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lunedì 19 novembre 2012

GABRIELE LAVIA PIRANDELLO I CELLULARI

Ieri pomeriggio siamo stati al Piccolo - Teatro Strehler a Milano dove Gabriele Lavia metteva in scena il "Tutto per bene" di Luigi Pirandello. Non una delle cose migliori di Pirandello, a mio avviso, ma comunque sempre impegnativa sia per gli attori in scena che per gli spettatori in sala.
Ebbene, dopo un primo tempo abbastanza lento nel ritmo, nel secondo il tono è salito e Lavia si è trovato, in un crescendo di tensione, a recitare uno di quei monologhi  pirandelliani dove il personaggio centrale, un perdente che ha il principale obbiettivo che "le apparenze"siano salve, espone drammaticamente  le sue ragioni. Concentrazione estrema di Lavia, attenzione massima del pubblico, silenzio assoluto.
E qui comincia la "Fantozziade". Nel silenzio generale, mentre Lavia recita concentratissimo la sua parte, si ode, flebile ma netta, la suoneria di un cellulare. Lavia continua, il cellulare smette.  .............dopo altri dieci secondi riparte la suoneria.......a  fatica Lavia resiste, il cellulare smette............ ma dopo  altri pochi secondi ............... riparte e allora Lavia smette di recitare e si rivolge al pubblico: "Risponda signora, risponda........ così sappiamo chi è; se poi cercano me dica che richiamo io dopo, adesso sono impegnato."
Applausi scroscianti del pubblico, un giudizio impietoso dell'attore sulla "civiltà"di taluni del pubblico
Riparte la recitazione , tutto bene, passano dieci minuti e.................da un altra arte della sala...........parte la suoneria di un altro cellulare. suoneria diversa e meno "soft", al limite della sgradevolezza. Lavia stavolta  non ce la fa a resistere e al terzo squillo parte a razzo, con un balzo scende dal palcoscenico dimostrando doti atletiche non comuni (spero per lui che non si sia fatto male) e si dirige minaccioso verso la fonte del disturbo e "mi dia quel cellulare", urla con fare perentorio. Altro applauso scrosciante. La recitazione prosegue; applausi oceanici alla fine non solo per la eccezionale bravura di Lavia ma anche per i suoi interventi.
Morale della favola: Giulio Cesare ha conquistato la Gallia senza Tom Tom e Jacopo Ortis scriveva lettere, non SMS. Possible che noi non riusciamo a fare a meno nemmeno per un momento delle più recenti conquiste della tecnologia?

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