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martedì 20 novembre 2012

PIETRO ICHINO A BUSTO ARSIZIO

Il comitato Matteo Renzi ha organizzato ieri sera un incontro a Villa Tovaglieri che ha visto protagonista il noto giuslavorista ed economista Pietro Ichino che appoggia, all'interno del partito democratico, la candidatura Renzi.
Ichino è persona che stimo perché non ha mai esitato a evidenziare i ritardi, la "visione corta", il sostanziale conservatorismo della sinistra italiana e del sindacato che hanno impedito la comprensione delle linee evolutive dell'economia mondiale e hanno prodotto un sostanziale irrigidimento nelle relazioni industriali salvo poi dover subire, nei fatti, l'impatto di una realtà non eludibile con mere dichiarazioni di principio.
Di Ichino condivido la impostazione pragmatica e non utopica che, partendo dal presupposto che l'Italia è inserita nel circuito delle economie occidentali, sostiene che ostinarsi a sostenere vecchie impostazioni e vecchi "punti fermi"impedisce poi al Paese di stare al passo con i nostri concorrenti sia all'interno dell'Unione Europea che sui mercati globali. Di Ichino condivido l'impostazione di base ma ritengo che la sua visione, che fa continuo riferimento alle esperienze dei paesi scandinavi e dei paesi più avanzati del nord Europa (Germania ed Olanda in primis), possa essere pienamente condivisa nel nostro Paese in regioni come il Friuli, le due province autonome di Trento e Bolzano, il Veneto ed il Piemonte, già meno la Lombardia, e comunque non nelle regioni del Sud. Perché bisogna dirselo una volta per tutte. L'Italia ha realizzato la sua unità 150 anni fa, ma ancora oggi l'unità non è stata realizzata. Esistono almeno due Italie: una che guarda ai Paesi del Nord Europa ed una che è rimasta ferma a schemi mentali che la fanno guardare più verso Sud. Farle convivere è forse il più grande problema e la più grossa sfida per la nostra democrazia-
MATTEO RENZI
Ho già scritto a più riprese che non mi convince, che a pelle non mi piace, che di lui non mi fido; ed ho l'impressione che faccio bene.
 C'é polemica, a Firenze, sul fatto che l'Ente Cassa di  Firenze ha investito nel mese di Settembre 10 milioni di euro in"fondi obbligazionari subordinati" (orrore, tra la BBB e il rating C, titoli junk, cioè spazzatura) trattati dal fondo Algebris che fa capo a Davide Serra, di cui ho già ampiamente parlato. 
Niente di nuovo sotto il sole: personaggi già visti e tutti accomunati, in passato, da un unico destino: bancarotta e "sole", come dicono a Roma, a chi ha ha avuto la malaccortezza di fidarsi. Chi vivrà, vedrà:

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