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martedì 24 settembre 2013

L'ITALIA PERDE PEZZI AD UNO AD UNO

Qualche tempo fa scrissi due post( il primo in data 24 Maggio 2011 e il secondo in data 22 Dicembre 2012) dallo stesso titolo nei quali menzionavo alcuni dei più noti episodi di passaggio di importanti aziende italiane in mani "estere". L'elenco continua inesorabile. Ora è la volta di ALITALIA (altro capolavoro del governo Berlusconi). Se fosse stata venduta ai AIR FRANCE-KLM come ipotizzato dal governo Prodi avremmo "risparmiato" 5 miliardi di euro. Ma no; fu coinvolto il fior fiore dell'imprenditoria nazionale che si impegnò a salvare l'italianità della nostra compagnia di bandiera: mai creduto , da parte mia, a quell'impegno. Ora Alitalia "prende il volo" a costo zero. come era facile prevedere e come avevo previsto.
Ancor più pesanti, poi, le vicende di Telecom di cui Telefonica ha assunto il controllo, assai diluito ma comunque controllo. Mi sembra il matrimonio tra un cieco e un sordo. Sia Telefonica che Telecom sono due baracconi pieni di debiti e per nulla presenti nelle tecnologie più avanzate del settore delle comunicazioni, due baracconi perfetta espressione delle economie di due scassati paesi del sud Europa. Il loro futuro è segnato; non hanno nessuna possibilità di stare sul mercato. Risultato? Ulteriore distruzione di ricchezza. Cosa rimane? Poco, quasi niente. Il sindacato, pateticamente, pretende garanzie sui livelli di occupazione (ma quali garanzie vi può dare Telefonica, caro Bonanni). La politica fa finta di agitarsi a difesa. La realtà è che si sta sgretolando tutto. Ed il Paese precipita sempre più in una spirale senza fondo. Dal baratro si salveranno solo i furbi, i più spregiudicati, quelli con il "pelo sullo stomaco", quelli abituati a vivere e ad operare "border line" e "over line". Pessimismo irriducibile il mio? Può darsi. Pessimismo della ragione, senz'altro, nel mio caso nemmeno temperato dall'ottimismo della volontà.

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