sua onorabilità in sede giudiziaria, ma mai e poi mai avrebbe dovuto ricorrere al mezzuccio  di fare pressioni sul direttore del quotidiano.
Perchè l'episodio è grave:
a) perchè un sindaco che si dice di centrosinistra, ma che evidentemente lo è solo per suo personale interesse, non ha esitato a ricorrere al più meschino dei mezzi, il rivolgersi al "datore di lavoro" - chiamiamolo così anche se si tratta di collaborazioni free lance - del giornalista per "colpire" chi si era permesso di rivolgergli delle critiche
b) perchè anche nel centro sinistra c'è evidentemente chi crede che sia possibile adottare i metodi berlusconiani (ricordiamo tutti l'editto contro Biagi, Luttazzi, e Santoro pronunciato durante un viaggio all'estero del presidente del consiglio protempore) per colpire il dissenso
c) perchè è squallido che il direttore del Giornale di Sicilia abbia sospeso la collaborazione al giornalista senza nemmeno sentire il bisogno di ascoltare le ragioni di quest'ultimo
d) perchè è irritante che la Sicilia - regione dell'Italia unita di cui si sta per celebrare il 150° da me particolarmente amata - si distingua e si caratterizzi sempre per un certo modo che chiamerei "feudale" di concepire i rapporti tra le persone. Riconosco, peraltro, che anche nel resto del Paese viene ormai ritenuto legittimo tal genere di comportamenti
Per fortuna in Sicilia ed altrove ci sono persone e persone che non si riconoscono in questi metodi ed in questo modo di concepire i rapporti: ne è testimonianza l'elevatissimo numero di messaggi di solidarietà che sono pervenuti a Gianni Marotta, tra  i quali anche il mio, moltissimi da parte di giovani, e di cui si può trovare ampia traccia scritta sul sito facebook dello stesso.
Io non conosco personalmente il sindaco Nicosia ma come cittadino (il mio blog si chiama non a caso come si chiama),  militante del Pd e come uomo libero stigmatizzo veementemente  il suo operato e lo invito a considerare la necessità di coerenza che ci deve essere tra i valori che portano alla militanza in una formazione politica piuttosto che in un'altra e i comportamenti concreti. E ciascun politico deve ricordarsi sempre e poi sempre che è lui ad essere al servizio dei cittadini e non viceversa. Peranto atteggiamenti arroganti e di mero esercizio di potere non sono tollerabili in alcuno, meno che mai in  esponenti più o meno importanti del Partito Democratico.

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