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martedì 5 luglio 2011

CESARE GERONZI CONDANNATO A 4 ANNI PER IL CRAC CIRIO

A Cesare Geronzi ho dedicato due post nel mese di Aprile in concomitanza con le sue dimissioni da Presidente delle Generali. Scrivevo che quelle dimissioni non mi convincevano, in particolare ero portato a credere che non fossero dovute alla semplice contrapposizione con i vertici di Mediobanca (Pagliaro e Nagel), delle Generali stesse (Perissinotto) o di alcuni personaggi presenti nei consigli di Amministrazione (in primis Della Valle). E che ci vedevo qualcosa che aveva a che fare con i rapporti con Silvio Berlusconi.
Sono passati tre mesi e quelle mie riflessioni stanno trovando una spiegazione logica. Le dimissioni di allora hanno a che fare con lo sgretolamento del sistema di potere berlusconiano e ne cosituiscono uno dei tasselli.
Da allora il premier ha subito una sconfitta dietro l'altra, elettorali e di presa sulla opinione pubblica. Lo stesso Letta, il suo alter ego, è stato più che sfiorato da inchieste penali, l'affaire Bisignani ha reso evidente l'intreccio piduista di cui è impastato il sistema di potere berlusconiano, le intercettazioni hanno reso chiaro ed evidente l'intreccio tra Rai e reti Fininvest e l'aspetto pratico del conflitto di interessi, le intercettazioni Santanché/Briatore hanno confermato lo squallore da basso impero del back stage del regime, il rapporto con la lega si è incrinato, il rapporto con Tremonti é arrivato ai limti della rottura, quello con Confindustria sempre più critico, le grandi città italiane  ormai  tutte amministrate da sindaci di  Centro Sinistra salvo Roma e Palermo, le ambiguità del rapporto con Gheddafi tutte emerse allo scoperto e mille altri segnali.
Aggiungo un'economia sempre più in affanno e la situazione allarmante del debito pubblico.
Il clima di adorazione viscerale ed acritica da parte della  maggioranza del Paese svanito come nebbia al sole.
Il leader è al tramonto, é stanco, si addormenta sempre più spesso, non ce la fa più fisicamente ed é diventato la maschera di se stesso.
In questo contesto si consuma anche il declino di Cesare Geronzi, declino, occorre dire, gestito e vissuto con ben altro aplomb e ben altra classe.
Il banchiere di relazione per eccellenza, che ecumenicamente per trenta anni ha tirato le fila della finanza italiana, muovendosi con abilità assoluta tra i vari poteri, il banchiere sul quale Berlusconi ha potuto contare incondizionatamente, é anch'egli arrivato al capolinea.
Dedicherò a Geronzi altri articoli in cui cercherò di illustrare le problematiche dei rapporti con Cragnotti, Tanzi e tanti altri esponenti del mondo industrial-finanziario.
Oggi mi limito a registrare il clima ed il contesto.
Forse, parafrasando Dante, prima o poi in questo Paese torneremo " a riveder le stelle".
Non è mai troppo presto e speriamo che non sia troppo tardi

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