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sabato 2 ottobre 2010

UNICREDIT - PERCHE' E' STATO SCELTO GHIZZONI

Nel mio ultimo post dedicato a Unicredit segnalavo che la nomina di Ghizzoni aveva destato sorpresa perchè Nicastro sembrava avere maggiore caratura e visibilità. Ma esprimevo anche l'opinione che  la ragione per cui Ghizzoni era stato scelto andava individuata nel fatto che e' il manager responsabile delle attivtà estere del Gruppo; perchè sono le attività estere a destare le  maggiori preoccupazioni. Sul fronte interno l'Istituto deve ancora "digerire" il pesante fardello portato in dote da Capitalia, l'elevata mole di contenzioso accumulata durante la lunga ed "ecumenica" gestione del suo Presidente, ora Presidente dielle Generali. A questo elemento di debolezza va aggiunto il rischio intrinseco nella aggressiva  politica sui "derivati" portata avanti dall'Istituto negli ultimi anni e il rischio di credito dovuto alla debolezza delle aziende italiane affidate che stanno subendo pesantemente gli effetti della crisi. Ma i problemi maggiori vengono dal fronte estero.Non va dimenticato che in Germania Unicredit ha raggiunto una posizione di rilievo con l'acquisizione di Hbv, banca bavarese  della quale le autorità tedesche si liberarono volentieri viste le pesanti perdite accumulate e che, al momento dell'acquisizione da parte di Unicredit, era guidata da Dieter Rampl.
Ai problemi in Germania si sono aggiunti i problemi, pesanti, in Ucraina e Kazakistan. Nell'ambito della politica di espansione sui mercati dell'est europeo, infatti, nel 2007 furono acquisite, a caro prezzo, in Ucraina la Ukrsotsbank di Kiev e in Kazakistan la ATF per un esborso complessivo di oltre 3,2 miliardi di euro, grosso modo 1,6 mld ciascuna. Dall'ultima relazione semestrale emerge che il valore delle due attività è sceso a 2,1 mld con perdite per più di un miliardo in meno di tre anni e il trend negativo prosegue.
Per questo ho scritto che il compito di Ghizzoni è difficile e pieno di insidie. Le insidie vengono dal mercato inerno, dai mercati dell'est e, soprattutto, dalla situazione dei debiti sovrani di molti, troppi paesi dell' Unione Europea. La Grecia è nelle condizioni che tutti sappiamo. Pesanti sono attualmente i problemi di Irlanda e Portogallo. Poi emergeranno i problemi di Spagna e del nostro paese. Sono i  paesi PIGS per i quali non è escludibile un rischio di default anche perchè l'effetto domino può innescare reazioni non controllabili e che non possono non colpire il sistema bancario internazionale. Inoltre gli USA hanno deficit di bilancio enormi e di conseguenza la necessità di collocare sui mercati internazionali masse enormi di titoli di stato. In questo contesto c'è chi perde(la maggior parte dei paesi della vecchia europa, l'america latina, i paesi del terzo mondo) e chi vince (Cina soprattutto, Paesi arabi, e gli speculatori di tutto il mondo, nascosti dietro il paravento dei mille hedge funds operativi nel mondo). Gli USA sono un caso a parte; sono messi male ma hanno l'apparato militare nettamente più potente e in mano le tecnologie nei settori più strategici ( elettronica, chimica, farmaceutica, aereonautica, )
E il nostro Paese? In mano al barzellettiere di Arcore, con una buona parte di senatori e deputati inquisiti per i reati più vari, con intere regioni in mano alla criminalità organizzata, con una economia concentrata in poche regioni del Nord, dove peraltro ha successo la Lega che in un mondo globalizzato si rifugia nella difesa del territorio e dei dialetti, stretta tra infrastrutture obsolete, una pubblica amministrazione non all'altezza, mancanza di materie prime, dipendenza energetica e costo del lavoro dell'industria manufatturiera non competitivo con le aree dove si è spostata la "fabbrica" del mondo, non può che arretrare, arretrare e arretrare Anche perchè il Paese ha perso la rotta e non sa dove andare e come andarci

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