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sabato 21 novembre 2015

PREGIUDIZI, LUOGHI COMUNI, SCARSA ED ERRATA INFORMAZIONE SU QUELLI CHE SIAMO SOLITI CHIAMARE ANIMALI

Una delle reazioni  tipiche di fronte a fatti come quelli di questi giorni nei quali "uomini" uccidono con efferatezza altri "uomini" è quella di dire:"si sono comportati come animali" oppure "nemmeno gli animali farebbero queste cose" o similari.
Non ci sto. Queste espressioni, queste valutazioni sono frutto di una cultura che vedeva l'uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio, gli animali al servizio dell'uomo e una gerarchia di valori conseguente. Un'altra convinzione dura a morire è che "l'uomo è intelligente" - "gli animali seguono l'istinto"
Tutti retaggi di una cultura, di un modo di pensare identificabile con le radici giudaico cristiane sulle quali poggia la civiltà occidentale e con la "Bibbia"(73 libri del vecchio testamento e 27 del nuovo; 73 + 27 fa 100 proprio come i canti della "Commedia") che è l'asse portante di due delle tre religioni monoteiste. Bibbia che io rispetto come documento storico che ci dà informazioni preziose sui valori, sulle credenze, sul modo di pensare, di mangiare, di vivere degli ebrei per secoli, sulla storia di questo popolo che si autodefinì eletto, ma che reputo dannoso utilizzare oggi per capire chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando
Io mi rifiuto di pensare che la mia cagnetta, CLIO, la beagle più bella dell'alto milanese, mi possa uccidere in nome di Allah o che CIOPPI, la gatta che abbiamo avuto in casa per 19 anni, avrebbe potuto  recarci danno in nome di Jahvé.
Cerchiamo di affrontare il problema su basi un po' più scientifiche. 
Prendo dalla mia libreria un libro che giudico fondamentale e che consiglio a tutti di acquistare "il racconto dell'antenato" di Richard Dawkins sottotitolo: "La grande storia dell'evoluzione"Richard Dawkins è un biologo evolutivo nato nel 1941 ed insegna "Comunicazione della scienza" a Oxford. Come facilmente si può intuire è un sostenitore della teoria darwiniana della selezione naturale, forse il più autorevole a livello mondiale in questo momento. La teoria darwiniana è a mio avviso, al livello attuale delle conoscenze, l'unica teoria che dà spiegazione di come è cambiata la forma vita su questo pianeta. La teoria, sperimentabile e sperimentata, spazza via le interpretazioni basate sui "libri"(Bibbia e Corano) delle tre religioni monoteiste, necessariamente "creazioniste". Ma la teoria riposiziona anche i rapporti tra la specie umana e gli animali. Noi come tutti i mammiferi siamo "cordati", cioè siamo in possesso di colonna vertebrale. Ad analogo strumento di trasferimento degli impulsi nervosi e delle informazioni corrisponde analoga struttura psicofisica (organi sensoriali e capacità di elaborare sentimenti.) Quando sto con la mia cagnolina, con lei parlo e lei comprende quello che dico; inoltre ha una capacità di captare il mio stato di salute o il mio stato d'animo come nessuno. In poche parole è intelligente e sensibile L'uomo ha capacità superiori a quelle degli altri animali, limitiamoci al confronto con i mammiferi. Questo è vero ma è una differenza quantitativa non qualitativa(il cervello umano è più pesante in proporzione  e la stazione eretta ha consentito, nel corso di milioni di anni, la formazione dell'organo della fonanzione che ha accelerato il trasferimento delle informazioni, il loro immagazzinanmento  ed il loro utilizzo e, di conseguenza, un ulteriore sviluppo delle masse cerebrali. Ma questo non significa una superiorità "ontologica", anzi. Se analizziamo il comportamento degli animali li possiamo trovare  aggressivi nel momento in cui hanno necessità di procurarsi il cibo di sostentamento o debbono "lottare" con un rivale per la conquista di una femmina ma mai per altri motivi. e mai con la ferocia dell'animale uomo. Lo aveva capito benissimo Jonathan Swift che nel quarto viaggio fa capitare Gulliver in un luogo dove sono i cavalli  a "governare" e gli umani a "servire".
Infine la "specie" uomo. Non esistono le razze, non esistono popoli eletti. Esiste solamente la specie "uomo": ricordo che si intende per specie una comunità di individui che accoppiandosi danno vita ad un soggetto fertile.
Cosa voglio dire con queste valutazioni: che se si supera l'approccio "mitologico" e ci si affida a ragione e all' esperimento, ci si libera di pregiudizi, di informazioni non corrette, di occasioni di fraintendimento e di conflitto, si diventa autonomi nelle prese di posizione e si diventa capaci di valutazioni non eterodirette. E allora ben venga il messaggio lanciatoci da John Lennon, nel quale c'è ancora un non piccolo residuo di utopia, ma che comunque rappresenta un bel passo avanti

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