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mercoledì 5 ottobre 2011

NORD SUD

Per qualche giorno non scriverò. Scendiamo in Sicilia domani 6 Ottobre e rientriamo martedì 11. Non mi porto il pc portatile; ho trovato biglietti con Easy Jet a prezzi veramente bassi (95 euro andata e ritorno per due persone da Malpensa a Catania) e ne approfittiamo per passare qualche giorno lì,
La facilità di andare e venire dalla Sicilia mi fa fare alcune considerazioni. La Sicilia indubbiamente non è più quel "continente" separato che era solo 40 anni fa. Tutti  ricordiamo l'episodio di Fanca Viola, mia coetanea se non erro, che destò scalpore negli anni 60 per aver rifiutato il matrimonio riparatore dopo un rapimento. La televisione ha unificato la lingua, le nuove tecnologie hanno aperto a tutti le porte sul mondo, i consumi sono omologati dappertutto, lo scambio di esperienze è ormai planetario, eppure resistono in Sicilia "forme" mentali tetragone al cambiamento. Mi spiego: senza voler generalizzare perchè le generalizzazioni sono un pessimo modo di ragionare, trovo grande differenza tra i siciliani che hanno lasciato l'sola per vivere e lavorare altrove e quelli che l'isola non l'hanno mai lasciata. I primi, pur amando la terra di orgine come poche altre comunità sanno fare, sono aperti come pochi e si sono liberati delle scorie di una mentalità che caratterizzano invece coloro che non si sono mai mossi e che io così sintetizzo. Diffidenza verso il nuovo e verso il "diverso", amore acritico per le proprie tradizioni, anche culinarie, tendenza  a concepire solo in termine di favore e di "scambio" il rapporto  con le Istituzioni,  una qual "anarchia strutturale" che fa tenere in alcun conto le "cose comuni" e il bene comune, il concepire il rispetto delle regole quasi una limitazione della propria libertà personale, la poca spinta a "sentirsi" cittadini e non sudditi, un certo "fatalismo" di fondo, forme di religiosità che io definisco, volendo essere buono, retaggio di una civiltà per molti altri versi tramontata, il concepire l'importanza del  proprio "status" in funzione dei "favori" che si è in grado di ottenere e far ottenere. Il tutto su una base caratteriale caratterizzata, la tautologia è voluta, da diffidenza di fondo, tendenza alla poca chiarezza e trasparenza nei rapporti interpersonali, un atteggiamento che guarda più alla forma che alla sostanza, il continuare a credere che possa durare a lungo la possiblità di godere di tuttti i vantaggi dell'"autonomia" e della appartenenza allo stato unitario, In sintesi, a mio avviso, la Sicilia vive al di sopra dei propri mezzi e la cosa non può più durare a lungo. I siciliani che vivono "abroad" lo hanno capito benissimo, gli altri no,
Fatte queste premesse, io, marchigiano, amo profondamente la Sicilia, ne apprezzo le bellezze naturali, il patrimonio artistico e culturale, la cucina, l'olio, il vino, le arance tarocco, lo "stratto" ..........ma non ci vivrei stablmente, in Sicilia, D'altro lato ritengo Bossi e il suo elettorato gente di basso livello, di assoluta chiusura mentale, di modeste caacità di ragionamento minimamente complesso, insomma e in sintesi mediocri, salvo alcune eccezioni, per cui non apprezzo niente della linea politica della Lega se non l'accento messo sul federalismo che mi sembra ineludibile  nel processo di riorganizzazione dello  Stato unitario,
Per finire, la Sicilia è circondata di isole più piccole che sono meraviglie del cosmo: le Eolie, che conosco come le mie tasche per averci passato almeno dieci volte le vacanze estive, le Egadi, Ustica, le Pelagie, Pantelleria, God bless Sicily- in definitiva - e la aiuti a cambiare in quello che c'è da cambiare.

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