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giovedì 12 dicembre 2013

LA MIA LETTURA DEI DATI DELLE PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATICO

I risultati delle primarie del partito democratico evidenziano, a mio avviso, alcuni punti fermi e centrali dell'attuale momento.
Gli italiani stanno cercando disperatamente, da decenni ormai, qualcosa di "diverso" e di "nuovo" tra i partiti o all'interno dei partiti che "salvi il Paese", che nel conscio ed inconscio di quasi tutti è in bilico sull'orlo del baratro da troppo tempo.  Chi si colloca nel centrodestra ci ha provato prima con la Lega ed è emerso quello che è emerso. Poi con Silvio Berlusconi e abbiamo visto tutti chi fosse. Chi si colloca nel centrosinistra ci ha provato con Di Pietro, poi, più a sinistra, c'è stato il momento di Vendola. Infine Grillo ha coagulato intorno a sè tutte le scontentezze intergenerazionali e interideologiche.
Ho mescolato non casualmente centrodestra e centrosinistra perché "la gente" sente che non ci sono più barriere ideologiche a fare da discrimine; quello di cui la gente non ne può più è il modo in cui i partiti si comportano, la evidente bassissima qualità di gran parte del personale politico, gli innumerevoli episodi di corruzione grande e piccola( le mutande di Cota o i "Mon Chery" della consigliera regionale lombarda Ruffinelli).
Ora nell'unico partito strutturato rimasto in Italia, un partito che potenzialmente avrebbe potuto accogliere una vasta gamma di istanze e che invece è destinato a frantumarsi, un partito cui potevano guardare  con attenzione anche fasce di elettorato non tradizionale, le primarie mettevano in competizione tre modelli:
a) CUPERLO: il modello del vecchio partito di massa, con le sue nomenclature, la sua lettura datata della società e incapace di cogliere il nuovo. Era destinato a perdere ed ha perso nettamente, anche nelle regioni tradizionalmente vicine a quella tradizione. Il comizio finale a Bologna con "Bella ciao" sullo sfondo. Rispettabilissima ma distante anni luce dalle attuali sensibilità, specie dei più giovani.
b) CIVATI: il nuovo generazionale nel solco di un pensiero "di sinistra" rimodellato sulle nuove realtà. Ha avuto un grossissimo successo non avendo dietro gli apparati. Io avrei votato per lui.
c) RENZI: rappresenta quello che la gente vuole: una "rottamazione" completa del vecchio ceto politico. Perché, secondo i più, anche dell'area opposta, solo un rinnovo totale può salvare il Paese. E' giovane, è deciso, parla bene, è convincente, è ambizioso, non è un salto nel buio come Grillo, non poteva che vincere alla grande.
Ora deve saper gestire la vittoria, seguendo magari i consigli di Prodi: vincere, imporsi, decidere ma non sul cadavere degli avversari. Renzi oltreché intelligente è anche furbo ed è fiorentino, credo che saprà modellare la sua azione alle esigenze del Paese. Io non mi fido del tutto ma a questo punto è l'unica speranza.
GOD BLESS ITALY ne ha bisogno.

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