Ho assistito stamattina in televisione alla lettura della consueta relazione annuale del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.
Una relazione estremamente tecnica che, attraverso un linguaggio non comprensibile da chi non è addetto ai lavori, analizza con spietata lucidità la situazione economica, finanziaria, politica del nostro Paese. Il nocciolo della relazione - non intendo commentarla in dettaglio ma chi vuole può andare a leggersela sul sito della nostra banca di emissione - è il ritardo accumulato dal nostro Paese negli ultimi anni in tutti i comparti che il governatore ha quantificato in un ritardo di venticinque anni. Ci sono messaggi e chiari riferimenti per tutti ma bisogna saper leggere dietro le righe e tra le righe; c'è l'indicazione puntuale della situazione attuale con dati precisi, documentati e collegati tra loro. C'è l'indicazione delle responsabilità di chi ha portato il Paese al punto in cui è, c'è l'indicazione di quello che la "politica" dovrebbe fare per rilanciare il sistema Italia. Ne citerò uno per tutti: il rilievo centrale della formazione scolastica ed intellettuale delle nuove generazioni perché solamente con persone preparate e con alto livello di "scolarizzazione" l'Italia potrà conservare il tenore di vita conquistato negli ultimi cinquanta anni. Ma scolarizzazione significa - aggiungo io - non tanto avere un percorso scolastico più lungo bensì un "sistema" di formazione, che oggi non può che essere integrato con le nuove tecnologie, di cui siano visibili i risultati quando ci si confronta con gli altri paesi. E nei discorsi che abbiamo spesso fatto io e mia moglie su questo tema, abbiamo sempre convenuto che "formazione"significa disciplina e ordine mentale, acquisizione di capacità analitiche e sintetiche, acquisizione di informazioni, stimolazione della memoria, ma - soprattutto - esige che gli insegnanti siano motivati, amino intensamente il loro lavoro ed abbiano non il dono, ma la capacità di destare la curiosità dei giovani loro affidati, l'interesse all'approfondimento, l'abitudine a considerare il percorso scolastico solamente come il primo di tutta una vita, vita che sarà mediamente molto più lunga degli anni passati sui banchi, perché usciti dalla scuola - a qualunque punto se ne esca - sarà importante avere il patrimonio di conoscenza sopramenzionato, duttilità mentale, capacità analitiche e sintetiche, ma, soprattutto, desiderio forte, userei la parola "esigenza", di arricchire giornalmente il proprio patrimonio di esperienze, conoscenze, rapporti con gli altri.
Bankitalia, e qui concludo, é una delle Istituzioni più serie e di maggior prestigio del Paese e uomini formatisi in bankitalia occupano posti di rilievo nelle Istituzioni e nell'economia.
Mario Draghi è ai vertici di BCE, l'ex direttore generale Saccomanni è ministro dell'economia, l'ex vicedirettore generale Davide Franco è da poche settimane ragioniere generale dello stato, la ex vicedirettrice generale Annamaria Tarantola è presidente della RAI, mentre la dottoressa Maria Cannata, della quale ho scritto più volte, continua ad occuparsi con estrema competenza ed equilibrio della gestione del nostro debito pubblico (Visco ha ricordato nella sua relazione che mediamente sono 400 i miliardi di euro di titoli di stato che debbono essere annualmente emessi in sostituzione di quelli che vanno in scadenza e per finanziare le maggiori esigenze)
Infine Visco ha sottolineato che Bankitalia in questi ultimi mesi ha assunto un notevole numero di giovani, scelti con assoluta parità di genere e unicamente per le loro qualità e potenzialità, che assicureranno un ordinato ricambio generazionale. A tutte e tutti questi giovani va il mio più sincero augurio; da sempre sono convinto che è negli occhi dei giovani il senso del nostro divenire.
Infine Visco ha sottolineato che Bankitalia in questi ultimi mesi ha assunto un notevole numero di giovani, scelti con assoluta parità di genere e unicamente per le loro qualità e potenzialità, che assicureranno un ordinato ricambio generazionale. A tutte e tutti questi giovani va il mio più sincero augurio; da sempre sono convinto che è negli occhi dei giovani il senso del nostro divenire.