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martedì 22 novembre 2011

SULLA CRISI E DINTORNI

Chi mi legge sa che all'inizio del corrente anno ho pubblicato un libro che ho chianato "Sulla crisi e dintorni" nel quale ho raccolto gli articoli che ho scritto tra l'inizio del 2009 e la fine del 2010 sulla crisi che ha colpito i mercati finanziari mondiali a partire dal fallimento della Lehman Brothers nel settembre 2008. La crisi, come avevo previsto, è tutt'altro che superata; anzi in questi giorni, come tutti abbiamo modo di vedere, è nel pieno della sua virulenza.
Conseguentemente ho deciso di ripubblicare in una terza edizione (aevo fatto una prima edizione di prova) il libro in oggetto. Lo farò con l'aiuto dell'amico Carlo Torretta; con ogni probabilità cambierò il formato ( da A4 a formato  "romanzo") e dovremmo riuscire ad eliminare completamente i numerosi errori d battitura che erano rimasti nella seconda edizione. Non cambierò nient'altro perchè tutto quello che ho scritto lo riscriverei senza cambiare uno iota. Il principale merito del mio libro ritengo infatti sia una coerenza di pensiero che ha trovato pieno riscontro nei fatti.
Contemporaneamente sto raccogliendo il materiale per pubblicare un nuovo libro con gli scritti del 2011, libro che pubblicherò il prossimo mese di gennaio. La mia analisi, che non  è quella di un economista accademico ma che si giova dell'esperienza "operativa" di una vita di lavoro nel settore bancario, trova fondamento in quelle che io chiamo le tre B. Buonsenso, Buonafede, Buona conoscenza delle problematiche.
Le responsabilità maggiori che imputo al governo appena avvicendato, tra le mille altre, sono appunto quelle di aver prima negato la crisi, poi di averla sottovalutata, infine di non aver saputo minimamente governarla tanto che che ci sono voluti l'intervento deciso del Presidente della Repubblica e le reazioni preoccupate dei governi dei Paesi nostri partners (Usa, Germania, Francia) per liberarci di un governo di irresponsabili guidato da un uomo palesemente inadeguato sotto tutti gli aspetti, soprattutto quello morale. Unfit lo aveva definito in tempi ormai lontani e non sospetti l'Economist e Unfit si è rivelato. La sua uscita di scena, non dimentichiamolo, è stata accolta con un sospiro di sollievo innazitutto dalle cancellerie dei principali Paesi Occidentali oltrechè dagli osservatori più avveduti. E intanto prepariamoci a vivere altri giorni di passione sul fronte degli "spreads" e dei mercati borsistici.

2 commenti:

  1. Caro Alberto mi riferisco ai tuoi scritti sulla malattia e sull'esposizione delle reliquie di Bernadette a Busto.
    Sul primo punto ho apprezzato molto quanto hai scritto; non tutti ne sarebbero capaci ma hai fatto bene perchè anche quello è un modo per combattere il problema.
    Mi ha poi emozionato il riferimento "al tuo Gino".
    Fortunatamente il caso è diverso, ma non sapevo che anche tu avessi vissuto il dramma di Calabrese, quasi settimanalmente raccontato nella sua rubrica Moleskine sul Corrierone.
    Ti confesso francamente che non avevo compreso che il Gino in questione fosse lui, e quando è stato chiaro ho provato una emozione come non avveniva da tempo.
    La lettura del suo libro postumo, poi, è stata dolce e amara al contempo.
    Sul secondo punto, puoi comprendere come la mia formazione protestante mi renderebbe semplice esternare il mio pensiero su queste esibizioni, m forse non sarebbe elegante.
    Voglio dirti invece che sto leggendo, con qualche difficoltà, l'ultima opera di Mancuso alla quale avevi fatto riferimento anche tu in un post di qualche mese fa.
    Sono a metà del guado, la lettura almeno della prima parte non è agevole, colpisce nei capitoli centrali la posizione dell'Autore nei confronti della Chiesa cattolica.
    Non vedo come possa dichiararsi ancora cattolico, come invece fa, dopo quanto ci racconta.
    Leggere, ma lo sapevamo già, che il Magistero ha ammesso la libertà di religione 200 anni dopo Parigi e Washington, oppure scorrere la lista dei libri proibiti, in vigore fino a Montini, dove troviamo nomi di cui senza la lettura delle loro opere non può nascere nessuna coscienza civile, fa veramente male.
    Si è vero, qualche poveretto al rogo anche Calvino ce lo ha inviato, ma ... non ci sono paragoni !!
    Vale !

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  2. Caro Patrizio, dopo Mancuso che io ho quasi intonso sul mio leggio(lo guardo ogni giorno e mi dico "oggi lo attacco" e poi non lo faccio), leggi di Cicerone : "Lelio vel De Amicitia" a conferma che il valore dell'amicizia era già fortemente apprezzato già in epoca cllassca.Per quanto attiene alle reliquie, io non sono di formazione protestante, anzi facevo il chierichetto, ma il giudizio COMPLESSIVO sulle posizioni della chiesa cattolica è lo stesso. Per quanto attiene infine al "mio Gino" trovo che una delle grandi positività della mia età, che tra non molto sarà anche la tua, è quella di avere la più ampia lbertà di pensARE, scrivere, scegliere - in primis i compagni di viaggio - ciò che si vuole. Non è poco ma quella libertà bisogna avere il coraggio di utilizzarla e ciò appartiene solo agli " hombres verticales" come direbbero in Andalusia. VALE, VALE TRE VOLTE

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