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giovedì 25 aprile 2013

IL TENTATIVO DI ENRICO LETTA DI DARE VITA AD UN GOVERNO DI LARGHE INTESE LA CONVERSIONE AD U DI MOLTI ESPONENTI DEL PD I DICTAT DI SILVIO BERLUSCONI

L'aver bruciato Romano Prodi come Presidente della Repubblica ha provocato una serie di conseguenze a catena una più deleteria delle altre per il Partito Democratico.  Ha costretto a chiedere a Napolitano di restare "per il bene della patria", ha comportato le dimissioni di Bersani sconfitto su tutti i fronti ( e i bersaniani si sono liquefatti come neve al sole, non ne trovi più nemmeno uno) ha reso possibile il governo delle larghe intese che due parti del partito (i 101 della carica erano per metà dalemiani e per metà renziani) già di fatto sostenevano da tempo, ha consentito la definitiva resurrezione di Berlusconi che ora i dictat li lancia addirittura dal Texas (prima almeno si limitava a lanciarli dalla Bulgaria), ha portato all'incarico a Enrico Letta che si muove su una linea di consociativismo perfetto con il PDL
Berlusconi addirittura è arrivato a dire che l'importante è che il nuovo governo approvi gli 8 ddl che gli interessano e poi il premier può farlo chiunque.
Attendo di vedere la lista dei ministri, se Letta scioglie la riserva: Brunetta alle politiche sociali, Schifani agli interni, D'Alema agli esteri e Violante alla giustizia ed avremo raggiunto la perfezione. Intanto Letta ha pateticamente chiesto al movimento 5 stelle di far parte dell'ammucchio ottenendo lo stesso risultato ottenuto da Bersani.
Povero centro sinistra.

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