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martedì 11 marzo 2014

DOMENICO GUZMAN E L'ORDINE DEI DOMENICANI - SECONDA PARTE

Ripartiamo da dove avevamo lasciato il discorso; Domenico muore nel 1221, nel 1233 viene istituito il tribunale dell'inquisizione, nel 1234 viene proclamato santo.
Siamo negli anni in cui la chiesa guidata da Innocenzo III (Papa dal 1198 al 1216) cerca di combattere la diffusione del "catarismo". Il "catarismo" fu un movimento diffusosi poco dopo l'anno mille, e soprattutto tra il 1100 e il 1200, nell'Europa meridionale, in particolare nel sud della Francia nella regione di Albi (da cui il nome di albigesi). I catari predicavano e praticavano un cristianesimo fondato sulla povertà e sul disprezzo per i beni terreni, sulla "purezza" dei comportamenti soprattutto in campo sessuale...(cataro vuol dire "puro") e su una sobrietà di vita assoluta. Nei primi anni del suo pontificato Innocenzo cercò di contrastare il movimento con l'invio nelle terre dove i catari erano più numerosi di missionari predicatori Domenico, lo ricordo, dimorò in Linguadoca dal 1205 al 1216. Ma in seguito sollecitò una vera e propria crociata per estirpare l'eresia (condannata ufficialmente come tale dal Concilio Lateranense IV nel 1215). Nel 1209 i "crociati" provenienti dal nord della Francia - erano in genere signori dell'ile de France, della Piccardia e della zona di Orleans -  misero a ferro e fuoco i territori del sud della Francia, in particolare quelli intorno alle città di Albi e Carcassonne. Efferato l'eccidio di tutti i ventimila abitanti di Beziers nel luglio 1209 dopo che la città si era rifiutata di consegnare i catari che lì vivevano(non più di 500). In agosto i crociati espugnarono Carcassonne i cui abitanti furono risparmiati ma costretti a uscire dalla città completamente nudi. Nel 1210 cadde la città di Minerve. Ai catari venne data la possibilità di convertirsi: i 140 che rifiutarono furono messi al rogo.
Negli anni successivi al 1215 il "sud", guidato da Raimon do VI conte di Tolosa, riuscì ad ottenere parziali vittorie quali la riconquista di Tolosa, ma nel 1223 il nuovo re di Francia Luigi VIII aderì alla crociata; morto prematuramente gli succedette il figlio Luigi IX, il santo, il quale riconquistò tutti i territori persi e pose fine alla indipendenza  della contea di Tolosa. Nell'arco di pochi anni il "catarismo" fu completamente debellato nel sud della Francia. Papa Gregorio IX instaurò a Tolosa il primo abbozzo di inquisizione che poi si rafforzò nel corso dei decenni successivi. E i domenicani si rafforzarono nel ruolo di "domini canes", difensori dell'ortodossia.
Anche in Italia la persecuzione dei catari non fu incruenta. Un episodio per tutti: nel 1277 vennero catturati a Sirmione sul lago di Garda 170 "catari" che furono mandati al rogo a Verona.
Apro alcune parentesi:
a) sulla figura di Luigi IX il santo segnalo un bellissimo libro di Jacques Le Goff dal titolo "I re taumaturghi"- Le Goff è uno degli studiosi più autorevoli del medioevo.   
b) sulla espressione "domini canis": in molte chiese sia in Europa che in america latina, nello spazio triangolare   sopra la porta di ingresso della facciata si può vedere la figura di un monaco con accanto un cane"
c) rammento che sul piano linguistico la Francia del tempo era divisa in due zone: il nord dove si parlava la "langue d'oil" e il sud dove si parlava la "langue d'oc" :Oil e oc significano entrambi il nostro "si". Gli avvenimenti di cui sopra con la vittoria del "nord" determinarono l'inizio della decadenza della cultura "occitana" che si ridusse ad una "enclave" da entrambi i lati dei Pirenei (Francia a nord e Spagna a sud). 
d) tutti ricordiamo il film tratto dal romanzo di Umberto Eco "Il nome della rosa". Ebbene, è ambientato esattamente un secolo dopo, all'inizio del '300. L'inquisitore è il più importante del suo tempo: il domenicano francese Bernardo Gui (1260- 1331) Il convento è un convento "francescano" dove convivono francescani "poverelli" già seguaci di Fra'Dolcino (molto vicini ai catari) e francescani più allineati alla ortodossia. Se ben ricordate sul rogo ci finisce anche il priore, con un passato "dolciniano". Fra Dolcino, novarese, fu a capo della setta degli apostolici, uno dei tanti movimenti pauperisti e millenaristi del tempo. Catturato insieme ai suoi nel 1307, dovette assistere alla morte sul rogo della sua compagna. Terminato il rogo fu giustiziato.

Fine della seconda parte

2 commenti:

  1. Patrizio, Luxembourg11 marzo 2014 alle ore 09:43

    Caro Alberto, ti leggo da Roma qualche ora prima di involarmi alla volta di Lux.
    Grazie per questo tuo ricordo dei catari, un popolo mite che non faceva male a nessuno anche se alcune loro teologie, derivate pensa un po' dalla Bulgaria di allora, destano alcune perplessità.
    Noi non ci rendiamo conto di come e quanto viaggiassero in quei tempi, che crediamo oscuri, persone e notizie.
    Tra un paio di settimane sarò per qualche giorno a Montpellier e, finalmente dopo tanti anni che lo desideravo, mi spingerò nei Pirenei per rendere visita e omaggio ai resti di Montségur dove si svolse l'epilogo della loro storia.
    In cambio della fine dell'assedio, 200 catari "perfetti" si "accomodarono" di loro iniziativa sul rogo, senza alcuna costrizione !

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  2. Caro Patrizio, ho sempre amato la storia perché ritengo che non si può comprendere il presente nè a maggior ragione intravedere il futuro se non si ha buona conoscenza del passato
    Penso che verrò a trovarti in Lussemburgo quanto prima

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