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venerdì 2 marzo 2012

LA MUSICA IN FUNZIONE TERAPEUTICA - IL BASSO CONTINUO

La musica, l'abbiamo detto tante volte, è una delle cose belle della vita e se è bella è bella tutta. Non faccio distinzioni di genere, tuttalpiù faccio distinzioni di funzioni svolte. Mi spiego: se ho bisogno di caricarmi ascolterò un certo genere di musica; se ho bisogno di rilassarmi ascolterò un altro genere. I nostri gusti musicali sono fortemente influenzati dal nostro carattere, dalla nostra età, dalla nostra cultura intesa come insieme delle esperienze, delle conoscenze, dei valori che fanno di ciascuno di noi un "unicum".E il genere di musica che ascoltiamo è fortemente influenzato da quello che vogliamo e ci aspettiamo dalla musica in quel momento  Ritorno al concetto precedente: se ho bisogno di rilassarmi io prediligo musica del tipo di quella fatta da Giovanni Allevi, ascolto un album di Fausto Papetti (i più giovani lo conoscono?), o musica ayurvedica o, nell'ambito della musica cosiddetta "classica", autori del seicento o del primo settecento. (Vivaldi, Pachelbel, Handel, Corelli), cioè musica barocca  Perché? Io attribuisco l'effetto rilassante all'uso del "basso continuo" che era comunissimo ai tempi.
Cosa è il "basso continuo":
E' l'accompagnamento strumentale che conduce il discorso di insieme della partitura, una linea melodica che il musicista scriveva in chiave di basso e che faceva da sostegno armonico a tutta la partitura. Il basso continuo era affidato ad uno strumento ad arco che seguiva solo la parte scritta e  a uno strumento polifonico,in genere o al clavicembalo o all'organo. sul quale l'esecutore suonava anche gli accordi..(Questo tecnicamente) In pratica era una nota continua tenuta al basso - quindi grave - che era una specie di "sottofondo"
La nota continua tenuta al basso e l'effetto "sottofondo" conseguente sono a mio avviso i principali "responsabili" dell'effetto rilassante della musica barocca.
Provate con il "canone e giga" o con la "chaconne" di Pachelbel, o con le sonate, i trii, i concerti per liuto, viola, violino e basso continuo di Vivaldi.
Poi c'è sempre Sergio Bruni, ma lui più che rilassarmi mi faceva dormire, Dio l'abbia in gloria. Sfido chiunque sotto i quarantanni a ricordare o a sapere chi fosse Sergio Bruni

2 commenti:

  1. Albé, ma da dove hai tirato fuori Fausto Papetti, ... il suo sax ?
    Forse dalle stesse "frattaglie" dalle quali ogni tanto anche me ritorna.
    Quanti ricordi, quante atmosfere, ... e non negare che le copertine dei suoi 33 avevano, sui nostri diciotto anni, la loro importanza !
    Ciao, fra poco andro' a Palazzo d'Accursio a salutare Lucio.
    Pat

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  2. Ti rispondiamo con davanti la 25 ma raccolta di Papetti. Copertina meno intrigante delle altre; pezzi forti: Costa Rosada e "Once in a While" Registrato, tieniti forte, nell'Ottobre 1977 negli studi della Durium a Milano
    Salutaci Lucio
    Alberto e Milnea

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