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venerdì 3 dicembre 2010

ANCORA SU MARIO MONICELLI

Su Mario Monicelli ho scritto il giorno della sua morte riconoscendo al Maestro coerenza assoluta di comportamenti sia nella scelta del come e del quando uscire di scena sia nel non chiedere funerali religiosi. Gli interventi di alcune persone note, e per questo "pubbliche", sulla stampa e in televisione, mi inducono a ritornare in argomento.
PAOLO BINETTI: Che Dio l'abbia in gloria e benedetto il giorno in cui ha lasciato il PD. Ha tratteggiato un quadro di solitudine e di disperazione di Monicelli, smentito dai familiari  e dal medico curante, e frutto della incapacità, in certi cattolici, di concepire che si possa bien conduire sa vie al di fuori della tradizione cattolica e degli insegnamenti della gerarchia. Dimenticando, tra l'altro, che ci sono nel mondo 1,3 miliardi di cinesi e oltre 1 miliardo di indani - e mi limito a questi due - ai quali questa tradizione è del tutto estranea e che, di conseguenza, vivono il rapporto con la vita e con la morte in modo completamente diverso
Cara Binetti, ma lo sa che ci avete proprio scocciato? Per secoli avete perseguitato tutti quelli che non la pensavano come voi, ricordo uno per tutti gli Albigesi, avete mandato al rogo migliaia di "streghe"( le dice qualcosa il Malleus maleficarum di quei due monaci tedeschi, Sprenger e Institoris, che dal mio punto di vista restano due pazzi sanguinari?), avete mandato al rogo Giordano Bruno, avete costretto Galileo ad una abiura mortificante, avete conservato fino a poco tempo fa l'Index librorum proibitorum , vi siete sempre opposti ad ogni progresso delle conoscenze e delle scienze solo perchè mettevano in discussione le vostre certezze e il vostro sistema di potere, con Ratzinger riproponete, nei fatti, il primato della fede sulla ragione, e non vi basta ancora? Siete integralisti ed intolleranti nei fatti e una come lei nel Partito Democratico non doveva neanche entrarci, mi creda.
Esilaranti poi le affermazioni del deputato della Lega Massimo Polledri( mi sta venendo il dubbio che la lega sia un covo di intellettuali - l'ossimoro è voluto- di cui non ci eravamo accorti) il quale ha affermato che Monicelli - il quale qualche tempo fa in un incontro con gli studenti li aveva invitati a sovvertire e a protestare-  con il suo gesto e le sue parole ha fatto  un elogio del suicidio
Patetico il ministro Gianfranco Rotondi che con il suo fare sorridente e oggettivamente melenso ha affermato;Temo che si trasmetta un messaggio non di carità ma di ammiccamento a
 scelte assolutamente non esemplari, nel senso che non debbono essere un esempio, penso all'impatto che tutto ciò ha sui giovnissimi" Rotondi, ma perchè non pensate ai fatti vostri e non la smettete di importunare con le vostr pillole di falsa saggezza?
Più articolata, ed oscura a mio avviso, la posizione del prof. Giovanni Reale, che risulta essere uno dei massimi studiosi del pensiero antico, il quale, in un intervista sul Corriere, forza i testi affermando che già Platone affermava - nel Fedone - che la vita non è di tua proprietà, ti è stata data e solo il Dio può decidere quando togliertela. Veramente a me di Platone piace ricordare un altro passaggio. Prendo un libretto con copertina rossa della BUR  "Processo e morte di Socrate" stampato nel 1958 - lire 300- risalente agli studi liceali di mia moglie( tra le tante cose in comune abbiam anche quella di aver fatto entrambi il classico) e vado all'ultima frase dell'Apologia di Socrate( la traduzione di Enrico Turolla è brutta ma la riporto pari pari): ma ormai è tempo di andare via E io vado a morire voi continuerete a vivere. Chi di noi due si volga, tuttavia, verso condizione migliore, è cosa oscura a tutti meno che al Dio.
Affermazione che, secondo me, stronca tutte le certezze, tutti gli integralismi ed è la prima essenza della democrazia.
Caro Mario Monicelli, ti stimo e ti apprezzo sempre di più.

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