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giovedì 22 dicembre 2011

LA BCE EROGA 489 MILIARDI A TRE ANNI AL TASSO DELL'1%

La Banca Centrale Europea, guidata da poche settimane dal nostro Mario Draghi, ha fatto una importante operazione: Ha erogato 489 miliardi di finanziamenti a tre anni al tasso dell'1% agli Istituti di credito europei che ne hanno fatto richiesta. In totale hanno attinto 523 Istituti. I nostri hanno fatto ricorso all'operazione per 116 miliardi, poco meno di un quarto del totale. I finanziamenti debbono essere assistiti da "collaterali" di pari importo (titoli di stato, obbligazioni bancarie o della banca che ricorre al prestito o di altre banche,  altri titoli che la BCE  si dichiari disposta ad accettare.)
Perchè la BCE ha fatto l'operazione?
Per vari motivi e con diversi scopi:
Inondando il sistema bancario di liquidità a basso costo (1%) e per media durata (3 anni) si prefigge questi scopi:
a) evitare il credit crunch, in italiano "la stretta creditizia". Infatti da alcuni mesi ormai c'è scarsissima liquidità nel sistema (le banche si prestano fondi tra di loro con sensibile maggior diffidenza). Questo ha comportato di fatto una stretta di "credito alle imprese" con effetti "recessivi sull'economia"
E qui ricordo che si parla di recessione quando un Paese fa registrare un calo del PIL per due trimestri consecutivi
E' il caso dell'Italia ma anche di altri Paesi europei. Con la liquidità messa a loro disposizione le banche dovranno in primo luogo riprendere ad erogare credito alle imprese con più facilità per favorire la ripresa.
b) acquistare titoli di stato del proprio Paese in caso di difficoltà di collocamento. Ho più volte scritto che il maggior rischio per il nostro Paese è legato al fatto che nel primo quadrimestre 2012 scadono BOT e BTP per 200 miliardi. Somme importanti vengono a scadenza anche in altri Stati provocando un "ingorgo" estremamente pericoloso. Se ci fossero difficoltà al rinnovo le banche ora hanno liquidità sufficiente per intervenire a sostegno
c) acquistare obbligazioni da loro stesse emesse.Le banche hanno in circolazione somme importanti di proprie obbligazioni che vanno a scadenza nei prossimi mesi. Nel caso trovassero difficoltà a rinnovarle, hanno ora liquidità per "ricomprare" le proprie obbligazioni.
Quindi la "manovra" della BCE si prefigge di evitare il possibile default dei paesi più in difficoltà, favorire la ripresa che stenta a decollare, evitare il possibile default delle singole banche, Molte banche in Europa hanno l'affanno.
E' una specie di paracadute molto largo che dovrebbe attutire le eventuali cadute.
Se ci riuscirà o meno sarà il tempo a dirlo. Certo è che la BCE si è mossa per tempo e con larghezza di mezzi. E a capo c'è un italiano, stimato ed apprezzato unanimemente, non dimentichiamolo.
Draghi deve la nomina esclusivamente alle sue qualità; il fatto di essere italiano all'inizio è stato solo motivo di ostacolo.
Certo è che non si può continuare con interventi straordinari a difesa di un sistema bancario e finanziario con troppe zone d'ombra e a difesa di Stati male amministrati.
E' necessaria una svolta decisa per evitare che il vecchio continente precipiti in un declino irreversibile

4 commenti:

  1. sono d'accordo;Draghi ci "stupirà" ancora-I governi di Francia e Germania stanno sacrificando ingenti capitali europei,riversandone il prezzo sui cittadini dell'E.U.;tutto sull'altare cinico delle elezioni politiche in cui si giocheranno il loro futuro-Mi auguro che i loro cittadini NON li eleggano-
    Riguardo la BCE e Draghi,io neofita,ti chiedo un parere: -sarebbe utile che Draghi abbassasse progressivamente i tassi di interesse a 0,25?
    Questo perchè ormai siamo in stagflazione;se riusciamo a tenere l'inflazione anche sopra il 3% ma sotto i 5%,almeno per un paio di anni....

