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lunedì 26 agosto 2013

FINE AGOSTO 2013 - IL PUNTO

Riprendiamo il discorso interrotto:
La seconda fase - dalla crisi petrolifera al crollo della Prima Repubblica.
La fine degli anni sessanta ha segnato,a mio avviso, il punto più alto della storia del nostro Paese: venticinque anni di sviluppo ininterrotto e di conquiste sociali. L'Italia ne esce completamente trasformata, irriconoscibile rispetto  all'Italia del '45.
I due decenni che seguono, fino alla fine della prima Repubblica, mostrano già i primi segnali di cedimento. La crisi petrolfera d'72. che ci costrinse tutti quanti ad andare a piedi, fu un segnale forte: la stagione dell'energia a buon mercato era finita e si verificava un primo massiccio trasferimento di ricchezza in altre aree del globo, in quel caso nei paesi OPEC, i paesi produttori di petrolio. Ma questo segnale e le prime avvisaglie della globalizzazione non furono avvertiti più di tanto in quanto il Paese per tutto il decennio fu "immerso" e "sommerso" dalla strategia della tensione.
Non è questa la sede per affrontare un argomento così complesso ma penso non si sia lontani dal vero a ritenere che l'insieme di violenze, attentati, stragi che culminò con la strage alla stazione di Bologna dell'Agosto 1980 furono la risposta di chi non voleva il cambiamento nel nostro Paese (Stati Uniti per ragioni di equilibri mondiali nel contesto della "guerra fredda" e forze interne di varia matrice: Loggia P 2 - Gladio - gruppi neofascisti, ).
Non tutti sanno che l'espressione "strategia della tensione" (strategy of tension) fu utilizzata dal settimanale Observer in un articolo del Dicembre 69 per definire la politica degli Stati Uniti, con l'appoggio del regime militare greco, tesa a destabilizzare i governi democratici di paesi con forte importanza strategica dell'area mediterranea, in particolare Italia e Turchia.
La sequenza:
- attentati ai treni dell'estate '69
- strage di Piazza Fontana nel Dicembre '69
- strage di Gioia Tauro nel Luglio '70 (furono sabotati dei binari di treno e morirono 6 persone)
- strage di Peteano del Maggio '72 (morirono tre carabinieri attirati in una trappola. La vettura segnalata come sospetta conteneva un carico di esplosivo che li dilaniò.)
- strage della questura di Milano (4 morti e 46 feriti) il 17 Maggio '73
- strage di Piazza della Loggia a Brescia (8 morti e 102 feriti) del 28 Maggio 74
- strage dell'Italicus (12 morti e 105 feriti) del 4 Agosto '74)
- strage di Bologna del 2 Agosto '80 (85 morti  e 105 feriti)
. coda finale: attentato al treno rapido 904 a San Benedetto val di Sangro (17 morti e 260 feriti) del 23 Dicembre '84
In mezzo l'omicidio Moro del Maggio '78
Dal '69 al '75 si contano più di 4.500 episodi di violenza riconducibili alla strategia di cui stiamo parlando.
Da parte mia, ritengo siano inseribili nella strategia della tensione anche "Portella delle Ginestre" del '47 e l'attentato ad Enrico Mattei (scomodo, troppo scomodo per gli interessi USA).
Come appare evidente tutti gli attentati furono compiuti o in Maggio, alla vigilia delle vacanze estive, o in pieno periodo di vacanza o alla vigilia di importanti festività.
Nel decennio '70 il Paese è frastornato, nervoso, non sa in  che direzione sta andando. Le risorse cominciano a mancare e i governi cominciano a finanziare massicciamente "a debito" le uscite dei conti dello Stato (il rapporto deficit/Pil che era al 37,1 a fine '70 si  porta al 58,25 a fine '79).
Gli anni '80 sono gli anni dell'euforia. L'approccio alla vita è "latu sensu" edonista. Si vive a debito, sia a livello individuale che nella gestione dei conti dello Stato (il rapporto deficit/pil sale a fine '89 al 93,31). I valori cambiano; conta chi vince; non importa come e a quale prezzo La corruzione invade tutti i gangli del'economia. La prima Repubblica sta crollando su se stessa. Le stragi di mafia dell'inizio degli anni 90 preparano il terreno alla seconda Repubblica e ai suoi protagonisti.
Fine della seconda parte - segue.
Post scriptum: non capisco perché ad un certo punto è cambiata la dimensione del carattere. Ad evitare di cancellare tutto (ho sempre sostenuto di essere un "pretecnologico") lascio così.



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