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venerdì 23 novembre 2012

STORIA DI UN PAESE - OSTRA

Tanti anni fa fu pubblicato in Francia un bellissimo libro di E. Le Roy Ladurie dal titolo : "MONTAILLOU. Village occitan de 1294  a 1324" (tradotto in italiano, non bene secondo me, "Storia di un paese : Montaillou") che ricostruiva la storia di un paese occitanico, Montaillou appunto, sito sui Pirenei,  intorno al 1320 quando il vescovo di Pamiers aprì una inchiesta d'Inquisizione su questa piccolissima comunità (circa 250 persone) di contadini e pastori  accusati di eresia "catara". Il vescovo Jacques Fournier, poi diventato papa con il nome di Benedetto XII, uno dei papi avignonesi, non tralasciò nessun particolare per passare al setaccio la vita di questi poveracci che subirono, oltre ad una vita grama, anche il furore ideologico della chiesa ufficiale. Ho rintracciato il libro nei meandri della mia libreria, Supersaggi Rizzoli, mi è venuta voglia di rileggerlo a distanza di tanti anni (credo di averlo letto, in italiano, durante il mio stage in Francia presso BNP di Parigi e Clermont-Ferrand dal 1 Ottobre 1975 al 30 Giugno 1976) ma chi ha tempo?
Comunque mi è venuto in mente questo libro vedendo il bellissimo album fotografico su Ostra che il mio coetaneo  - ha un anno di più - ed amico d'infanzia Piergiovanni Antici, detto Nanni, bravissimo pittore, ha studiato a Brera, ha pubblicato sul suo profilo Facebook.
Piergiovanni, che ha sempre abitato ad Ostra, ha ripercorso attraverso queste bellissime foto la storia della nostra comunità dagli anni '50 in poi. Le foto marcano nettamente l'evoluzione economica, sociale e culturale di Ostra nel dopoguerra. Hanno un solo difetto, ma non è colpa di Nanni. Troppi di quei volti, di quelle "facce", "dormono sulla collina", il nostro bellissimo "Spoon river" che si staglia nitido a 500 metri dal Paese, tanto è vero che mentre scrivo ho trovato naturale  ascoltare la "Messa da Requiem " di Verdi diretta da Toscanini. Una mia cara amica, sociologa accademica a Bologna, troverebbe chissà quanti spunti per un esame "scientifico" dei documenti fotografici. Io , che non ho letto Mac Luhan e nemmeno De Kerkove, mi limito molto più "terra terra" a fare una serie di considerazioni.
Le foto degli anni 50 riflettono una società ancora contadina; volti e scorci che non esistono più. Peccato che non ci sia nemmeno una foto del famoso lanificio "Pirani Giuseppe (mio nonno) e figli (mio padre e mio zio)" che allora costituiva insieme alla fornace di laterizi il principale datore di lavoro del paese. In pochi anni cambia il mondo; cambiano i volti, cambia l'abbigliamento, cambia il modo di approcciare la realtà. Gli anni '60 sono veramente "fabolous"perché non c'è stata in nessun altro momento della nostra storia una accelerazione così violenta. L'evoluzione degli anni 70 è stata molto meno marcata.
La sensazione che ho tratto dalla visione di quelle foto , sensazione a livello di pelle, è che l'Italia corra il rischio di tornare alle ristrettezze degli anni '50 senza più l'innocenza di quei volti, il decoro di quegli abiti modesti, la "pulizia morale" della stragrande maggioranza della gente.
Ringraziando Piergiovanni per il bellissimo materiale fotografico, mi pongo una domanda.
Chi fermerà il declino? E' la sfida di questi anni..

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