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martedì 14 settembre 2010

IL DEBITO PUBBLICO A FINE LUGLIO 2010 - SUPPLEMENTO AL BOLLETTINO STATISTICO DELLA BANCA D'ITALIA

Chi segue il mio blog sa che mensilmente commento i dati sul debito pubblico pubblicati da Bankitalia nel suo bollettino mensile.
Nell'ultimo post che commentava i dati al 30 giugno, ammonivo che il calo registratosi a giugno( da 1.827 a 1.822 mld) non doveva illudere perchè il mese di giugno è tradizionalmente un mese buono. Puntuali i dati a fine luglio confermano quanto avevo affermato.
Il debito ha raggiunto a fineLuglio i 1.838 mld con un incremento di oltre 16 mld in un solo mese.
Dall'inizio dell'anno è cresciuto di oltre 77 mld ( da 1.761 a 1.838 )
Nell'ultimo anno è cresciuto di 84 mld (da 1.754 a 1.838)
Tremonti afferma che i conti sono sotto controllo. A me non sembra
E continuo a pormi due domande:
A) Dove vanno a finire tutti questi soldi se il governo taglia drasticamente i fondi ai ministeri (vedi scuola) e i trasferimenti agli enti locali e se i tassi restano estremamente bassi?
B) Le entrate fiscali sono diminuite del 3,4% nei primi sette mesi dell'anno. Il perchè è chiaro: chi può evadere non ci pensa nemmeno a adempiere al proprio dovere fiscale. Chi glie lo fa fare se il governo lancia chiari segnali (condoni e scudi) che tutto poi si sana?
E alora la domanda: con che faccia il governo continua a promettere una riduzione di imposte a chi le paga(lavoratori dipendenti e pensionati) se non ci sono risorse di nessun tipo
Il mio giudizio, non da oggi, è chiaro. Prima o poi ci sarà il deafault

1 commento:

  1. Salve Pirani, grazie per segnalare questo fatto. Qualche osservazione:

    L'evasione non è equamente distribuita: ci sono regioni dove è bassissima probabilmente a livelli normali ed altre dove è elevatissima (alcune regioni al 55%). Quale forza politica ha il coraggio di recuperarla in quelle regioni senza l'appoggio delle quali non si governa?

    E se si recuperasse questa evasione il rapporto imposte PIL a quanto ammonterebbe?

    Tutto ciò scoraggia gli investimenti, gli imprenditori non vogliono più rischiare per crescere in Italia. Non aspettiamoci una gran ripresa del PIL.

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