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sabato 17 dicembre 2011

CESARE GERONZI E L'INTERVISTA DI ALDO CAZZULLO PUBBLICATA SUL CORRIERE DELLA SERA DI VENERDI' 9 DICEMBRE

A Cesare Geronzi, ex Presidente di Capitalia, ex Presidente di Mediobanca, ex Presidente di Generali, ho dedicato parecchi post.
Uno in data 7 Aprile del corrente anno in cui commentavo le sue dimissioni dalla carica di Presidente delle Generali e  ricostruivo le tappe di una folgorante  carriera.
Un altro in data  8 Aprile in cui  riprendevo ed approfondivo il tema del giorno prima
Un altro del 5 Luglio  in cui commentavo la condanna a 4 anni per il caso Cirio
Un altro del 6 Luglio in cui trattavo il tema dei rapporti tra Geronzi e Cragnotti.
In data 15 Ottobre riprendevo il tema commentando un servizio inchiesta de "Il Fatto Quotidiano" circa una linea di fido concessa alla vigilia delle elezioni del 2001 a Forza Italia utilizzabile parzialmente anche dalla Lega e l'altro ieri ho scritto un articolo sui rapporti tra Bossi e Berlusconi che, per certi versi, rientra nel tema.
Oggi vorrei occuparmi dell'intervista  rilasciata da Geronzi ad Aldo Cazzullo e pubblicata venerdì 9 Dicembre.sul Corriere della Sera.
Una intervista lunga, articolata, piena di messaggi trasversali, di segnali, avvertimenti.
Cercherò di dare la mia interpretazione dei contenuti della intervista. Il mio giudizio è colorato di rosso.
PRIMA DOMANDA: Presidente, in primo grado le hanno dato cinque anni per bancarotta fraudolenta ed usura. Una condanna molto grave. (Cazzullo si riferisce alla condanna per il "caso Ciappazzi")
RISPOSTA: Una ingiustizia molto grave (ormai è un classico; quando un potente viene inquisito  lo schema di reazione è quello di fare la vittima, mostrando peraltro piena fiducia nell'operato della magistratura) Non è facile - continua il banchiere - accettare di essere trattato, in quanto banchiere, alla stessa strgua di imprenditori le cui malefatte non possono essere riconosciute a priori. E' la perenne applicaazione del "non poteva non sapere"in questo caso non riferita alla propria azienda ma ad un soggetto esterno che aveva tutto l'interesse ad occultare la propria realtà (Qui c'è un duplice messaggio: particolare nei confronti di Tanzi accusato di aver occultato la reale situazione del Gruppo Parmalat e quindi di aver ingannato la banca e generale: il banchiere si trova di fronte soggetti che occultano la reale situazione dei conti e non può essere messo sullo stesso piano di responsabilità di detti imprenditori). Il ragionamento prosegue , raffinato, nelle affermazioni successive:
E' una vicenda significativa che oggettivamente incita i banchieri , soprattutto in tempi di crisi, a non finanziare le imprese che hanno qualche problema per il rischio di essere ritenuti corriesponsabili di bancarotta, nelle sue varie forme( semplica, fraudolenta, preferenziale chiarisco io. Qui il ragionamento ed il messaggio sono ancor più chiari. Magistratura, Confindustria governo, parlamento, non vi lamentate se i banchieri non erogano credito. Lasciateli liberi ed esenti dal rischio di essere coinvolti e vedrete che le banche erogheranno senza problemi. Qui c'è un "pro domo sua"e una presa di posizione generale in favore del sistema delle banche.
Tenga conto che non sono stato ritenuto degno di un solo interrogatorio. E qui ha ragione lui, se è vero quello che afferma.
SECONDA DOMANDA: Lei è stato condannato per aver fatto pressioni su Tanzi perchè acquistasse le acque minerali del Gruppo Ciarrapico che  potè così rientrare dai debiti con la sua banca.
RISPOSTA: nessuno è mai stato in grado di fare pressioni su un uomo come Tanzi. Tanzi ha sempre fatto quello che ha voluto. Non c'è un fatto, un documento, una testimonianza, una firma, un verbale di riunione che attesti la mia responsabilità. E Tanzi è stato severamente condannato in più procedimenti.
Che Tanzi abbia fatto sempre come voleva e che non abbia subito pressioni è molto difficile da sostenere, Caro Presidente. Tanzi  era legato a Ciriaco De Mita (ricordiamoci il biscottificio costruito a Nusco) che veniva abbondantemente foraggiato anche indirettamente. ODEON TV, che è costata a Tanzi parecchie centinaia di miliardi (di lire), è stata fatta con l''obbietttivo di mettere a disposizione dell'uomo politico irpino e della sua corrente  una televisione che contrastasse RAI e MEDIASET e fosse di supporto mediatico a De Mita, in quegli anni al culmine della sua ascesa. Inoltre è stato appurato processualmente che Tanzi foraggiava anche altri soggetti e altre correnti o partiti ed io non ho ancora capito da dove venissero i 700 miliardi che ricapitalizzarono, sul finire degli anni 80,  LA COLONIALE, la Holding che controllava Parmalat. So solo che i debiti  di ODEON TV furono pagati da una cordata rappresentata da Florio Fiorini, ex direttore finanziario ENI e che poi ebbe delle disavventure giudiziarie tantochè trascorse un lungo periodo di detenzione in Svizzere, condannato per reati finanziari.
Anche qui il banchiere lancia lo stesso messaggio: responsabile è Tanzi, che è stato condannato a più riprese, io sono assolutamente pulito tantochè non c'è un fatto..............
TERZA DOMANDA: Presidente tutti dicono che in Capitalia nulla veniva fatto senza il suo assenso, senza la sua responsabilità
RISPOSTA: Ciò che tutti dicono non è la verità . Nell'accertare la verità c'è  molta pigrizia. E c' è un film che i pubblici ministeri si sono costruiti, senza agganci fattuali. UN TEOREMA
Quello del Teorema è un classico; Lei man mano che aumentava il suo potere lasciava sempre meno tracce scritte del suo operato, c'erano i suoi collaboratori, l'avvocato Giordano, il Dr. De Nicolais e tanti altri, ma sostenere che Lei fosse come le tre scimmiette sinceramente sembra difficilmente sostenibile,
QUARTA DOMANDA: ma c'è un'altra condanna per bancarotta: quattro anni per il crac Cirio
RISPOSTA: Lei sa chi è il procuratore aggiunto che si è occupato del caso Cirio? Achille Toro. Un uomo che po i fatti hanno dimostrato come e quanto fosse inadeguato
DOMANDA: Un uomo accusato di essere il terminale giudiziario di un gruppo di interessi privati .
RISPOSTA; di un gruppo di interessi privati  e forse di qualche membro istituzionale
DOMANDA: quale membro istituzionale
RISPOSTA: La verità alla fine si affermerà . Confido che in appello le sentenze che mi riguardano saranno ribaldate. Dedicherò a tal fine un impegno incessante. Sarà il mio assillo quotidiano.
Anche qui responsabilità del banchiere non c'è. Guardate chi era a giudicarmi, Toro, di cui abbiamo visto il seguito.
Anche qui solita linea difensiva: gli accusatori si è visto chi fossero, e un messaggio trasversale al o ai rapresentanti delle istituzioni
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             
 Il post rischia di diventare troppo lungo per cui spezzetterò il commento all'intervista in tre parti. Segue.                                                                                                                                                                                                                    

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