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domenica 8 dicembre 2013

PRIMA ALLA SCALA - LA TRAVIATA

SECONDO ATTO SECONDA PARTE

Violetta ha lasciato Alfredo senza dargli spiegazioni (il grande "sacrifizio", è tornata a Parigi ed ha ripreso a fare quello che faceva prima: la mantenuta. Si è messa col barone. Flora invita ad una festa Violetta e Alfredo. Non sa che lei lo ha lasciato. Violetta ci va accompagnata da l barone, Alfredo da solo. Imbarazzo: Alfredo è pazzo di gelosia. Si mette a giocare a carte e vince, vince con il barone e cerca il confronto/scontro con Violetta e lei, per non farlo soffrire più e per non soffrire più lei, confessa che sì, lo ama, il barone anche se non è vero. Lei ama solo Alfredo. Il quale, sentendosi tradito e umiliato diventa protagonista della scena madre del secondo atto. (video sopra). Da sottolineare che violetta ha un vestito verde, una parrucca di capelli ricci biondi e il solito fiore rosso (forse un omaggio alla bandiera italiana). Ad un certo punto Violetta si toglie la parrucca (forse il desiderio di ritornare se stessa) e rimane con una corona di capelli lisci biondi alla Timoschenko.

TERZO ATTO

Violetta è sola a Parigi, la sola Annina la assiste. E' malata gravemente di tubercolosi (il male del secolo nell'ottocento) ma è anche alcolizzata. Il regista russo ce la fa trovare in terra circondata da innumerevoli bottiglie vuote o semivuote. Lei si porta in piedi a fatica e comincia a trangugiare pillole. E' anche drogata. Non è eroina perché si farebbe, non è cocaina perché snifferebbe. Psicofarmaci.
Indossa una vestaglia da camera, anche lei color cacchetta,  di flanella comperata sulle bancarelle del "Marais". La bambola vestita come lei nel primo atto giace a terra rotta.
Ormai siamo all'epilogo. Lei morirà ma con il conforto della visita di Alfredo che confermerà il suo amore. Germont padre, infatti, le ha scritto dicendole che ha rivelato lui stesso al figlio la verità sul "sacrifizio" di Violetta che a questo punto canta l'aria più bella, a mio avviso, dell'opera.L'addio al passato. (video sopra). La Violetta di ieri sera l'ha cantata benissimo. Alfredo si presenta con una scatola di pasticcini trai quali riconosco i "pezzi grossi" alla panna che compero ai "Dolci sapori" di Castellanza. Nella mano destra tiene un bouquet di fiori, falsi sembrano, ma comunque che più brutti non si può. Al mercato di Busto, doveva andare al mercato di Busto a comperarli oppure, visto che è a Parigi, in fondo a Rue Emeriau, nel quindicesimo, davanti all'entrata del Monoprix (Esselunga, tanto per capirci) c'è un chiosco ben fornito.
Ora ci attende l'ultimo duetto. Lui la conforta, vedrai guarirai. Lei vorrebbe illudersi ma sa che la fine è vicina.
" Parigi  o cara" Ve ne ho messe tre versioni, così potete fare i confronti.
Arriva anche Germont padre ad abbracciarla, lei vorrebbe vivere, vorrebbe disperatamente vivere a questo punto (morir si giovane, dopo aver patito tanto) fa uno sforzo sovrumano e mentre la gioia la invade in tutto il suo essere................muore crollando su una sedia (spesso le violette del passato morivano in un letto).
Il terzo atto è praticamente tutto sulle spalle di Violetta e la soprano tedesca canta benissimo ed è estremamente convincente, qui, anche sul piano interpretativo.
Accoglienza del pubblico (che coincide con il mio giudizio)
- la migliore Violetta, che è cresciuta nel corso della serata e che raccoglie apprezzamenti unanimi. Ha salvato lei la serata. Non è dispiaciuto Germont padre, al quale nel terzo atto il regista ha fatto indossare uno spezzato doppio petto in tonalità marrone che ricorda quelli che indossava il conte Nuvoletti.
Parecchi dissensi su Alfredo e sulla direzione di Gatti
Il regista, per sua fortuna, nel frattempo era arrivato a Vladivostock, altrimenti gli avrebbero sciolto contro una muta di cani.
Così ho vissuto la serata della prima; ve lo volevo partecipare

2 commenti:

  1. Patrizio, Luxembourg8 dicembre 2013 alle ore 15:00

    Grande Alberto, ho visto anch'io la diretta e sono un po' meno critico di te, e come te ho molto molto apprezzato la voce di Violetta.
    Certamente, quando nella tua vita hai visto ed ascoltato la Traviata di Zeffirelli e Muti tutto il resto, come dire, è ... noia.
    Ma c'è di peggio nel mondo; lo scorso anno al Grand Théatre di Lussemburgo ho assistito al Trittico di Puccini secondo una troupe tedesca. Non ci crederai ma alla fine il direttore di orchestra è salito sul palco, si è spogliato nudo come un verme e ha salutato il pubblico che è rimasto basito. Mi è dispiaciuto non aver pensato ad armarmi di qualche pomodoro.

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  2. Ero sicuro che il primo commento sarebbe arrivato da fuori Italia e da te. Come vedi la pensiamo più o meno allo stesso modo anche in materia musicale. Un abbraccio a tutta la famiglia e buon Natale se non ci sentiamo prima

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