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martedì 4 giugno 2013

SEMIPRESIDIENZIALISMO ALLA FRANCESE? NO, GRAZIE

Non sono tra quelli che dicono: "siccome la situazione economica del Paese è drammatica, ogni altra discussione che non sia legata a temi strettamente economici è del tutto secondaria". Si possono, a mio avviso, affrontare le problematiche contemporaneamente se si è all'altezza di farlo.
Ebbene, ora il dibattito istituzionale ha come centrale il tema della figura del Presidente della Repubblica, della sua elezione, dei suoi poteri.
Domenica a Bologna si è svolta una manifestazione importante "in difesa della Costituzione", una manifestazione alla quale per cento motivi avrei voluto  partecipare anche per la stima che nutro nei confronti di coloro che sono stati chiamati a parlare (Rodotà, Zagrebelsky, Bachelet , Camusso, Landini, Saviano, Sandra Zampa, che non ha parlato ma di cui conosco le posizioni)
Sul Corriere della Sera di ieri è apparso un articolo di tale Giovanni Belardelli (ma chi è costui?) nel quale si esprime un giudizio sarcastico nei confronti dei partecipanti e della loro netta intransigenza a cambiare l'assetto istituzionale delineato dalla nostra Carta Costituzionale.  Una prima osservazione: "Caro Belardelli, prima di usare il tono che lei ha usato nei confronti di persone che volano talmente alto rispetto a lei che mai potrà incrociarli, ci pensi bene, ci pensi bene, altrimenti corre il rischio di fare una figura........da cioccolataio......come si suol dire, con felice espressione, a Milano.
Dunque sta facendo breccia tra le forze politiche l'idea che un "semi presidenzialismo alla francese" con elezione diretta del Capo dello Stato, sistema elettorale maggioritario a doppio turno, sia l'assetto valido non solo per la Francia ma anche per noi.
Il PDL, o meglio l'arcorauta, è da sempre schierato per questa soluzione e questo non meraviglia. Ma l'idea sta facendo breccia anche in altri settori: si è dichiarato favorevole Veltroni, e questo non meraviglia più di tanto, Epifani....... e anche qui si può  capire, Letta il Giovane, detto la testa d'ariete, di fatto si è già schierato in tal senso e non meraviglia; ne avrà parlato con lo zio. Ma che tale soluzione sia stata fatta propria anche da Romano Prodi, questo non lo capisco.
Egregio Professore, Lei sa quanto io la stimi, ma stavolta non la capisco. Comprendo benissimo che il voto segreto della carica dei 101 (mentecatti, dico io) non riesca a digerirlo ma Lei è lei, mi risulta che i Prodi siano un ramo cadetto dei Marchesi del Grillo........per cui...........non lo dimentichi mai e vada avanti come ha sempre fatto.
Noi non siamo la Francia. La Francia ha avuto Diderot, D'Alembert, l'Enciclopedia, Voltaire, la Francia ha fatto la sua rivoluzione nell' 89 avendo come punto di riferimento "les principes", come bussola di orientamento "liberté, egalitè, fraternitè", la Francia è uno stato laico da sempre ( se non da sempre almeno dal 1648, fine della guerra dei trenta anni) e "democratico dalla morte di Luigi XVI.", con il breve intervallo napoleonico.
Noi della rivoluzione francese al massimo abbiamo preso "gli straccioni di Valmy" di cossighiana memoria, noi siamo andati dietro come i topi di Hamelin a Benito Mussolini, che almeno una sua certa qual grandezza l'aveva, a Silvio Berlusconi nel quale sinceramente non riesco a trovare alcun elemento di grandezza.
Ma se li immagina gli italiani a votare la scelta diretta del Capo dello Stato? Quegli italiani i cui nonni a Napoli votavano per Achille Lauro che dava loro una scarpa sinistra prima del voto e che completava con la scarpa destra solo se le elezioni erano andate come voleva lui?
Noi siamo un popolo latino, emotivo, irrazionale (se lo immagina Emanuele Kant vivere ad Afragòla?); basta che uno arrivi in televisione a promettere più gnocca per tutti, abolizione delle tasse, 365 giorni di sole all'anno, una cravatta di Marinella per tutti a Natale, una sera a cena con Briatore ed è fatta. Se poi accanto a sè fa trovare Belem nella parte di Evita. standing ovation. Ci rifletta, professore, ci rifletta, almeno Lei resista.
Per completare una piccola notazione sul livello di molti dei nostri giornalisti. Riporto dall'articolo di "Belardelli chi era costui":" giudizio continuamente riproposto ( quello di opposizione alla scelta diretta- ndr) nonostante la sua inconsistenza sia dimostrata dall'esempio francese ma anche da un ovvio dato storico ricordato da Piero Calamandrei durante i lavori della Costituente  e cioè dal fatto che in Italia la dittatura è nata non da un regime di tipo presidenziale, ma da un regime  di tipo parlamentare".
E allora? Cosa vuoi dimostrare? Che ci azzecca, direbbe il buon Di Pietro, il desaparecido (sempre meno desaparecido di Oscar Giannino, the last  dandy)
Per tirarci su il morale vi allego il primo movimento del concerto n.4 per pianoforte di Rachmaninov. Al piano Arturo Benedetti Michelageli, un tipino mica tanto mallleabile........ in un concorso con elezione diretta a pianista dell'anno non avrebbe mai vinto .................ma era Benedetti Michelangeli

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