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domenica 13 ottobre 2013

LA COSTITUZIONE L'ARTICOLO 138 L'ITALIA CHE VERRA'

Stamattina ho iniziato la giornata ascoltando  due sinfonie di Robert Schumann, un compositore che ascolto poco, e faccio male perché ha composto nella sua breve vita (1810 -1856) capolavori assoluti. Due sinfonie, dicevo: la numero due in do maggiore op.61 e la 3 in mi bemolle maggiore op.97 meglio conosciuta come "Renana"(ne ha composte 5 di cui l'ultima incompiuta). Due sinfonie piene di energia e di pathos
Riccardo Muti con la"Wiener Philharmoniker", un vecchio CD allegato ad un numero di Repubblica del 1996 a conferma dell'opera meritoria che fanno i nostri principali organi di stampa nel divulgare il sapere ed i saperi.
Schumann esprime al meglio, secondo me, le tensioni ideali, i fermenti della prima metà dell'800, lo "sturm und drung" che, partito dalla Germania ha infiammato tutta Europa. Schumann è "il romanticismo" nella sua essenza estetica e culturale.
E mentre ascoltavo, pensavo alla manifestazione di ieri a Roma per la difesa della Costituzione. Idealmente c'ero anche io visto che ho firmato l'appello del "Fatto Quotidiano". E c'erano persone che io stimo. Innanzitutto i cinque promotori: il prof. Rodotà, il prof. Zagrebelsky, Maurizio Landini, segretario nazionale della FIOM/CGIL, Lorenza Carlassare, Don Luigi Ciotti. E poi tanta gente.
Mancava il PD, mancava la segretaria generale della CGIL, Camusso, mancava il PDL. C'erano tutti i partiti e i movimenti che si riconoscono in posizioni di "sinistra".
C'erano 50.000 persone in Piazza del Popolo,oltre alle 440.000 firme raccolte dal "Fatto"e a tutte quelle che idealmente condividono la battaglia per la difesa della nostra Costituzione. Perché deve essere chiaro che c'è chi mira a stravolgerla attaccando innanzitutto l'art 138, l'ultimo in pratica della Carta ( il 139, sulla natura irreversibile della forma "Repubblica" che non può essere oggetto di  revisione costituzionale, poteva essere inserito come capoverso dell'articolo 1). L'articolo 138 mette una serie di paletti affinché la revisione delle norme costituzionali avvenga con maggioranze qualificate, con attente riflessioni, valutando bene quello che si va a cambiare. I padri costituenti hanno visto lungo sapendo che il nostro popolo ha la tendenza ogni tanto a lasciarsi convincere dalle chiacchiere di qualche imbonitore di turno. E ha messo i paletti del 138 che ora si vogliono rimuovere. 
Il Presidente del Consiglio Letta ha dichiarato che bisogna cambiare la Carta perché le istituzioni non funzionano. Vero, non funzionano, ma non per colpa della Carta Costituzionale ma per le responsabilità degli uomini che rappresentano le Istituzioni, per le loro insufficienze, per la loro visione tutta  tesa al "particolare" e non al bene presente e futuro dei cittadini.
I primi 54 articoli della nostra Carta, quelli che incorporano i valori fondanti del nostro patto sociale, sono assolutamente  perfetti. Non va cambiata nemmeno una virgola; e semmai se ne deve pretendere la totale attuazione tutte le volte in cui vengano rilevate carenze di applicazione.
La seconda parte, quella sul "funzionamento dello Stato", può essere rivista ma con tutte le cautele necessarie, con i tempi che sono necessari e senza forzature, con tutti i paletti che l'articolo 138 prevede  ad evitare colpi di testa o di mano di chicchessia.
Non dimentichiamo che la nostra Carta è nata dal sacrificio dei tanti che hanno dato la vita  perché ne fossero affermati i principi, che la nostra Carta è "il contratto" che regola la nostra convivenza, che ha recepito le migliori istanze ideali ed i princìpi  che con fatica si sono affermati negli ultimi secoli.
Non dimentichiamolo mai e difendiamola con tutte le forze se ci accorgiamo che chi vuole modificarla in effetti vuole solo manometterla.

Post scriptum: Ho appena terminato di leggere a pagina 2 del "Fatto" di oggi l'intervento integrale del Prof. Zagrebelsky alla manifestazione di ieri. Un articolo da leggere, rileggere ed incorniciare............a futura memoria

1 commento:

  1. "Sezione 2 Titolo 4, uno Stato nello Stato."

    Vedo in questi signori una forte opposizione al cambiamento. Il paese non può restare quello di 70 anni fa.

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