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giovedì 29 dicembre 2016

CONTINUIAMO A PARLARE DI MONTEPASCHI


Il MONTEPASCHI sta diventando, come era prevedibile, la cartina di tornasole delle condizioni del sistema bancario nazionale, il cui stato di salute è precario da decenni con deciso peggioramento negli ultimi anni. In passato ho titolato alcuni post "IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO, MARCIO COME UNA TRIREMI MARCIA" per sintetizzare il mio  giudizio.
Il sistema bancario italiano è estremamente debole per queste ragioni:
a) perchè il sistema industriale del Paese è debole, marginalizzato negli ultimi anni dalla globalizzazione che ha tolto competitività al sistema Italia in molti comparti e settori. 
b) i bilanci delle aziende italiane sono in genere patrimonialmente deboli e finanziariamente squilibrati perché per troppo tempo la parola d'ordine tra gli imprenditori è stata: "tenere bassi" gli utili e costituire  riserve all'estero. In questo contesto aver aderito alle convenzioni di Basilea che legano la capacità di ottenere credito a parametri oggettivi, in primis il rating, ha ingessato l'erogazione del credito
b) i vertici delle principali banche del Paese hanno preferito concentrare le forze nel comparto finanziario, che assicurava utili immediati,   piuttosto che in quello "tipico" di sostegno alle aziende con affidamenti a carattere commerciale
c) il credito è stato concesso ed erogato spessissimo sulla base di rapporti di collateralità tra banchieri e fruitori; si è parlato -con felice espresssione- di "banchieri di relazione": Cesare Geronzi e Giovanni Bazoli quelli di maggior peso
d) si è affermata nei banchieri di ultima generazione, anagraficamente più giovani dei loro predecessori, una mentalità da "veduta corta" e obbiettivi da raggiungere in tempi brevi con la massimizzazione degli utili sul corto periodo mettendo in secondo piano le necesstà di consolidamento.
e) è scaduto il livello morale
f) i vertici delle banche erano abituati a non correre rischi nella loro attività; se le cose andavano male per una banca, Bankitalia interveniva facendo accollare "il peso" della Banca in difficoltà a qualche Istituto di maggiori dimensioni. Ora si naviga in mare aperto e molti si rivelano marinai non all'altezza 
g) negli ultimi anni le banche hanno imposto prodotti finanziari innovativi che hanno comportato perdite  per le banche stesse e per la clientela
Il quadro è pieno di ombre e di zone  a rischio ed i governi stanno reiterando un errore di comunicazione che alla lunga può diventare pericoloso.Il messaggio che i governi lanciano è che il sistema è solido, che - ad esempio -il fondo di 20 miliardi appena messo a disposizione del governo per intervenire sulla ricapitalizzazione di banche in difficoltà è ampiamente sufficiente, e non è vero. E ancor più pericoloso è trattare in maniera diversa situazioni simili. Il governo dovrebbe fare attenzione alla situazione delle quattro banche "risolte"ai dossier Carige, Veneto Banca, Pop. di Vicenza. Alle nubi che si addensano sul maggior Istituto  del Paese.
Materia delicata il credito, spesso impalpabile nelle sue variegate articolazioni, fatto della stessa materia della quale sono fatti i sogni. Bisogna cheparlino in pochi, che si parli poco e valtando tutte le sfaccettature. 

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