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  2. Chiunque governi in Europa in questo momento si trova in un passaggio stretto. Fare politiche di sviluppo (e quindi abbattimento dei tassi) senza far ripartire l'inflazione. Una leggera inflazione è anche tollerabile ma il problema dei problemi è che bisogna ritornare a fare ricerca innovativa e a produrre perchè altrimenti maggior reddito dispponibile si traduce in aumento dei consumi di prodotti importati. Oggi ho visto che l'ultimo paio di pantaloni acquistato è made in Albania, che le luci natalizie sono made in China così come i giocattoli che abbiamo comperato. Bisogna ritornare a consumare prodotti "italiani" e bisogna tornare a produrre in Italia, certamente non prodotti poveri ma prodotti di fascia medioalta e di settori avanzati sì. Dobbioamo recuperare 20 anni di ritardi ma ce la possiamo fare. Prerequisito essere governati da una classe politica di gente capace, competente e onesta.

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  3. Ho l'impressione che il vero problema sia rappresentato dal credito. La vera domanda è; come useranno i soldi le banche,
    Tutti gli ex colleghi mi dicono che le disposizioni che ricevono sono da tempo: credito a nessuno! Io personalmente ho chiesto per una azienda in difficoltà un credito di smobilizzo per 20 mila euro super garantito da titoli. Non mi è stato concesso. Se non si muove il credito tutta sarà inutile.
    Ma chiedo ad Alberto che è molto più esperto di me: quanto incide su tutto questo "BASILEA"? E perchè nessuno ne parla? Ed in banca oramai c'è ancora qualcuno capace di "fare credito"?
    PS.
    Concordo con te Alberto. Questo governo mi sta un po' deludendo. Si sta consegnando nelle mani dei marpioni della vecchia politica che stanno riprendendo il sopravvento pronti a cavalcare l'inevitabile ondata di scontento per attivare tutte le possibili armi di ricatto.

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  4. Peppino, auguri sinceri innanzitutto; hai centrato il cuore del problema. Il sistema bancario da tempo eroga il credito con estrema parsimonia per una serie di ragioni:
    - il contenzioso è alto e i recuperi lenti ed aleatori. Uno dei nodi cruciali del nostro Paese è l'estrema lentezza con la quale la magistratura si pronuncia per cui i recuperi sono lentissimi
    b) le norme di "Basilea" evidenziano l'estrema debolezza delle strutture di bilancio delle aziende italiane. Per cinquanta anni le imprese hanno evaso, i commecialisti hanno fatto presentare bilanci con utili irrisori se non in perdita per cui la consistenza patrimoniale delle aziende è debolissima. Per tutto il dopoguerra il sistema ha fatto banca guardando, più che ai bilanci, all'"affidabilità" dell'imprenditore quale appariva al funzionario o dirigente che doveva decidere l'erogazione del credito. Io stesso ho fatto banca prevalentemente così, spesso ho sbagliato ma più spesso ho portato utili in abbondanza al conto economico della banca. Adesso con Basilea 2 il bilancio viene inserito in un computer che attribuisce un rating. Le possibilità di intervento del gestore del rapporto si sono enormemente ridotte per cui la reazione è di agire con estrema prudenza e tendemzialmente "dire di no". Anche perchè ora se sbagli corri il rischio di essere licenziato mentre io mi sentivo comunque coperto dalla fiducia e dalla stima che la banca riponeva in me che sapeva benissimo che un eventuale errore era fatto innanzitutto in buona fede e comunque nell'ottica di cercare di fare l'interesse della banca. Venute meno le autonomie operative......appena diventato possibile sono andato "in pensione" - brutta parola - e non mi sono mai pentito. Il tema del credito è importante ma il cuore di tutti i problemi è il lavoro, che non viene creato perchè la fabbrica del mondo si è spostata nell'est asiatico e noi non abbiamo saputo sostituire "le fabbriche" che chiudevano perchè non producevano più a prezzi competitivi in una economia globalizzata con qualcosa d'altro. Bisogna riconsiderare il tutto in questa ottica. In certi settori, pochi, siamo ancora competitivi, abbiamo un immenso patrimonio artistico e culturale da sfruttare, l'Italia, in specie le regioni del sud, dovrebbe diventare la Florida o la California dell'Unione Europea. Ma ci vuole serietà,organizzazione,capacità di sfruttare le nostre nicchie di eccellenza ed individuare le linee di tendenza.
    In pratica bisogna ricominciare daccapo ponendo al centro il problema della scuola che oggi non fornisce preparazione adeguata, è estremamente in ritardo e si sta traducendo in una immensa area di parcheggio.

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