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mercoledì 24 aprile 2013

C'E MODO E MODO DI AIUTARE I GIOVANI AD APPREZZARE E AD AMARE I CLASSICI

Stiamo seguendo, Milena ed io, non tutte ma un buon numero delle letture che Roberto Benigni ha fatto dei canti della Divina Commedia e che vengono riproposte da RAI 2.
Benigni è bravo, lo sappiamo tutti, è toscano e quindi intriso di "toscanità"della quale era intriso anche Dante. è un giullare che cattura senza alcuno sforzo da parte sua l'attenzione.
Le  sue letture, piene di vivacità, di riferimenti ci fanno accostare ad un'opera non certo facile come la "Comedia"nel modo migliore per capirne i significati, i riferimenti, le finalità.
Ma lo stesso metodo  si potrebbe utilizzare per aiutare i giovani a capire la "latinità", la "grecità", cioè i tratti costitutivi delle due grandi civiltà sulle quali poggia il nostro continente, per non parlare dello studio della Storia che io reputo da sempre materia "fondamentale" per capire chi siamo, da dove veniamo, e per aiutarci a capire dove andiamo e dove potremmo andare.
A me le letture di Benigni sollecitano una riflessione: il percorso formativo della nostra scuola è di complessivi 13 anni: 5 di elementari, tre di medie inferiori e cinque di medie superiori. Altrettanto importanti i due o tre anni di scuola materna.
Si tratta di un periodo lungo, giustamente lungo perché la parte iniziale della vita di ciascun cittadino deve essere dedicata all'acquisizione degli strumenti per diventare adulti "formati" ed in grado di avere una personalità matura ed autonoma oltreché ad acquisire un livello soddisfacente di conoscenze.
Ma i risultati alla fine del percorso sono diversissimi in quantità e in qualità a seconda del fatto che gli insegnanti siano stati in grado di sollecitare l'interesse e la curiosità dei giovani loro affidati  o non lo siano stati. Perché se curiosità ed interesse non vengono sollecitati, si producono due effetti: da un lato l'allievo farà una fatica enorme a memorizzare acriticamente informazioni che nel tempo si disperderanno completamente. Dall'altro l'insegnante avrà svolto la sua professione senza soddisfazione e senza "lasciar traccia" nei suoi allievi.
Oggi poi le moderne tecnologie consentono di soddisfare le curiosità in tempi brevi e attraverso l'uso di mezzi diversi e, soprattutto, interattivi. 
C'è un dubbio? Google o Wikipedia  ti mettono a disposizione in una frazione di secondo ampio materiale per soddisfarlo.
Curiosità e voglia di approfondimento sono anche gli strumenti migliori per accrescere le conoscenze e l'applicazione pratica delle conoscenze (il knowhow) che sono alla base del benessere economico dei popoli.
Il tutto, a mio avviso, nel contesto di una competitività non esasperata ma non esclusa perché necessaria per tirar fuori da ciascuno il meglio.

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